Il premier Mario Draghi ieri in Senato: "Stiamo andando verso un mondo dove le energie rinnovabili saranno dominanti e dove il gas e il petrolio saranno residuali".
L'articolo del giorno. Rassegna stampa per i resistenti sui crinali a cura di Alberto Cuppini.
Ieri il governatore della Banca d'Italia, in un Forum organizzato da Bloomberg, ha ammesso (come riportato dal Sole 24 Ore in prima pagina) che "così le imprese non sopravvivono".
Ogni giorno sempre più sostenitori (fino a ieri) delle "rinnovabili" salvifiche, quegli stessi che avrebbero dovuto impedire le follie degli ultimi anni culminate con l'European green deal, sono costretti ad ammettere, uno dopo l'altro, che tutta la nostra civiltà industriale si basa sulla disponibilità di energia economica, programmabile ed affidabile.
Al contrario, i vari ministri Cingolani, Franco (che continua ad insistere che lo sviluppo da miracolo economico previsto per quest'anno dai suoi uffici si ridurrà di appena pochi decimi di punto percentuale a causa delle sanzioni alla Russia) e tutti i loro colleghi di governo negano la gravissima realtà (e insieme le loro responsabilità) e gettano acqua sul fuoco. Il consigliere economico di Draghi Francesco Giavazzi ha rilasciato una dichiarazione che rischia di farlo passare alla storia: "Andiamo verso i due mesi migliori dell'anno, aprile e maggio, quando l'Italia ha abbastanza energia idroelettrica e rinnovabile per ridurre a zero l'import del gas dalla Russia".
Oggi, nella scelta dell'articolo per la nostra edicola quotidiana, vogliamo però andare in contro tendenza.
Mentre su tutti i giornali cominciano a sorgere i primi sospetti di possibili razionamenti dell'energia entro breve, e nella popolazione si diffonde la consapevolezza che riscaldarsi ed usare un'automobile potrebbe presto tornare ad essere un lusso per pochi (come in Italia lo era sempre stato prima del "miracolo economico"), il quotidiano La Repubblica rimane saldo e immarcescibile ad indicare, in tutti i suoi articoli, le "rinnovabili" come il Santo Graal per sanare i mali del mondo.
Così, ad esempio, l'articolo di oggi di Luca Pagni "Frenano i rialzi delle bollette" è un esempio di involontaria comicità non solo nel titolo ma già nell'occhiello: "A partire dal primo aprile".
Pagni è solo una pallida copia del suo predecessore Cianciullo nello scrivere sfondoni sulle "rinnovabili", che tanto ci hanno fatto divertire in passato per la loro sfrontatezza, ma anche lui non scherza per niente.
Non si capisce bene se sia la politica editoriale della Repubblica ad essere filo governativa ad oltranza oppure se sia la politica economica del governo italiano ad essere filo Repubblica nell'assecondare le pretese dei lobbysti di pale e pannelli ad ogni costo.
Confessiamo che qualche sospetto ce lo avremmo.
Sentire il premier Mario Draghi, come fedelmente riporta Pagni nell'articolo ("il premier suggerisce all'authority di studiare un nuovo meccanismo per le tariffe legato allo sviluppo delle energie verdi"), riferire davanti ad un Senato in preda all'angoscia per la concreta prospettiva del tracollo dell'economia italiana di fronte ad una improvvisa carenza di materie prime essenziali e di energia che
"stiamo andando verso un mondo dove le energie rinnovabili saranno dominanti e dove il gas e il petrolio saranno residuali. Il mercato del Ttf, secondo me, risponde sempre meno alla realtà",
fa pensare che a rispondere sempre meno alla realtà non sia solo il mercato del Ttf.