Alberto Bagnai: "La narrazione greenista - diciamo gretina - essendo basata su un falso ideologico - direi proprio su un falso ontologico - non può che essere assistita da balle. Da balle di una controvertibilità lapalissiana".
Nel video su Youtube che vi proponiamo qui sopra (guardatelo tutto, anche se il meglio arriva al minuto 6,00), il professor Alberto Bagnai ci dà una grande lezione sul perchè l'economia "green" è ormai morta (anche se non sepolta), come peraltro poteva essere facilmente previsto fin dall'inizio da chiunque, anche se nessuno dei suoi colleghi economisti, che fin dall'inizio avrebbero avuto l'obbligo istituzionale di denunciare l'immane truffa in corso, ha mai osato farlo (pubblicamente).
Queste forti dichiarazioni del professor Bagnai assumono un particolare rilievo perchè Alberto Bagnai, oltre che docente universitario, è pure parlamentare e, soprattutto, è il responsabile del "dipartimento economia" della Lega.
Dopo aver guardato il video della lezione del professor Bagnai al volante e dopo qualche ricerca in rete, ci corre l'obbligo di due considerazioni (e di qualche domanda retorica).
Prima considerazione.
Nel web abbiamo ritrovato, tra i molti altri, un suo post sul blog Goofynomics di un paio di mesi fa di cui non eravamo a conoscenza (e se non ne eravamo a conoscenza noi, che pure cerchiamo minuziosamente su tutta la rete qualche posizione eterodossa che sostenga i nostri dubbi contro l'eolico salvifico dovunque e a tutti i costi...): "Le narrazioni catastrofistiche e i loro limiti":
"Mi sembra del tutto evidente che dietro la strategia comunicativa gretina ci sia un pensiero: la volontà di invocare uno stato d'eccezione perenne, ma soprattutto l'intenzione di arroccarsi su un registro emozionale, tale da non ammettere repliche... I danni che una simile comunicazione può fare sulle menti più fragili e su quelle in formazione sono oggetto di specifiche indagini, su cui non ci soffermeremo... Fatto si è che la comunicazione catastrofistica, soprattutto quando a farla sono degli sfigati, è a forte rischio di backfire".
Perchè non eravamo informati di queste forti posizioni dell'onorevole Bagnai, che pure è ospite frequente dei programmi televisivi, essendo egli l'unico esponente leghista in grado di dire qualcosa di originale al di fuori delle più trite banalità recitate davanti alle telecamere dai suoi colleghi di partito? In Tv è forse vietato mettere in dubbio i dogmi della religione green? Si vuole evitare di ferire la sensibilità degli adoratori della nuova religione? C'è un tabù? O i motivi del muro di gomma sono altri e meno nobili?
Per inciso: sempre scorrendo il web abbiamo anche trovato un altro post dove Bagnai definisce gli aerogeneratori che infestano le montagne del suo collegio elettorale in Abruzzo "le orripilanti pale, per crocifiggere il paesaggio".
Seconda considerazione e ultima domanda retorica.
Il professor Bagnai, da responsabile del "dipartimento economia" della Lega, non potrebbe riunire i membri leghisti del governo Meloni (e magari pure tutto il gruppo parlamentare eletto lo scorso anno, che finora ha dato mediocre prova di sè) per ripetere loro questa stessa lezione sulle "balle" della "narrazione greenista"? Se non altro per evitare, con il loro voto, di continuare a finanziare le clientele altrui e di continuare a far sprofondare nella miseria gli italiani.
Si potrebbe così prevenire, in prospettiva futura, di ripetere inauditi errori basati su un "falso ideologico", come quello commesso dal governo Meloni con la reintroduzione della scala mobile... ma solo per incentivare ancor di più, nelle aste competitive, la speculazione delle rinnovabili elettriche.
Come ha voluto precisare un attento lettore dopo la lettura del nostro recente post "Scala mobile per gli impianti eolici":
"L'indicizzazione degli incentivi alle rinnovabili all'inflazione (cumulata dal primo agosto 2019) è stata introdotta dal governo Meloni con un emendamento alla legge di conversione del D.L. "Rigassificatori" 57/2023 (art. 3 - octies), su cui è stata posta dal governo la fiducia.
La norma, entrata in vigore il 28 luglio, stabilisce che dalla sua attuazione non derivino nuovi oneri per la finanza pubblica, per cui i lauti compensi agli speculatori delle rinnovabili graveranno direttamente sulle nostre tasche attraverso gli "oneri di sistema" in bolletta elettrica, già cancellati dal governo Draghi ma reintrodotti da questo governo il 31 marzo scorso con il D.L. 34/2023 "Bollette".
Per il momento, a partire dal 1° aprile, essi gravano per circa il 10% sulla bolletta delle famiglie, ma dopo l'imminente asta GSE del 17 ottobre l'ulteriore incremento in bolletta, non sappiamo ancora quanto consistente, sarà devoluto a sussidiare i signori del vento e del sole, ad incentivare (con i nostri soldi) lo scempio ambientale e paesaggistico e ad aumentare ulteriormente l'inflazione."
Ringraziamo il nostro lettore del contributo e invitiamo il professor Bagnai ad intervenire presso "le menti più fragili" del suo partito, come direbbe lui nel suo scanzonato umorismo, onde evitare ulteriori e più gravi lutti alla Nazione.
Alberto Cuppini