Altro che bla bla bla. Il treno dell'European Green Deal è partito!

Diario dei trenta giorni che sconvolsero l'Europa in una rassegna stampa (prima parte).

 

 

L'improvvisa esplosione dei prezzi di gas e elettricità è la prova provata che non si affrontano i problemi ultra-complessi del cambiamento climatico e dell'approvvigionamento energetico del continente ricorrendo al pensiero infantile. Gli europei cominciano a provare sulla propria pelle che cosa significa essersi affidati a mammine, comici e bambine, convinte che basti piantare pale eoliche e pannelli fotovoltaici dappertutto, trascurando - se non perseguitando - qualsiasi altra soluzione o investimento giudicato "non green". L'ideologia verde, velleitaria e catastrofista, ha marginalizzato l'ambientalismo serio, che ora rischia di essere a sua volta spazzato via nel naufragio delle utopie facilone.

Già nel nostro ultimo post osservavamo che:

"l'innesco della crisi esplosiva dell'energia, che ha esasperato le vittime di una gravissima degenerazione già in atto, è stata la nuova legge UE sul clima, che ha trasformato l'impegno politico del Green Deal europeo per la neutralità climatica entro il 2050 in obbligo vincolante. La normativa aumenta l'obiettivo di riduzione delle emissioni dell'UE per il 2030 dal già velleitario ed autolesionista 40% al 55%. L'ufficio stampa di Strasburgo ha così commentato la decisione del 24 giugno scorso:

"Il Parlamento ha approvato in via definitiva la legge sul clima, concordata informalmente con gli Stati membri in aprile. Questa decisione darà ai cittadini e alle imprese europee la certezza giuridica e la prevedibilità di cui hanno bisogno per pianificare per la transizione decisa con il Green Deal europeo".

L'ufficio stampa ha però evitato di aggiungere, chissà perchè, che questa stessa decisione ha dato la certezza giuridica e la prevedibilità di cui hanno bisogno anche gli speculatori sull'energia elettrica e le materie prime ed i nostri concorrenti, per meglio pianificare immensi guadagni sui mercati (in particolare quello degli ETS) e la distruzione dell'economia europea."

Dopo quello di Strasburgo, il 14 luglio scorso (si noti la data e la si confronti, per calcolare gli indici di correlazione ed i rapporti causa-effetto, con il decollo verticale del prezzo all'ingrosso dell'elettricità in Italia),

 

Andamento del prezzo all’ingrosso dell’elettricità in Italia (PUN) e del gas negli ultimi 3 anni. (Fonte: Staffetta Quotidiana)

 

la commissione europea ha emesso a sua volta un comunicato stampa, dal titolo magniloquente "Green Deal europeo: la Commissione propone di trasformare l'economia e la società dell'UE al fine di concretizzare le ambizioni in materia di clima":

"Oggi la Commissione europea ha adottato un pacchetto di proposte per rendere le politiche dell'UE in materia di clima, energia, uso del suolo, trasporti e fiscalità idonee a ridurre le emissioni nette di gas a effetto serra di almeno il 55 % entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990. Il conseguimento di tali riduzioni nel prossimo decennio è fondamentale affinché l'Europa diventi il primo continente a impatto climatico zero entro il 2050 e si concretizzi il Green Deal europeo. Con le proposte odierne la Commissione presenta gli strumenti legislativi per conseguire gli obiettivi stabiliti dalla normativa europea sul clima e trasformare radicalmente la nostra economia e la nostra società per costruire un futuro equo, verde e prospero."

Nello stesso comunicato, seguivano le dichiarazioni dei membri del collegio (la presidente Von der Leyen, il vicepresidente Timmermans, il commissario all'economia Gentiloni, il commissario all'energia Kadri Simson eccetera) che invitiamo a leggere nel link ed a conservare a futura memoria.

Detto "pacchetto di proposte" è stato il detonatore definitivo, che ha provocato una serie di esplosioni a catena nei prezzi e di drammatiche conseguenze, delle quali ancora non si vede una fine.

Proponiamo di seguito una rassegna stampa di articoli selezionati - privi di qualsivoglia nostro commento - per meglio comprendere che razza di pasticcio abbiano combinato gli sciagurati (e le sciagurate, soprattutto le sciagurate) di Bruxelles.

