Quagliariello: "Per evitare di passare dalla transizione ecologica alla transizione ideologica è necessario riflettere su come prevenire e limitare i costi di questa "rivoluzione green".
L'articolo del giorno. Rassegna stampa per i resistenti sui crinali a cura di Alberto Cuppini.
Apprendiamo da Libero in edicola oggi che il Senatore Gaetano Quagliariello, già ministro per le Riforme costituzionali nel primo governo Letta, ha scritto per l'editore Rubbettino il libro "La società calda. Dall'Italia che deve crescere una proposta per il Paese".
Dall'estratto del libro pubblicato su Libero per concessione dell'editore, riproponiamo qui alcuni brevi passaggi, invitando gli interessati ad acquistare il quotidiano, di cui l'estratto - molto denso - occupa mezza pagina, e molte altre osservazioni interessanti sono giocoforza rimaste fuori. Noi, come potrete ben capire leggendo che cosa c'è scritto qui sotto (che coincide con quanto sosteniamo noi), siamo stati solleticati ad acquistare il libro di Quagliariello. Dopo averlo letto, se ci sarà piaciuto, ne faremo una recensione per il sito della Rete della Resistenza sui Crinali.
"L'Europa si è posta gli obiettivi di de-carbonizzazione più ambiziosi al mondo, puntando a fare da apripista globale nel processo di transizione ecologica. Viene difficile credere che questa volontà non sia stata influenzata da quella corrente propagandistica che vede nei modelli produttivi occidentali i principali responsabili del cambiamento climatico. Incorrendo tra l'altro in un corto circuito evidente laddove non si considera, piuttosto, il ruolo svolto dalle dinamiche globaliste quali fattori determinanti nei processi di squilibrio ambientale.
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Emblematico il caso della Cina, che ha fondato la propria espansione commerciale proprio sullo sfruttamento selvaggio di risorse umane e ambientali. Garantendosi fra l'altro, grazie alle sue politiche industriali, l'egemonia commerciale su pannelli solari e batterie. Di fatto, con i fondi stanziati in Italia e in Europa diretti a incentivare l'utilizzo di energie rinnovabili e la mobilità elettrica, abbiamo contribuito ad arricchire la Cina, che tra l'altro con il 27% di emissioni globali è il maggior "spargitore" di gas serra del mondo... la transizione ecologica necessita di molto pragmatismo, e un passaggio troppo repentino e brusco, dovuto a obiettivi che rispondono a esigenze ideologiche più che di effettivo benessere, rischia di stravolgere gli scopi prefissati e e di frustrare i risultati sperati, scaricando costi eccessivi solo su cittadini e imprese."
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Per evitare di passare dalla transizione ecologica alla transizione ideologica è necessario riflettere su come prevenire e limitare i costi di questa "rivoluzione green".
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I modelli di sviluppo socio-economico dell'Occidente rimangono quanto di più avanzato la civiltà umana abbia saputo mettere in campo e dimostrano come la più alta forma di ambientalismo sia quella che non demonizza ma valorizza le attività antropiche, se correttamente esercitate, come strumento principe di cura del territorio.
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Bisogna dunque chiedersi come superare l'ecologismo globalista alla Greta Thunberg senza dover necessariamente cedere a politiche che tendano a confinare i consumi "ecofriendly" ai beni di lusso. Insomma, se si vuole che la transizione verso uno sviluppo sostenibile sia largamente supportata, essa deve essere sostenibile a sua volta. L'alternativa è che la questione ambientale diventi definitivo ed esclusivo appannaggio di un ecologismo ideologico, ipocrita, pauperista e fondamentalmente materialista."
Senatore Quagliariello, dopo avere letto questo suo brano, ci tolga solo una curiosità: ma che razza di riforme costituzionali pensava di riuscire a realizzare nel governo Letta?