Chicco Testa sul RePowerEU: "Un insieme alquanto raffazzonato e scarsamente meditato di misure destinate ad essere smentite dai fatti"
L'articolo del giorno. Rassegna stampa per i resistenti sui crinali a cura di Alberto Cuppini.
Per trovare su un giornale italiano "istituzionale" una critica ("un insieme alquanto raffazzonato e scarsamente meditato di misure") al nuovo parto dell'ingegno delle euro-tecnocrazie denominato "RePowerEU" (nomina sunt consequentia rerum), abbiamo dovuto aspettare su Il Foglio di oggi l'articolo di Chicco Testa "Il guaio dell'Ue con l'energia", che sottotitola "La strategia che manca per una nuova transizione". Qui un assaggio (i grassetti sono nostri), col consiglio di acquistare il Foglio in edicola oppure on-line perchè l'articolo merita di essere letto dall'inizio alla fine:
"Sono passati in fondo pochi mesi ma tutto è cambiato. Eppure la strategia europea per l'energia sembra non rendersene conto e fa molta fatica a prendere atto della nuova situazione. La precedente impostazione, il programma FIT for 55... sollevava più di una perplessità sia per l'ambizione degli obiettivi e la grandezza dei numeri in gioco, molto sfidanti, sia per le notevoli difficoltà tecniche (stato delle reti, accumuli, costo produzione idrogeno solo per citarne alcuni). Ma da allora tutto è cambiato. La crisi internazionale ha messo l'Europa di fronte all'insostituibilità per un lungo periodo, decenni (Sarebbe stato più onesto dire generazioni. Alcune generazioni. Sempre ammesso che siano sostituibili da innovazioni tecnologiche attualmente allo stadio larvale. NdR), dei combustibili fossili...
Il nuovo programma RePowerEU (rilancia gli) obiettivi del FIT for 55. L'asticella - aumento delle rinnovabili, aumento dell'efficienza energetica, aumento della produzione di idrogeno - viene posta sempre più in alto ed in tempi sempre più accelerati. Incuranti sia delle difficoltà che dei costi... Altre cose, come l'obbligo di installare pannelli fotovoltaici sugli edifici pubblici e sulle case di nuova costruzione, l'innalzamento del target di efficienza energetica, l'introduzione obbligatoria di pompe di calore fanno parte del volontarismo europeo che temo non valuti con sufficiente attenzione i costi per le famiglie. O per gli stati, come in Italia con il 110. Non mancano annotazioni comiche come la spinta per l'eliminazione degli incentivi ai combustibili fossili, mentre i governi stanno defiscalizzando per contenerne i prezzi. Sembra che talvolta in Europa ci sia una discreta confusione. O una colpevole inerzia di idee. Evidentemente nessuno degli estensori del programma ha fatto il pieno negli ultimi mesi. O è al corrente della crisi dei trasporti commerciali".
La stessa impressione di "discreta confusione" o di "colpevole inerzia di idee" la ricaviamo anche dalla lettura dei quotidiani italiani, che si sono sempre ben guardati dal criticare le smaccate corbellerie del FIT for 55 o del RePowerEU per timore di incorrere nelle ire della lobby dei rinnovabilisti o - peggio - delle gretine.
A cominciare dallo stesso Foglio, il cui direttore Claudio Cerasa, viste le bestialità che scrive e fa scrivere in questa stessa materia, evidentemente negli ultimi dodici anni non ha mai letto gli articoli di Chicco Testa. Che non sarà un genio o un modello di coerenza, ma che ci tiene a non passare da stupido presso la posterità, a costo di sfidare la potente lobby dei suoi ex (ex?) compagni di Legambiente. Scusate: dimenticavo che non si può dire "lobby".
Alberto Cuppini