 

I macchinisti.

 

Enzo Di Giulio da Energia del 6 settembre: "Elettricità: un cielo plumbeo sulla transizione":

"non solo l’elettricità continua a non penetrare nei consumi finali, ma ora le rinnovabili non riescono neanche a decarbonizzarla. La retorica green che vede il mondo diventare sempre più rinnovabile e in grado di raggiungere in tempi sempre più stretti obiettivi climatici sempre più ambiziosi deve fare i conti con dati che gettano una luce plumbea e nefasta sul disastro... Ce lo dice l'ultimo report Ember che, come una sberla, si stampa sul volto felice della retorica green.. Questi i dati bruti, che se ne infischiano della sceneggiatura green e che trovano conferma in un altro attore che non si lascia ingabbiare dal copione dell’annunciata transizione energetica e va per conto suo: il mercato... Vi è sproporzione tra intenti dichiarati e fatti: i dati aggregati mondiali non rilevano il cambio di passo e la continua pubblicizzazione di eventi micro – la più grande turbina del mondo, l’auto che percorre mille chilometri con una ricarica, ecc. – non è rappresentativa della tendenza di fondo".

 

Francesco De Palo intervista Massimo Nicolazzi, da Formiche del 9 settembre: "Gas, gasdotti ed europei “sgasati”. La partita energetica (anche in bolletta) spiegata da Nicolazzi":

"O Gazprom sta smaltendo gli effetti di manutenzione straordinaria oppure, e sarebbe più preoccupante, ha deciso di difendere i prezzi più che difendere i volumi... Eastmed? Senza fondi Ue è temporaneamente morto e sepolto. Stiamo scommettendo alla cieca sul fatto che del gas si possa fare a meno in tempi ragionevolmente brevi. Mentre i consumi di petrolio sono più alti oggi che nel 2019 e il carbone è al record storico”.

 

Davide Tabarelli dalla Stampa del 14 settembre "In Europa c'è carenza di gas, le rinnovabili non basteranno":

"La verità è che la transizione ecologica ad oggi non sta in piedi economicamente... La Commissione europea ha gravi responsabilità... (aziende e famiglie stanno iniziando a pagare il costo della transizione energetica?) Sì, perché le rinnovabili non bastano e non risolveranno il problema. Ma non è tutto qui. C'è anche da fare i conti con una politica distratta dal verde: qui si pensa al green deal e a Greta e non si vedono le questioni centrali, cioè quelle economiche, con l'energia che arriva a costare il triplo rispetto a Usa e Cina, e di sicurezza... Se la questione climatica diventasse veramente seria e non quel tema da salotto o da ecologismo sognatore che è stato fin qui, allora il nucleare non potrebbe che essere un'opzione molto seria."

 

Paolo Annoni dal Sussidiario del 14 settembre "Aumento bollette del 40%/ Le vere ragioni (non dette) dietro la stangata in arrivo":

"Il grande colpevole di quello che sta accadendo è l’incremento del “prezzo del gas a livello internazionale”, come se fosse una disgrazia mandata dal cielo e non l’effetto di decisioni politiche sugli idrocarburi che continuano persino oggi con i prezzi del gas saliti di sei volte in dodici mesi. Ci spiega il ministro che l’Italia dovrebbe costruire capacità rinnovabile per 8 giga all’anno da qui al 2030 per ovviare al problema. Sono numeri che non riusciremmo ad ottenere neppure se improvvisamente decidessimo di devastare il territorio infilando pale eoliche e campi solari ovunque e che ignorano che le pale eoliche richiedono tanto cemento, che si produce con elettricità, plastica, la quale si produce dagli idrocarburi; e che nessuno ha ancora spiegato come dovremmo arrangiarci quando manca il vento o il gelo impone la fermata delle pale. Stesso discorso per i componenti dei pannelli solari... il ministro (Cingolani) mette di nuovo le mani avanti spiegando che “nessuno mette in discussione che la transizione ecologica vada fatta il prima possibile, senza indugi e con sacrifici enormi”...  La strada della transizione ecologica è tracciata e i primi problemi nel nuovo mondo in cui non si può e non si deve cercare gas economico devono essere gestiti mediaticamente dando la colpa ai “mercati internazionali del gas”. Esaurita, per l’ovvia incongruenza temporale, la soluzione “nucleare”, si passa agli 8 giga di capacità rinnovabile da fare ogni anno. Con l’immediato caveat delle solite lungaggini burocratiche che in questo caso forse ci tutelano da scempi paesaggistici senza precedenti."

