Il Congresso USA dà gli otto giorni a Fatih Birol (AIE)

Fatih Birol, il direttore dell'Agenzia Internazionale per l'Energia (AIE) preso a calcioni dalla commissione per l'Energia della Camera dei Rappresentanti USA per timore che "abbia perso il focus della sua missione di sicurezza energetica ed abbia invece spostato l'attenzione e le risorse sulla promozione della politica climatica, a scapito della sua missione principale". Da questo momento gli organismi istituzionali sanno che sono personalmente responsabili, con effetti retroattivi, della loro adesione fideistica alle "politiche climatiche". Migliaia di tecnici delle Amministrazioni, di professori universitari e di giornalisti del servizio pubblico si scoprono improvvisamente a rischio licenziamento, al pari di Birol. Il testo integrale della missiva del Congresso USA a Birol tradotto in italiano.

Le teste d'uovo che negli ultimi anni hanno modellato la politica energetica dell'Occidente riunite a Davos in occasione del World Economic Forum 2023.
Da sinistra a destra, Vanessa Nakate, Greta Thunberg, Fatih Birol, Luisa Neubauer e Helena Gualinga. Foto: Twitter @FBirol.

 

Notizia clamorosa. Non solo nella sostanza ma anche nei toni (brutali e inquisitori) adottati.

Fatih Birol (direttore dell'Agenzia Internazionale per l'Energia AIE) preso a calcioni là dove non batte il sole dalla commissione per l'Energia della Camera dei Rappresentanti USA. End of an era. Da questo momento gli organismi istituzionali sanno che sono responsabili della loro adesione fideistica alle "politiche climatiche". Se le ragazzine ricche e supponenti che fanno fughino da scuola il venerdì potranno continuare a ripetere che si può fare funzionare il mondo solo con le pale eoliche ed i pannelli fotovoltaici, questo non sarà più consentito agli esperti che, anzi, verranno chiamati a rispondere dei danni provocati dal loro supporto a questa follia economica ed energetica. L'indulgenza plenaria è finita, con effetti retroattivi. Ci si comincia a rendere conto delle enormi responsabilità di chi ha avallato il disastro energetico nel nome della sgangheratissima ideologia rinnovabilista. Migliaia di tecnici delle Amministrazioni, di professori universitari e di giornalisti del servizio pubblico si scoprono improvvisamente a rischio licenziamento, al pari di Birol.

Adesso il riflusso green è diventato ufficiale. Su carta intestata del Congresso USA. E questo ancor prima del ritorno di Trump (o forse proprio in vista della campagna elettorale contro Biden). Si prevedono presto guai (ambientali) in arrivo, ma in senso contrario a quelli disastrosi provocati dalle pale ciclopiche conficcate sui crinali e dai pannelli fotovoltaici sul suolo agricolo, proprio a causa dell'effetto rimbalzo. Guai ricercati col lanternino da quegli ambientalisti che in questi anni di adesione incondizionata alla puerile retorica rinnovabilista hanno fatto perdere al movimento la credibilità conquistata durante decenni di lotte per la tutela dell'ambiente. E del paesaggio.

La prima ad accorgersi del siluro lanciato dal Congresso USA e fatto esplodere sotto la linea di galleggiamento dell'Agenzia Internazionale per l'Energia è stata venerdì scorso la Staffetta Quotidiana con l'articolo "Aie, duro affondo del Congresso Usa contro Birol":

"mercoledì al capo dell'Agenzia internazionale dell'energia, Fatih Birol, è arrivata una reprimenda su carta intestata del Congresso Usa in una lettera firmata da Cathy McMorris Rodgers, in qualità di presidente della commissione per l'energia della Camera... criticando lo spostamento del focus dell'Aie dalla sicurezza energetica all'"advocacy delle politiche climatiche" e la mancata elaborazione delle storiche previsioni sulla domanda di energia, i presidenti delle commissioni chiedono anche a Birol di dare conto di come l'Agenzia spenda i soldi dei contribuenti Usa. In un passaggio particolarmente critico le Commissioni parlamentari affermano che le previsioni ricorrenti sul "picco" delle fonti fossili e in generale "la nuova agenda climatica dell'Aie e le sue previsioni errate potrebbero aver contribuito alla crisi energetica in corso".

Notizia clamorosa, appunto, ed altrettanto clamorosamente ignorata da tutti gli altri giornali tranne la solita Verità con l'articolo di sabato scorso del solito Sergio Giraldo "«State facendo spot all'agenda verde». Il Congresso degli Usa mette all'angolo l'Onu", che sottotitolava "Durissima lettera al capo dell'Iea: avete anteposto i dettami green alle valutazioni reali sui fabbisogni di energia fossile":

"Una netta sconfessione della conduzione di Birol, che negli ultimi anni si è concentrata sulla promozione delle politiche Net Zero, sull'elettrificazione dei consumi energetici e sulle fonti rinnovabili, derubricando petrolio e gas a fonti in via di dismissione... In pratica, il Congresso accusa Birol di essersi messo a fare l'agit-prop per il green, dimenticando il ruolo di analisi obiettiva dell'Iea e provocando tensioni sui mercati energetici mondiali."

