"In particolare riteniamo compito precipuo del Parlamento evitare che tali enormi costi continuino ad essere celati nelle bollette elettriche di tutti gli italiani, anzichè essere palesati e portati a carico della fiscalità generale".
Ad un'analoga conclusione, sia pur con altre validissime argomentazioni, è ora giunta l'Antitrust in audizione al Senato la scorsa settimana.
Dagli atti del Senato dell'audizione, che invitiamo a leggere per intero, riportiamo queste rigorose affermazioni:
La "complessità" e "l'articolazione" della bolletta elettrica "è tale da compromettere significativamente la trasparenza e la comprensibilità delle fatture per l'utenza".
"L'aumento dell'incidenza degli oneri di sistema sulla spesa complessiva ha, in quest'ottica, un impatto rilevante sul processo di liberalizzazione del mercato della vendita al dettaglio di energia elettrica, atteso che incide negativamente sulla scelta e sulla comprensione delle offerte da parte dei clienti finali... si aggiunga che le dinamiche competitive risultano fiaccate dal potersi la concorrenza esplicare solo su una componente ridotta della bolletta medesima, essendo limitata la possibilità per gli operatori di agire sulla componente prezzo in misura tangibile per i consumatori".
E soprattutto:
"In particolare, appare ormai imprescindibile il riconoscimento della natura tributaria di tale componente della bolletta elettrica... Si ritiene, in tal senso, di condividere le indicazioni espresse dalla stessa ARERA, la quale ha ipotizzato un trasferimento degli oneri a carico della fiscalità generale".
Alberto Cuppini