 

Editoriale non firmato dalla Staffetta Quotidiana del 14 settembre "Fit for 150 €/MWh?"

"Vista da questo settembre 2021, è difficile scacciare la sensazione che Bruxelles non abbia avuto davvero idea che il cammino verso il 55% avrebbe potuto incrociare il gas a oltre 55 € e l'elettricità sopra i 150 €, né sappia oggi come affrontare la cosa. Speriamo di sbagliarci."

 

Raffaele Marmo intervista Davide Tabarelli, dal Quotidiano Nazionale del 15 settembre "Battaglia sulla bolletta energetica. "Transizione ecologica suicida":

"Questo sacrificio europeo mi ricorda tanto certe pratiche del nostro Medioevo quando eravamo all’“avanguardia“ anche nella religione e per espiare i nostri peccati ci frustavamo. Oggi lo facciamo per espiare il peccato della Co2... non avevamo bisogno di questi segnali di difficoltà per ipotizzare il fallimento di quelle politiche basate esclusivamente sulle rinnovabili... quando non c'è il sole e non c'è il vento i prezzi non è che schizzano e basta, tendono all'infinito... Un rischio senza rimedi? Un suicidio. Ma queste cose le sanno anche coloro che gestiscono i sistemi elettrici... un sistema che richiede che per ogni impianto di rinnovabili ve ne sia uno a gas pronto a partire... in questi anni vincono le tendenze che hanno puntato sull'ecologia e sui rischi connessi al cambiamento climatico. Sono al potere ambientalisti alla Timmermans che vedono nell'ecologismo una redenzione del cattivo capitalismo europeo che inquina".

 

Umberto Minopoli dal Foglio del 15 settembre "Tempeste perfette":

"Il punto di fondo, non giriamoci intorno, è la sostenibilità del taglio emissivo europeo del 55% entro il 2030. E', ormai, evidente che tale vincolo, che l'Europa persegue a solo valore pedagogico e dimostrativo (è del tutto irrilevante ai fini del budget carbonico del mondo), non è giusto e razionale".

 

Tino Oldani da Italia Oggi del 16 settembre "Il rincaro di gas e luce mette paura al vertice Ue, che ora vede gli errori del Green deal e teme una rivolta sociale bloccatutto":

"...aumenti sono dovuti a una comune origine: il rincaro del gas sul mercato internazionale, a cui si sono sommati i primi effetti del Green deal, il piano Ue per la transizione verde che Ursula Von der Leyen ha presentato pochi mesi fa come «il più ambizioso al mondo», convincendo i 27 paesi Ue ad approvarlo, quale linea guida per il futuro dell'economia europea. Un progetto di cui, soltanto ora, si cominciano a scoprire gli errori, primo fra tutti il costo molto elevato da pagare per la riduzione delle emissioni di CO2. Un costo scaricato da Bruxelles non solo sulle industrie maggiormente inquinanti (acciaio, ferro, cemento, fertilizzanti), ma anche sui trasporti (prezzo della benzina) e sulle famiglie, con bollette di gas e luce più care... Il «bagno di sangue» (Cingolani dixit) sta arrivando."

 

Giacomo Puletti intervista Giulio Sapelli, dal Dubbio del 16 settembre "Una transizione energetica fatta troppo rapidamente produce gravi conseguenze":

