Tabarelli (Nomisma Energia): "Abbiamo messo in campo queste rinnovabili che hanno comunque bisogno di una riserva di gas. Oggi ci troviamo con un cataclisma di proporzioni inimmaginabili".
L'articolo del giorno. Rassegna stampa per i resistenti sui crinali a cura di Alberto Cuppini.
Dall'intervista di Pietro De Leo al professor Davide Tabarelli (Nomisma Energia), annunciata in prima pagina sul Tempo di oggi (i grassetti sono nostri):
"In caso di embargo duro dovremmo comunque fare del razionamento... sa che le dico? E' colpa mia e di quelli che fanno il mio mestiere. Evidentemente non siamo riusciti a spiegare bene la gravità della situazione".
Scardinare 20 anni di ideologia ecologista è dura.
"Sì, ma dove io e molti altri non siamo riusciti a spiegare bene le cose l'ideologia ecologista si è infilata. Ricordo Grillo, nel 2007, al primo Vaffa-day, scagliarsi contro il carbone. Oggi, ad avercene di centrali a carbone!"
C'è un ritardo a livello comunitario?
"Sì, c'è un ritardo forte, è evidente. Ma è facile sparare sulla Croce Rossa. Dobbiamo piuttosto risalire alle origini della situazione attuale. Noi paghiamo uno spostamento troppo accentuato verso l'ambiente, innescato negli ultimi anni. Abbiamo chiuso le centrali nucleari in Germania, abbiamo messo in campo queste rinnovabili che hanno comunque bisogno di una riserva di gas, in Italia ci hanno detto che le centrali a carbone non ci servono più e che non dovevamo utilizzare le trivelle. Oggi ci troviamo con un cataclisma di proporzioni inimmaginabili".
Bravo professore per l'auspicata assunzione di responsabilità della categoria degli economisti. Non dico degli economisti "che si occupano di energia" perchè un qualsiasi economista deve essere, per definizione, perfettamente consapevole del ruolo dell'energia in economia e dell'insostituibilità, almeno per le prossime generazioni, delle fonti tradizionali.
Adesso attendiamo il mea culpa anche da parte dei suoi colleghi che in questi anni, per opportunità e conformismo, hanno recitato la parte dei grillini e poi addirittura dei gretini, conducendo l'Italia all'attuale "cataclisma di proporzioni inimmaginabili".
Ci corre però l'obbligo di precisare che le basi del cataclisma erano state gettate ben prima dell'avvento epifanico della "Piccola Greta" - e della sua adozione come referente culturale da parte della Von der Leyen - e persino prima della discesa in piazza di Beppe Grillo. Il grillismo verrà spazzato tra qualche mese alle elezioni, ma gli altri partiti che già in precedenza avevano adottato l' "ideologia ecologista" denunciata da Tabarelli sopravviveranno. Conviene non votarli. Altrimenti, oltre a mandare alla malora tutta la legislazione a favore del paesaggio e dell'ambiente (lo stesso Tabarelli nell'intervista confonde "ambiente" e "ideologia ecologista"), faticosamente costruita negli ultimi decenni, andrà alla malora l'Italia intera. Mentre, nel frattempo, nel resto del globo proseguirà incontrastato l'aumento delle emissioni clima-alteranti. Chi vuole vincere le prossime elezioni politiche in Italia dovrebbe cominciare col proporre il licenziamento per giusta causa e giustificato motivo dei professori universitari che hanno reso possibile l'adozione delle rinnovabili come articolo di fede, facendo credere che l'Italia potesse funzionare solo con pale e pannelli. Altrimenti, con questa gente ancora in cattedra, dalla crisi economica e dai cambiamenti climatici non usciremo mai fuori.