Le prossime istituzioni sovranazionali ad essere inevitabilmente travolte da un'analoga tempesta, in quanto primarie responsabili del disastro, saranno l'IPCC e le COP dell'ONU.

Non vogliamo commentare oltre, rinviando gli interessati alla lettura degli articoli integrali della Staffetta e della Verità, disponibili (previo abbonamento) sui loro siti web. L'unica cosa che ci preme fare notare è che per anni siamo stati i soli, a parte Alberto Clò e Davide Tabarelli  ("Clò: "Pesanti responsabilità dell'AIE nell'aver contribuito a causare la peggiore crisi energetica da un mezzo secolo in qua". Tabarelli: "Ce n'è più che a sufficienza per chiedere le dimissioni del suo direttore Birol"."), ad avere criticato il deragliamento dell'AIE dai suoi compiti istituzionali. Ci piace qui ricordare che nel nostro post "La fanfaluca del "futuro tutto elettrico" smentita dalla realtà" di appena due mesi fa scrivevamo:

"Cuor contento il ciel l'aiuta! Oltre al cuor contento, inducono all'ottimismo anche gli stipendioni percepiti dal direttore esecutivo Fatih Birol e dai suoi colleghi dell'Aie, che da almeno una quindicina d'anni non azzecca una previsione."

Riteniamo piuttosto che, oggi, sia nostro compito di servizio pubblico per i resistenti sui crinali (e non solo!) fornire la traduzione in italiano della lettera scritta dal Congresso USA a Birol. In questo caso, come non mai, la forma è persino più importante della sostanza. Ecco, a seguire, il testo integrale della missiva indirizzata a Birol come Direttore Esecutivo dell'AIE, scritta su carta intestata del Congresso degli Stati Uniti (i grassetti sono nostri):

 

Caro Dr. Birol,

scriviamo per richiedere informazioni concernenti la gestione dell'Agenzia Internazionale dell'Energia (AIE). Come principale commissione permanente della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti, che esercita la giurisdizione sulla politica energetica, sulle informazioni sull'energia e sulla gestione del Dipartimento dell'Energia (DOE) degli Stati Uniti, stiamo conducendo una supervisione dell'AIE. Come Lei saprà, il DOE sorveglia la governance dell'AIE e partecipa alle varie commissioni che guidano la politica ed i programmi dell'AIE. Un rappresentante del DOE è vicepresidente del comitato di direzione dell'AIE, che è responsabile della gestione globale dell'AIE attraverso il suo budget e la pianificazione dei lavori. Inoltre, una quota significativa del budget complessivo dell'AIE è finanziato dai contribuenti statunitensi.

L'AIE venne costituita nel 1974 per assicurare la sicurezza dei rifornimenti di petrolio a seguito delle interruzioni create dall'embargo petrolifero arabo. Il Congresso ha autorizzato le agenzie governative degli Stati Uniti a partecipare all'AIE per fornire dati autorevoli e analisi imparziali dei mercati energetici mondiali, per supportare risposte coordinate alle interruzioni dell'offerta di energia e per rafforzare la sicurezza energetica degli Stati Uniti e dei suoi alleati. Noi siamo preoccupati che l'AIE abbia perso il focus della sua missione di sicurezza energetica ed abbia invece spostato l'attenzione e le risorse sulla promozione della politica climatica, a scapito della sua missione principale.

Sotto la Sua guida, l'Aie ha smesso di pubblicare le previsioni di base sulla domanda di petrolio e di gas naturale, che forniscono uno strumento vitale per valutare le esigenze di sicurezza energetica e i costi e i benefici delle nuove politiche. Invece, l'AIE ha scartato queste previsioni oggettive ed ha iniziato a modellarsi solo in base agli obiettivi ambiziosi delle politiche climatiche che limitano l'uso dei combustibili fossili. Come risultato, le proiezioni dell'AIE mostrano che la domanda di energia fossile raggiungerà presto il picco, in linea con questi scenari di politica climatica.

La crisi energetica seguita alla pandemia del COVID e alla invasione russa dell'Ucraina nel febbraio 2022 hanno rivelato la pericolosa dipendenza dell'Europa dal gas naturale russo e l'affidamento del mondo alle catene di fornitura cinesi per le tecnologie energetiche così dette "pulite", che includono l'eolico, il solare e le batterie. Scarsità di combustibili e alti prezzi dell'energia hanno destabilizzato le economie di tutto il globo. I Paesi europei, il cui rifornimento di gas rimane dipendente dai gasdotti russi e dalle importazioni di gas naturale liquefatto (GNL), sono stati forzati a razionare i rifornimenti ed a ridurre l'attività manifatturiera.

