Annoni: "Il consumo di suolo delle rinnovabili è un multiplo delle tecnologie tradizionali e in un Paese piccolo con poche pianure e densamente abitato come l’Italia comporta criticità “estetiche”. La capacità eolica, dato l’incremento del costo delle turbine, non è redditizia. Inoltre, i calcoli sulla convenienza della produzione elettrica intermittente spesso non includono una criticità ineludibile: le rinnovabili esigono il mantenimento di una struttura sostitutiva che intervenga quando non c’è il sole o il vento. Lo sviluppo delle rinnovabili senza una base di produzione elettrica costante espone l’Italia a una volatilità dei prezzi dell’elettricità che non è sostenibile per l’industria".
Oggi, per la nostra rubrica "L'articolo del giorno", abbiamo scritto il post di presentazione più breve della storia.
L'articolo in questione è quello di Paolo Annoni, pubblicato sul Sussidiario del 9 maggio, Rinnovabili, ecco perché l’Italia non potrà mai diventare come la Spagna, scritto sulla scia della gran cagnara mediatica, aizzata dai finora onnipotenti speculatori delle rinnovabili e dai loro sodali, dopo la pubblicazione del "Decreto Lollobrigida", teso a vietare l’installazione (definita "selvaggia" dallo stesso ministro) di impianti fotovoltaici a terra nei terreni a uso agricolo.
Difficile riuscire a spiegare tante cose sulle criticità delle "rinnovabili" intermittenti in così poco spazio come fa Annoni in questo suo pezzo. Gli si potrebbe fare qualche pulce, come ad esempio la scelta della Spagna (dove in Borsa è appena scoppiata la bolla dell'energia green) come esempio virtuoso, ma vogliamo evitare di essere pignoli.
Leggetevi perciò tutto l'articolo con attenzione, da cima a fondo, dal sito web del Sussidiario.
E, se lo riterrete meritevole, diffondetelo urbi et orbi.
Alberto Cuppini