La coperta corta dell'energia eolica

L'articolo del giorno. Rassegna stampa per i resistenti sui crinali a cura di Alberto Cuppini.

 

La decisione governativa di giovedì di "sbloccare" (con la grazia di un rullo compressore o, per restare d'attualità, di un carro armato russo) sei impianti eolici per i quali c'era disaccordo tra Regioni e governo oppure tra il ministero della Cultura e quello della "Transizione ecologica" (...) è stata salutata con ardore da tutti i giornaloni italiani, nessuno escluso. L'unico quotidiano bastian contrario (come sempre più spesso avviene) è stata oggi la Verità, con l'articolo di Sergio Giraldo, "La coperta corta dell'energia eolica".

Giraldo elenca alcune negatività dell'eolico, ed in particolare, oltre alla inefficienza ed alla "devastazione del paesaggio", "la intermittenza della fonte ventosa" che non le permette di avere un carattere "alternativo" alle fonte tradizionali, ma che comporta la necessità di bilanciamenti e quindi di costi, nascosi nella bolletta "in quella voce un po' misteriosa che si chiama "oneri di sistema".

Niente di nuovo per noi. Anzi: Giraldo dimentica la negatività che appare in questo momento quella più importante, cioè la dipendenza ineliminabile dell'eolico dalle centrali a turbogas, in funzione di tampone, che accentuano le dipendenze dell'Italia (e dell'Europa tutta) dal gas. Gas che non può essere garantito solo sussidiando col capacity market le centrali esistenti in Italia e quelle in costruzione da tenere improduttive, di riserva all'eolico, ma, in futuro, anche sussidiando tutto l'upstream (ivi compreso Putin!) che, altrimenti, non avrebbe più convenienza a fare investimenti per farci arrivare il gas dai lontani ed insostituibili giacimenti siberiani qualora noi ne facessimo solo un uso marginale.

La duplicazione degli impianti con le rinnovabili non modificherebbe dunque l'attuale spesa complessiva per avere il gas, che deve essere in un modo o nell'altro garantita a tutta la catena di produzione, ma si limiterebbe ad aggiungere ad essa tutti i costi, diretti e indiretti, degli impianti Fer non programmabili. Questi sono i motivi per cui tali impianti non si espandono in nessuna parte del mondo, a meno di lucrosi sussidi come in Europa, nonostante ciò che sostiene l'ingenua (e qualche volta interessata) narrazione green, ossia che il costo di un kWh verde sarebbe straordinariamente più basso di quello delle fonti fossili.

Ma queste sono cose da noi già dette e stradette. Quello che davvero ci interessa, e che vogliamo portare a conoscenza della resistenza anti-eolica sui crinali (che teme una occupazione "putiniana" dei territori appenninici per montare ovunque senza eccezioni la quantità stragrande di inutili pale prevista dal governo), è la conclusione dell'articolo:

"Nella situazione attuale di grave emergenza energetica, lo sblocco degli iter autorizzativi può sembrare una buona notizia. Tuttavia non si può non notare come la deroga alle norme e procedure ordinarie, in virtù di situazioni eccezionali, stia diventando sempre più la regola generale... commissariare, decretare d'urgenza e agire in deroga è ormai la cifra stilistica di questo governo. Ciò anche perché il Pnrr richiede una serie di adempimenti con scadenze precise, e la preoccupazione principale di questo governo è proprio di rispettare questi obblighi a qualunque costo. Un modus operandi che richiede (meglio: richiederebbe. Ndr) un grande controllo da parte del parlamento, a garanzia di tutti."

Osserviamo per inciso una straordinaria coincidenza di argomenti con l'articolo "Rinnovabili obbligatorie e senza più regole" di Francesco Gigliani e Rosa Filippini pubblicato sull'ultimo numero dell'Astrolabio, che con La Verità non ha assolutamente niente da spartire né dal punto di vista della collocazione politica, né culturale, né di target editoriale né di niente.

Ci sarebbe allora da domandarsi per quale motivo due giornali di nicchia (anche se di sempre maggiore diffusione per il loro sforzo di mantenersi fuori dal pantano del conformismo corrente) sono giunti alle stesse identiche conclusioni. Non sarà che hanno ragione loro?