Grande successo dell'iniziativa della Regione Emilia-Romagna per assegnare consistenti contributi ai giovani che decidono di trasferirsi nei borghi di montagna.
Il borgo abbandonato di Chiapporato, in provincia di Bologna.
Appena pochi giorni fa, nel commemorare la scomparsa di Cesare Agostini, denunciavamo che troppi politici, ignorando le concrete prospettive di futuro in un territorio già in via di spopolamento, accettano di rinunciare per sempre alla possibilità di nuove e sostenibili opportunità economiche abbandonando le loro montagne nelle grinfie delle cavallette dell'eolico.
Ci piace ammettere che ci sono lodevoli eccezioni. Una, particolarmente piacevole, l'abbiamo appresa dalla stampa di ieri.
Il bando da 10 milioni della Regione Emilia-Romagna dello scorso settembre per incentivare giovani coppie a ripopolare la montagna ha avuto esiti trionfali: sono pervenute oltre 2.300 domande per ottenere un contributo a fondo perduto (fino a 30 mila euro) per acquistare o ristrutturare casa in Appennino. Tutte domande ammissibili, ma in numero almeno sette volte superiori al previsto: le risorse messe a disposizione saranno sufficienti a soddisfare, purtroppo, solo 341 nuclei familiari (genitori o single di età inferiore ai 40 anni).
E' disponibile l'elenco, delle richieste soddisfatte ripartite per Comune. I comitati anti-eolico, che tuttora vigilano sui propri territori, potranno osservare che molte di esse riguardano zone interessate da vecchi progetti eolici, da loro stessi fatti rigettare dopo lunga, dolorosa, costosa e asperrima tenzone.
Come prima conseguenza di questo successo di adesioni, la giunta regionale ha già annunciato che raddoppierà lo sforzo, stanziando nel prossimo bilancio altri 10 milioni.
Ci piace riportare le dichiarazioni degli ispiratori politici di questa iniziativa: il presidente della Regione Stefano Bonaccini (che per la montagna ha preteso, nella sua nuova giunta, un assessorato specifico) e l'assessore regionale alla montagna Barbara Lori, ai quali va il nostro incondizionato plauso.
Ha commentato Bonaccini:
"Si tratta di un risultato straordinario, una risposta fortissima. Abbiamo davvero colto un'esigenza reale quando, alcuni mesi fa, decidemmo di sostenere le aree montane favorendo chi avrebbe deciso di viverci. Oggi finanziamo una prima tranche di interventi, ma non ci fermiamo qui. Da subito raddoppiamo le risorse, con 10 milioni inseriti nel bilancio 2021, il cui esame è previsto in assemblea a dicembre. E l'obiettivo è finanziare questa misura in modo stabile di fronte alle tante persone che hanno risposto al nostro bando. Ma soprattutto per il fatto che la montagna sia per noi una priorità: territori fondamentali da un punto di vista ambientale, ricchi di storia e di tradizioni, che scontano uno svantaggio che vogliamo colmare."
Ha aggiunto la Lori:
"Siamo di fronte a una misura innovativa, estremamente concreta e calata nella realtà effettiva del nostro Appennino. Le tantissime domande arrivate ne sono una conferma. E’ in atto una riscoperta della montagna che va sostenuta e messa in valore. Con questo bando ci siamo posti tra gli altri due obiettivi: favorire il ripopolamento di questi territori e allo stesso tempo promuoverne la riqualificazione edilizia senza consumo di suolo... Il meccanismo funziona e non è isolato, perché si somma ai 25 milioni del Mise per il contrasto al digital divide che abbiamo deciso di dedicare interamente ai Comuni montani e alle misure per valorizzare i nostri 620 mila ettari di boschi (un terzo della superficie regionale), non solo al fine di contrastare il cambiamento climatico e salvaguardare la biodiversità ma di stimolare il turismo e le microfiliere produttive."
Tutta la stampa ha indicato nell'emergenza Covid, che ha smascherato la fragilità dei grandi aggregati urbani ed accelerato bruscamente la transizione verso il lavoro a distanza, il motivo scatenante di questo exploit. Non siamo del tutto d'accordo. Questa forte esigenza delle giovani coppie era già avvertita da molto tempo. Già dieci anni fa, in occasione di un convegno intitolato non a caso "Appennino da rivivere", nel nostro intervento facevamo notare che, beffardamente, le pale eoliche
"vanno a colpire in primo luogo proprio quei pochi (pochi ma in costante aumento) che avevano fatto delle scelte di vita in controtendenza, rinunciando alle comodità urbane per trasferirsi nelle zone di montagna meno accessibili, accettandone i tanti sacrifici. Si tratta del colpo di grazia a un moribondo. Lo spopolamento viene accelerato".
Rimarchiamo per inciso che proprio tra quei pochi c'erano alcuni tra i principali attivisti dei comitati contro i progetti eolici più inverecondi, che in Emilia-Romagna sono improvvisamente scomparsi - guarda un po' - con la diminuzione dei faraonici incentivi statali.
La nostra prima sollecitazione, in quel lontano documento, era
"l'implementazione di tecnologie informatiche e telematiche (già perfettamente in grado di funzionare) per il lavoro (e altre attività e servizi) a distanza, rendendo inutile il pendolarismo giornaliero di milioni (davvero milioni!) di persone con la città (causa prima di sprechi energetici ed inquinamenti) e trasformando una vita più a contatto con la natura in un privilegio anzichè in una penalizzazione. Ne trarrebbe beneficio per prima la città stessa".
Non essersi attivati fino a questo momento, ed averlo fatto obtorto collo solo dopo il Covid, ha fatto perdere inutilmente dieci anni. Siccome eravamo stati in questo preveggenti, ci permettiamo di rivolgere ai politici regionali e nazionali l'invito a prendere in considerazione le altre sollecitazioni di quel documento, che rimangono anch'esse assolutamente attuali, a maggior ragione dopo che la realtà ha confermato la correttezza di fondo della nostra analisi.
Riportare abitanti in Appennino è stato fin dall'inizio l'obiettivo primario della Rete della Resistenza sui Crinali, se non altro perchè avrebbe rappresentato il primo baluardo contro la temuta colonizzazione eolica.
Pertanto ci auguriamo che, al termine del travaglio della pandemia e con il ritorno del benessere economico, il governo dell'Emilia-Romagna si dimostri ancor più prodigo per accelerare il ripopolamento mantenendo, in conformità a quanto oggi affermato da Bonaccini, la montagna come priorità.
Del pari ci auguriamo che l'Emilia-Romagna divenga capofila e virtuoso esempio per le altre amministrazioni regionali, al fine di far rivivere quei borghi abbandonati degli Appennini o le Prealpi dove, come scriveva Pasolini, "sono vissuti i fratelli".
Ma soprattutto auguriamo a questa avanguardia di giovani e coraggiosi pionieri, come ai pionieri intergalattici nei telefilm della nostra infanzia, lunga vita e prosperità.
Alberto Cuppini