"C'è stata una terribile sottovalutazione delle conseguenze della transizione energetica. Come sempre quando si deve fare una transizione non si può fare né dall'alto né troppo rapidamente. Si era ipotizzato che ci fosse la possibilità di fare una rapida transizione verso il mantenimento di stock di capitali fissi, come aerei e treni, grazie alle energie rinnovabili. Che poi più che rinnovabili occorre chiamarle integrative, perché non possono sostituirsi alle altre... L'anarchia capitalistica è fondata sul perseguimento del profitto nel breve periodo. Avendo ottenuto energie rinnovabili con sussidi statali non si è pensato che si dovessero fare investimenti nella conservazione delle batterie. Quando è capitato, come in questi mesi, di assistere al crollo del vento nei mari del Nord, il sistema non ha retto... La colpa è di chi pensa che l'elettricità sia una fonte e non un vettore. Essendo diminuiti gli investimenti in oil&gas andremo incontro a un periodo di forti aumenti che segnalano scarsità... I manager vengono pagati rispetto alla valorizzazione in Borsa nel brevissimo periodo. Di conseguenza dobbiamo aspettarci queste cose. Si stupiscono tutti ma è una cosa elementare... Draghi... dovrebbe avere il coraggio di cambiare il sistema dei sussidi, chiudendo tutte le Authorities, che hanno fallito... Ma non è un problema solo italiano... Draghi dovrebbe avere capacità e volontà di chiuderle ma, con tutto il rispetto che ho per lui, finirebbe per scontrarsi con interessi consolidati e lobby dell'elettrico tali che mi sembra difficile riesca a superarle."

 

Maurizio Ricci da Affari e Finanza di Repubblica del 20 settembre "Per il green deal è già l'ora della resa dei conti":

"Se un difensore mettesse in fila una serie così di autogol, difficilmente rivedrebbe il campo e probabilmente salterebbe il suo allenatore. Detto in altro modo: per la Commissione Ue e il suo neonato programma cardine per i prossimi decenni, l'ambizioso Green deal, è già l'ora della resa dei conti... La crisi delle bollette mostra che le rinnovabili possono essere anche il problema e non sempre la soluzione... Si può parafrasare il Vecchio Marinaio di Coleridge: "Pale, pale dappertutto e neanche una goccia di vento"... E' la brusca conferma della fragilità e dell'immaturità delle energie rinnovabili... C'è un drammatico problema di invenzione di nuove batterie (al nocciolo, quelle attuali funzionano con gli stessi principi da quasi due secoli) che consentano di immagazzinare l'energia prodotta da pale e pannelli solari, per rilasciarla quando serve. Per ora, però, niente vento, niente energia... Questa divergenza fra progressivo abbandono dell'inquinante metano e disponibilità, lenta e precaria, di vento e sole è la prima buca che l'Europa incontra in questo percorso accelerato verso le emissioni zero. Non sarà l'ultima."

 

Guido Salerno Aletta da Milano Finanza del 25 settembre "Così si è sfaldato l'asse Parigi-Berlino":

"Il recente salmodiare a Bruxelles, celebrante le salvifiche virtù della Next generation Ue, imporrà anche alla Germania una costosissima accelerazione in materia di transizione energetica. Si salverà solo la Francia per via del consistente parco di centrali nucleari, mentre per tutti gli altri si prospetta uno shock analogo a quello del 1973, stavolta auto inferto, con una consistente perdita di competitività manifatturiera sui mercati esteri."

 

Paolo Annoni dal Sussidiario del 18 settembre "Tre verità dimenticate nel dibattito sul caro bollette":

"Sappiamo che gli Stati Uniti, ma anche la Cina e non solo, non hanno mai neanche lontanamente avvicinato il Vecchio continente nella lotta contro gli idrocarburi. La ragione è tutta spiegabile con il caro bollette che ci apprestiamo a pagare. Il Presidente della Fed ha detto chiaramente che “cambiare il clima” non è compito della sua banca centrale, mentre la Bce, notizia di ieri, si avvia a scrutinare i bilanci delle banche europee per misurare il rischio climatico. Vuol dire che trovare in Europa una banca disposta a finanziare un progetto energetico tradizionale sarà complicato. Giusto o sbagliato che sia la “strada è tracciata” e pazienza se qualcuno avrà la casa fredda... La nostra civiltà industriale dipende dagli idrocarburi per tantissime aspetti che trascendono la mobilità, la luce o il gas. Quello che sta succedendo è che seduti sull’albero di un’economia basata sulla disponibilità di energia a basso costo, che ha regalato a noi e ai Paesi in via di sviluppo, come l’Italia degli anni ’50, benessere, si pensi segando il tronco di rimanere comodamente appollaiati sul ramo. La realtà invece è una caduta rovinosa."