La nuova agenda climatica dell'AIE e le proiezioni errate potrebbero aver contribuito alla crisi energetica in corso, fallendo nel compito di fornire ai governi partecipanti i dati accurati ed imparziali atti a prendere le decisioni. I decisori governativi e gli utenti del settore energetico che si avvalgono dei rapporti dell'AIE sono stati incapaci di soppesare i costi e i benefici quando gli scenari fittizi dell'AIE distorcono le previsioni sulla domanda.

Le discutibili proiezioni di "picco" della domanda di petrolio e di gas naturale fatte dall'AIE già minacciano di minare la sicurezza energetica degli Stati Uniti e dei suoi alleati. Per esempio, il DOE ha recentemente testimoniato che lo scenario dell'AIE che mostra la domanda globale di gas naturale raggiungerà il picco in questo decennio ha formato la decisione dell'amministrazione Biden di fermare i nuovi permessi di esportazione di GNL statunitense.

Le restrizioni delle esportazioni di GNL statunitense avranno un significativo impatto sulle economie e sui prezzi del carburante, sulla sicurezza energetica e sulle emissioni globali. Si noti che le esportazioni di GNL statunitense hanno spronato i Paesi europei a costruire impianti per l'importazione onde abbandonare ulteriormente il gas naturale russo. Deplorevolmente, l'Europa lo scorso anno ha importato un ammontare record di GNL dalla Russia, nonostante questi sforzi. L'Europa oggi sta importando il 40% di GNL dalla Russia in più rispetto a prima dell'invasione dell'Ucraina. Adesso non è il momento di voltare le spalle all'enorme potenziale energetico dell'America.

L'abbraccio dell'AIE alla causa della promozione della politica climatica fa sorgere serie domande circa l'assolvimento del dovere dell'AIE alla sua missione di sicurezza energetica autorizzata dal Congresso e finanziata dai contribuenti statunitensi. Per aiutare la Commissione nella sua valutazione della gestione dell'AIE, Le chiediamo di rispondere a quanto segue entro il 17 aprile 2024:

1) Fornite una descrizione del budget totale annuo e del personale, inclusi i collaboratori a contratto, dell'AIE. Elencate le sedi di tutti gli uffici dove l'AIE mantiene una presenza fisica. L'AIE ha considerato di trasferire la sua sede principale di Parigi su base permanente o a rotazione?

2) Elencate tutti i finanziamenti, il personale, l'assistenza tecnica e le altre risorse fornite dal Governo degli Stati Uniti all'AIE dal 20 gennaio 2021.

3) Fornite tutta la documentazione, incluse le comunicazioni, relativa allo sviluppo del budget e del piano di lavoro per i cinque anni precedenti.

4) Fornite tutta la documentazione, incluse le comunicazioni, relativa allo sviluppo dei rapporti del World Energy Outlook pubblicati nei cinque anni precedenti.

5) Fornite tutta la documentazione, incluse le comunicazioni, relativa alle decisioni e alle azioni dell'AIE atte ad eliminare gli scenari di riferimento, come previsto da leggi e regolamenti in vigore, dalle sue proiezioni prospettiche della domanda.

6) Fornite tutta la documentazione, incluse le comunicazioni, concernente la decisione del DOE di fermare i nuovi permessi di esportazione di GNL statunitense. L'AIE è stata consultata dal DOE sugli scenari dell'AIE relativi al "picco" di domanda del gas naturale?

7) Spiegate se l'AIE ha abbandonato il suo impegno storico verso un'analisi imparziale e obiettiva a favore della difesa della politica climatica e, in tal caso, spiegatene la logica.

8) Spiegate la posizione dell'AIE sullo sviluppo di nuove infrastrutture per il petrolio ed il gas naturale, anche nei progetti greenfield.

9) L'AIE renderà liberamente disponibili ai contribuenti statunitensi tutti i dati, gli assunti e le metodologie contenute nei suoi rapporti? E, in caso contrario, perché no?

10) L'AIE ha condotto un'analisi degli impatti di una messa al bando dell'uso dell'energia fossile, inclusi carbone e gas naturale, nella generazione elettrica entro il 2025? E, in caso contrario, l'AIE si impegnerà a produrre tale analisi?

Attendiamo una Sua pronta risposta. La ringraziamo in anticipo per la Sua collaborazione.

Sinceramente,

Cathy McMorris Rodgers, Presidente della Commissione per l'Energia e il Commercio

Jeff Duncan, Presidente della Sottocommissione per l'Energia, il Clima e la Sicurezza della Rete