La legislazione italiana, con il D. Lgs. 195/2005, ha recepito una direttiva europea sulla trasparenza in materia di questioni ambientali. Il Decreto Legislativo 195 del 2005 (che, come tutti i decreti legislativi ha valore e rango di legge dello stato) stabilisce che le informazioni in materia ambientale (e non solo gli “atti” o i “documenti”) devono essere rese accessibili a chiunque ne faccia richiesta, indipendentemente dal fatto che questo chiunque sia una persona, un comitato o un’associazione più o meno riconoscuta, e che ne abbia un interesse concreto e materiale.
In altre parole, mentre per il normale e “classico” accesso alla documentazione amministrativa (stabilito dalla famosa Legge 241/90) occorre che il richiedente dimostri e dichiari a che titolo richiede quella stessa documentazione (e solo la “documentazione”, non il concetto più ampio di “informazione”), per le informazioni ambientali non è tenuto ad avere e/o dichiarare il perchè della propria richiesta.
Ora, visto l’attacco dell’industria ai territori, che vede correntemente una connivenza delle amministrazioni e dei politici locali, se si vuole agire in modo razionale, coordinato ed efficace, in difesa di un territorio, è imprescindibile fare il punto della situazione su quello stesso territorio. E quindi ricevere informazioni su quello che ci succede e di cui la pubblica amministrazione è a conoscenza.
E’ quindi necessario disporre delle informazioni (tutte le informazioni) sui progetti di centrali eoliche in via di presentazione, o già presentati, sui rispettivi territori, o perchè se
ne è letta notizia sui giornali, o perchè si è visto che in una tale località è stato installato un anemometro.
Per questo è stato elaborato un modello di richiesta di accesso alle “informazioni ambientali” (concetto ben più incisivo rispetto all'”accesso ai documenti” della legge 241/90), modello pensato e redatto per stroncare sul nascere le prevedibili resistenze (o, meglio, le renitenze) delle amministrazioni locali, che tra l’altro spesso, a volte anche in buona fede, continuano a conoscere l’accesso ai documenti (o, come si dice spesso impropriamente, agli “atti”) secondo la Legge 241/90, che non riguardava solo il campo ambientale.
Alleghiamo un testo base, un esempio, per avanzare una richiesta di accesso alle informazioni ambientali.
>> Scarica il modulo con il testo base
Il testo è un po’ lungo, ma contiene degli “altolà” che lo blindano o quasi.
Fatelo vostro, tenendo conto delle raccomandazioni che via via ci trovate annotate in TUTTO MAIUSCOLO.
Non serve che la firma alla richiesta di accesso sia autenticata, e nemmeno, che sia accompagnata dalla fotocopia di un documento di riconoscimento del richiedente: se proprio lo si vuole allegare, lo si faccia, ma si tratta di una di quelle istanze in cui l’identità del
richiedente non ha una specifica rilevanza.