 

Enzo Di Giulio e Stefania Migliavacca su Energia 3.21 dal blog della rivista del 24 settembre "Quantum of net-zero":

"Il 2020 sarà ricordato non solo come l’anno della pandemia ma come l’anno in cui il genere umano si è svegliato dichiarando di voler annullare le sue emissioni di gas serra nel giro di una manciata di anni... Si prevede o ci si impegna per l’azzeramento delle emissioni nette mondiali nel giro di tre decadi senza comprendere fino in fondo cosa questo significhi. Impegni quasi sempre basati sulla mera elencazione di target temporali espressi senza alcun riferimento a un piano operativo... Purtroppo, i numeri dell’opzione «net zero emissions» sono spietati... l’idea che sia possibile riorientare in una manciata di decenni l’economia mondiale soffre di una serie di distorsioni che ne limita fortemente la realizzabilità."

 

Fausto Carioti intervista Davide Tabarelli, su Libero del 27 settembre "Salveremo il clima solo con il nucleare":

"Complici le scelte europee "ai limiti dell'irrealistico", i rincari delle bollette sono appena iniziati... La Germania vuole uscire dal nucleare da vent'anni, ci sta riuscendo in questi mesi. Ma proprio la sua scelta è una delle cause del forte incremento della domanda di gas per fare elettricità, che ha contribuito al balzo dei prezzi spot di questi giorni. E nel 2021 la Germania ha aumentato del 50% i consumi di carbone, il fossile che emette più CO2. E' la conferma che senza nucleare si spinge sul carbone, che già oggi è la fonte più usata nel mondo per la produzione di elettricità... Nessun Paese può andare avanti solo con sole e vento che danno un'energia intermittente e dispersa. L'energia moderna deve essere continua e ad alta densità... L'uso dei combustibili fossili, iniziato trecento anni fa, ha cambiato la storia dell'umanità, ma ora sta causando un eccesso di CO2 nell'atmosfera... Esistono soluzioni? No. Siamo in trappola. O gli scienziati si sono sbagliati sul cambiamento climatico, oppure i prezzi dovranno salire ancora, e di molto. Secondo me, in ogni caso, faremo molta fatica ad abbandonare i fossili".

 

Articolo siglato GCA sulla Staffetta Quotidiana del 6 ottobre "La fine dei fossili è proprio ineluttabile?":

"Scorrendo i dibattiti sulla transizione ecologica, o comunque la si voglia definire e inquadrare, colpisce il fatto che si esclude in partenza l'ipotesi di progressi tecnologici rilevanti nel campo delle fonti fossili nei prossimi 10-30 anni in grado di rimetterle in gioco e di poterle ancora utilizzare senza effetti negativi sull'ambiente e sul clima e anche sull'economia. L'unica ipotesi su cui oggi si lavora è infatti quella di toglierle di mezzo al più presto, senza appello. Lo stesso ministro Roberto Cingolani nella conferenza stampa di chiusura della preCop 26, svoltasi a Milano la settimana scorsa, non ha avuto difficoltà a dire che “non c'è alcun futuro per gli investimenti sui combustibili fossili”... Scenari e prospettive che presuppongono sviluppi tecnologici non realizzabili in poco tempo. Come non tiene conto del fatto che alla fine è sempre il mercato che comanda e le infrastrutture esistenti non si possono rottamare. Ne potrebbe infatti andare di mezzo la sicurezza energetica e, trattandosi di energia, l'economia e l'occupazione. Scenari che, in particolare nel dibattito sul post petrolio, sono scarsamente presi in considerazione. Scenari in cui l'Occidente vedrebbe ridurre progressivamente il proprio ruolo nel controllo non solo sulle attività estrattive, ma soprattutto sulla raffinazione. Che ci porterebbe a dipendere dai paesi non-Ocse anche per l'approvvigionamento dei prodotti finiti. Come dire che in un quadro del genere imporre per decreto la scomparsa del petrolio e del gas senza avere ancora in campo una vera alternativa sarebbe del tutto pericoloso... E senza contare che anche nell'ambito delle fonti fossili ci potrebbero essere sviluppi tecnologici in grado di rimetterle in gioco, allontanando nel tempo l'ipotesi della loro messa in soffitta. Che non sarebbe più ineluttabile, come oggi invece viene previsto senza alcun segnale di volerne almeno discutere... Con quali conseguenze? Come si usa dire, ai posteri l'ardua sentenza. Sperando non sia troppo tardi."

