Carlo Pelanda: "Nel futuro per sostenere circa 10 miliardi di persone non basteranno le fonti idro, solari ed eoliche che sono carine e utili, ma del tutto insufficienti come sistemi primari."
L'articolo del giorno. Rassegna stampa per i resistenti sui crinali a cura di Alberto Cuppini.
Alcuni spunti molto interessanti nell'articolo del professor Carlo Pelanda su La Verità di domenica scorsa:
"L'ambientalismo semplicista pensa in termini lineari: c'è un rischio ipertermico alla fine del secolo a causa dei gas serra, si cominci ora a ridurli con un calendario, appunto, lineare. Ma tale calendario, che alimenta quello Ue, non considera il conflitto tra sviluppo e presunta salvazione ambientale con tale metodo, mettendo a rischio il primo.
Inoltre non è ancora chiaro quanto del riscaldamento globale dipenda dall'antropizzazione e quanto dal ciclo oscillatorio del pianeta. Ma è certo che nel futuro servirà una quantità enorme di energia per sostenere circa 10 miliardi di persone... non basteranno le fonti idro, solari ed eoliche che sono carine e utili, ma del tutto insufficienti come sistemi primari. Infatti, tutto il mondo con l'eccezione dell'Ue sta programmando un futuro di combustibili fossili... In sintesi, nessuno segue l'esempio dell'Ue e prima o poi l'Ue stessa dovrà tenerne conto.
Il concetto è chiaro, ma la resistenza da parte dell'ambientalismo semplicista, probabilmente ispirato all'interesse geopolitico di Francia e Germania a ergere l'Ue come potenza etica-ideologica-protezionista perché non ha altri mezzi di forza vera in quanto debellicizzata è molto forte e al momento maggioritaria. Ma aumentano i segnali che il realismo inizi a emergere."
Il primo segno indiscutibile del realismo che sta iniziando ad emergere è l'abbandono da parte del professor Pelanda dell'ipotesi "più rinnovabili" che egli stesso appoggiava sulla stampa fino a qualche settimana fa:
"Promettente è la bozza del programma RePowerEu che fissa il percorso del distacco dal gas russo, con enfasi sull’accelerazione della messa in opera di più energie rinnovabili".
E' tuttavia opportuno fare rilevare il pericolo che si passi da quell' "ambientalismo semplicista" sempre denunciato anche da noi come esiziale a quel tecno-ottimismo altrettanto semplicista ed altrettanto esiziale che compare nell'articolo:
"Quando saranno pronte tali tecnologie potentissime per produrre energia pulita in enormi quantità e a basso costo, allora la riduzione di gas serra potrà essere perseguita in progressione geometrica..."
Affrontare il problema di trovare "una quantità enorme di energia per sostenere 10 miliardi di persone" (fingendo di ignorare che alla radice di tutti i problemi c'è proprio questo numero) confidando in avveniristiche "tecnologie potentissime" e non attraverso dolorose scelte politiche, rischia che tutto venga risolto nel modo più brutale proprio dall'intensificazione fuori controllo di quella che Pelanda definisce con sintesi felice "deglobalizzazione conflittuale".
Alberto Cuppini