In questo articolo del Quotidiano Energia a firma Alfredo Spalla, leggiamo una relazione dell’intervento di ieri del ministro della “Transizione ecologica” Cingolani in audizione in Parlamento sull’attuazione del Pnrr.
In particolare segnaliamo:
“Venendo a uno degli argomenti principali del suo intervento, ovvero “la liberalizzazione della rinnovabili” (in grassetto nel testo. Ndr), Cingolani dice che “va spiegata” e bisogna stabilire quanto “è prioritaria questa priorità”. Lo afferma ricordando ai deputati “il muro del Nimby, quello delle autorizzazioni” e le difficoltà nel selezionare le aree idonee”.
La liberalizzazione della rinnovabili bisogna spiegarla proprio bene, perchè noi, poveri stupidi, avevamo capito tutt’altra cosa. E cioè che la priorità più prioritaria fosse spendere i soldi del Pnrr, in larga parte rubricati proprio alla voce “rinnovabili”. Il Pnrr è stato concepito per distribuire 200 miliardi di fondi europei, circa la metà dei quali andrà a carico del debito pubblico ovvero della futura generazione, soprattutto a grandi gruppi industriali. Da qui la necessità, come viene ossessivamente ripetuto, di fare in fretta. Fretta che, come tutti sanno, è un’ottima consigliera, specie in politica. Per fare più in fretta a “mettere a terra” le “opere” e trascurare, con la scusa della salvezza dell’ambiente, gli irreparabili sfregi al paesaggio, è stato persino modificato, proprio adesso, il testo dell’articolo 9 della Costituzione.
Per spiegare al volgo la liberalizzazione delle rinnovabili, però, sarebbe il caso di cominciare col chiamare le cose con il loro nome. Quando Cingolani, o Legambiente o i lobbysti delle opere più devastanti previste dal Pnrr scrivono di “Nimby” (muro del Nimby, sindrome Nimby eccetera) si deve infatti leggere: “Democrazia”.