 

Sergio Giraldo sulla Verità del 7 ottobre "L'Italia piena di gas paga gli errori di Berlino":

"Negli ultimi 5 anni i prezzi (del gas) sono rimasti bassi quasi costantemente, i contratti a lungo termine sono caduti in disuso, nessuno ha pensato ai tempi di magra, è esplosa la passione per le fonti rinnovabili. Da stabile e prevedibile quale era, il mercato energetico europeo è diventato così il frizzante regno del breve termine.La vera causa di tutto sta qui... Il mercato vive di aspettative e l'annuncio del Green deal ha contribuito ad alimentare l'illusione che i combustibili fossili fossero già il passato, gonfiando aspettative negative su questi e generando comportamenti imprudenti. I Paesi produttori di idrocarburi sono spinti da questa prospettiva a massimizzare nel breve termine. Fa specie pensare che quella che qualche giorno fa ha ipotizzato misure straordinarie per approvvigionarsi di idrocarburi è la stessa Commissione presieduta da Ursula von der Leyen che il 14 luglio scorso lanciava con enfasi il programma di decarbonizzazione Fit for 55. La prudenza avrebbe dovuto consigliare di far precedere tale annuncio dalla concreta messa in sicurezza del sistema attuale, con gli strumenti che pure esistono. Del resto si chiama transizione ecologica, non salto nel buio. Il grave difetto di visione di Bruxelles, che ha sacrificato la realtà presente in nome di un futuro ancora tutto da costruire, si traduce oggi in prezzi altissimi e rischi di blackout continentali."

 

Alberto Clò sul Quotidiano Nazionale del 7 ottobre "Caro energia, giù la Borsa L’Europa si affida a Putin":

"L'Europa è nel mezzo di uno shock energetico peggiore di quello del 1973. Di quello almeno ve ne era consapevolezza essendo causato da Paesi esteri apertamente ostili al mondo occidentale. Quel che non può certo dirsi della crisi d'oggi, in larga parte imputabile ai nostri errori, alle errate politiche europee, all'inazione e all'insipienza dei responsabili... nessuno, dico nessuno, ha dato l'allarme. Né le strutture ministeriali, né le autorità di regolazione, né chi gestisce gli stoccaggi. Non solo. Mentre ci si accorgeva dell'essenzialità del metano, in Europa si discettava se escluderlo dai criteri di sostenibilità, così da negargli i finanziamenti per gli investimenti. Ci si accorge ora che tutte le assunzioni su cui si pensava di costruire il futuro energetico e climatico stanno crollando come un castello di carta. Così che molti, nasato il vento (il professor Clò è bolognese Ndr.), hanno preso a sostenere il contrario di quel che sostenevano fino a ieri: che di gas c'è ancora necessità come di petrolio; che per disporne bisogna riprendere ad investire nella ricerca mineraria; che le rinnovabili sono intermittenti e discontinue: "quando non tira il vento l'eolico non produce" mi è capitato di leggere; che abbiamo assoluto bisogno del gas russo con Bruxelles che si è quasi genuflessa davanti allo zar Vladimir Putin, appellandosi al suo buon cuore... I nodi stanno venendo al pettine. Se la crisi sarà almeno servita a metterli in luce non sarà accaduta invano, come normalmente si dice delle disgrazie."

 

In coincidenza di questa temperie epocale, per pura combinazione (ma forse no) e per beffa del destino, si è celebrata a Milano una delle solite manfrine delle ragazzine ricche e antipatiche, che ormai persino i loro stessi compagni di scuola non sopportano più. La manifestazione di Milano ha toccato il culmine con l'avvento epifanico della "Piccola Greta", laudata, ossequiata e compiaciuta da tutti i potenti d'Italia, niuno escluso, dal Presidente della Repubblica al Papa, dal Presidente del Consiglio al Ministro della "Transizione Ecologica", che addirittura le si è inginocchiato di fronte...

 

Nei prossimi giorni il seguito con la seconda parte della rassegna stampa, a cura di Alberto Cuppini.