Elettricità record, sopra 500 €/MWh in Italia.

 

Improvvisa scoperta del Sole 24 Ore: "le pale eoliche funzionano male perché con il caldo estremo il vento tende a soffiare poco." Il Sussidiario: "sistema semi socialista dove, con la scusa della riduzione dei consumi, si controlla tutto e tutti... pulsioni semi totalitarie".

L'articolo del giorno. Rassegna stampa per i resistenti sui crinali a cura di Alberto Cuppini. 

 

Articolo di Sissi Bellomo sul Sole 24 Ore di oggi dal titolo "Elettricità record, sopra 500 €/MWh in Italia. Emergenza caldo sommata alla crisi del gas":

 

"Una sequenza di rincari come quella dei giorni scorsi invece è davvero inedita. E preoccupa... Le rinnovabili in questo caso non sono la salvezza, purtroppo. Persino i pannelli solari quando si surriscaldano perdono efficienza (tra il 10 e il 25% secondo CED Greentech, tra i leader di settore negli Stati Uniti) mentre le pale eoliche funzionano male perché con il caldo estremo il vento tende a soffiare poco."

 

L'autorevole Sole 24 Ore, dopo avere sponsorizzato da oltre una dozzina d'anni l'iper-incentivato eolico e dopo avere scatenato una violentissima campagna di stampa  (riuscitissima) contro Soprintendenze e comitati per semplificare la normativa di tutela ambientale e paesaggistica al fine di poter piantare pale eoliche ovunque, si accorge improvvisamente che, quando in estate fa caldo, "il vento tende a soffiare poco", e che le pale eoliche non servono a niente senza le centrali tampone a gas, che devono necessariamente duplicare tutto il potenziale elettrico non programmabile.

Il prossimo inverno, quando il gas, e quindi anche l'elettricità, sarà razionato e molte attività produttive verranno interrotte, forse il Sole si accorgerà pure che d'inverno e di notte i pannelli fotovoltaici "funzionano male".

Sull'autorevole Sole 24 Ore, nonostante questa drammatica crisi dei costi energetici (che "preoccupa", si ammette oggi, e che dura ormai dall'autunno scorso - e quindi ben prima dello scoppio della guerra in Ucraina), non si sono mai scorte tracce nè dell'ovvia spiegazione nè, tanto meno, della conseguente autocritica. 

Eppure non ci vuole molto per capirne i motivi. Oggi stesso li riporta efficacemente Paolo Annoni su Il Sussidiario, nell'articolo "Gas e politica", che vi consigliamo di leggere per intero dal sito web del quotidiano in rete:

 

"Il problema vero è che il mercato non funziona perché non è messo nelle condizioni di funzionare.

In un mondo “normale” l’esplosione dei prezzi degli idrocarburi porterebbe nel medio periodo a un’esplosione dell’offerta. Estrarre gas sarebbe talmente conveniente che con un impianto normativo minimamente decente, con certezza di regole e canoni di estrazione, si arriverebbe a un incremento dell’offerta. Uno strutturale deficit energetico darebbe nuovi incentivi al nucleare e così via. Sappiamo perfettamente che non siamo in questa situazione. Il legislatore europeo e italiano ha deciso d’ufficio quali modi di produrre energia siano sufficientemente green e quali no a prescindere da come venga svolta l’attività e da quante attenzione si ponga all’ambiente. Oltretutto, come sappiamo, i costi ambientali delle fonti green sono taciuti.

La soluzione di mercato non è attraente perché il mercato è stato “abolito” e i Governi danno le carte sulla base di scelte ambientali discutibili e il cui costo economico implica una riduzione della qualità della vita spaventoso."

 

Il problema è dunque essenzialmente politico. Politico, appunto, e il prossimo 25 settembre il popolo sovrano (anche se il popolo, che alla fine si ritrova sempre governato dal partito che rappresenta le élite globalizzatrici, comincia ad avere qualche dubbio di essere ancora sovrano), impoverito dalla Greenflazione, avrà la possibilità di mandare a casa i politici che hanno gabellato che l'Italia potesse funzionare solo con pale e pannelli. E non stiamo parlando solo degli sprovveduti grillini, che si sono mandati a casa da soli. Ma anche e soprattutto del PD, da sempre grande sponsor dell'eolico a tutti i costi.

 

Alberto Cuppini