All'attacco Giorgetti scuote l'UE su energia e rischio climatico:"Basta subire"

 

Il ministro dello Sviluppo Giorgetti si scaglia contro l'Unione Europea su energia e clima. Sono le scelte di politica ambientale il suo principale bersaglio che, a cascata, rischiano di travolgere interi settori produttivi.

L'articolo del giorno. Rassegna stampa per i resistenti sui crinali a cura di Alberto Cuppini.

 

 

Sul nuovo quotidiano economico Verità e Affari, da appena poche settimane in edicola, ieri è comparso questo articolo di Giuliano Longo che abbiamo scelto per la nostra edicola. Vi è riportato l'intervento del ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti in occasione del congresso nazionale Fim Cisl a Torino. Ne proponiamo senza commenti alcuni passaggi, brevi eppure gravidi di profondi mutamenti di indirizzo politico in materia di energia e clima: 

 

"Giancarlo Giorgetti si scaglia contro l'Unione Europea su energia e clima... Sono le scelte di politica ambientale il suo principale bersaglio che, a cascata, rischiano di travolgere interi settori produttivi, a partire da automotive e siderurgia "a rischio estinzione" col FitFor55."

"Correttissimo porsi degli ambiziosi target ambientali", spiega Giorgetti, "però dobbiamo pretendere da tutti coloro che nel mondo competono sugli stessi mercati un analogo sforzo per arrivare a quegli obiettivi , altrimenti ci condanniamo a essere fuori dal mercato, a essere non competitivi perché l'effetto serra non dipende solo dall'Europa".

"Non possiamo fingere di non sapere che se i costi dell'energia raddoppiano o triplicano e imponiamo un nuovo sistema di emissioni di carbonio condanniamo queste realtà produttive all'estinzione". In particolare, sull'automotive "la preoccupazione è elevatissima", ha sottolineato Giorgetti, ribadendo le sue "perplessità rispetto all'ineluttabilità del destino elettrico".

"Giorgetti non ha avuto alcuna remora a definire "eutanasia legale" per le fabbriche che producono componenti per i motori diesel lo stop ai veicoli a sola combustione dal 2035."

"Vanno tutelati i poteri di acquisto di pensionati e lavoratori, non si può far saltare gli equilibri economici delle aziende... siamo in tempi di guerra e credo che il Governo debba avere il coraggio di prendere decisioni di tipo eccezionale, soluzioni nuove e fino a questo momento sconosciute: i tempi sono quelli storici di una grande discontinuità e come sistema Paese non possiamo permetterci semplicemente di subire".

 

In attesa di conoscere quali sono queste "soluzioni nuove e fino a questo momento sconosciute", in linea generale non possiamo non dirci d'accordo con tutte queste (gravissime) affermazioni del ministro. Non stupisce che nessun giornalone le abbia riportate. Non stupisce neppure che l'editore abbia iniziato la pubblicazione di questo nuovo quotidiano economico. Lo stile aggressivo e politicamente scorrettissimo è lo stesso de La Verità, che, sbeffeggiando tutti i tic dell'ormai insopportabile conformismo progressista globalizzante, lo scorso anno ha aumentato il numero delle copie vendute in edicola del 16%. Non stupisce neppure che, per il motivo opposto, le vendite in edicola del Sole 24 Ore nel 2021 siano, al contrario, diminuite del 25%. Soprattutto non stupisce noi, che in un anno ci siamo dovuti sorbire - come se in Italia non ci fossero problemi più seri - decine di articoli in prima pagina di Jacopo Giliberto e compagnia contro i comitati e le sovrintendenze e per "semplificare" sempre di più l'installazione di pale eoliche e pannelli fotovoltaici. Ossia per favorire quelle stesse politiche ambientali pretese dalla Commissione UE, culminate con l'apparizione della "Piccola Greta" e il conseguente "Fit for 55", che stanno mandando in malora l'economia italiana. A maggior ragione, questo utilizzo improprio di quello che una volta era considerato il più autorevole quotidiano italiano ha stancato gli operatori economici oggi "a rischio estinzione", che vengono mortalmente danneggiati dall'azione della lobby delle rinnovabili elettriche.