Merz: "Via i "lobbisti delle ong verdi" dal ministero dell'Economia"

Tutto quello che i giornaloni non dicono sulle crisi di governo in Germania, Norvegia e Belgio, provocate dalle folli politiche dell'European Green Deal. Tutte le Destre europee, a cominciare da Fratelli d'Italia, osservano incredule e ringraziano.

 

Nella rassegna stampa di oggi tralascio volutamente le notizie della grandinata di progetti di impianti di rinnovabili elettriche che si sta abbattendo sul nostro Paese. Lo faccio nonostante tali impianti incontrino (come è naturale che sia) una ostilità sempre crescente nelle popolazioni vittime delle indesiderate attenzioni dei "Salvatori del Pianeta". Ho preso questa decisione perchè fare il pompiere, come fanno i nostri amici delle associazioni contrarie all'eolico industriale, senza prima fermare gli incendiari è inutile. Vediamo dalla stampa "non-globalista" di oggi chi sono questi incendiari.

Cominciamo dalla notizia più importante, che arriva da un lancio dell'Ansa di ieri sera che nessuno (almeno per quello che ne so io) ha raccolto: "Merz, 'via i lobbisti verdi dall'economia tedesca'".

Il titolo del lancio è parzialmente fuorviante. Le parole del prossimo cancelliere tedesco sono state: "Via i "lobbisti delle ong verdi" dal ministero dell'Economia". Quando mai il ministro italiano dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica dirà la stessa cosa, anch'egli a giusta ragione, riferendosi al proprio ministero? Ma persino più importante appare l'altra affermazione di Merz:

"La Germania è al terzo anno di seguito in recessione. In nessun altro momento della storia del dopoguerra e in nessun altro Paese industriale del mondo accade questo",

che dà il senso di un dramma incombente sulla Germania, di cui gli elettori tedeschi sono ben consapevoli, ma che viene ignorato nel resto d'Europa, dove i media politicamente corretti continuano a raffigurare una realtà inesistente di benessere, di favore diffuso verso la Grüne Politik (chiamata talvolta Ökopolitik) e di convivenza armoniosa con gli immigrati arrivati a dismisura durante gli anni della Merkel (e poi di Scholz) al potere.

Di alcuni aspetti di questa "omertà" mediatica, che viene definita proprio così, senza tanti giri di parole, parla Nicola Berti nell'articolo di oggi sul Sussidiario "L’omertà tedesca (ed europea) sulla “strana” sinistra di Bsw", che stigmatizza (giustamente)

"i media italiani, che invece mettono in prima pagina le “democratiche” fiaccolate notturne a Berlino contro AfD, sebbene adottino lo stile AfD e accolgano nei cortei anche le camicie rossobrune di BSW."

Vi invito a leggere tutto l'articolo di Berti sul sito web del Sussidiario.

Altrettanto da leggere in linea, questa volta nel sito web de Il Giornale, è l'articolo dell'altro ieri di Pier Luigi Del Viscovo "La rivelazione dei belgi: I "Verdi" hanno stufato", che, nel presentare la nuova variopinta coalizione al governo in Belgio, sottotitolava

"Il Belgio ci interessa il giusto, ma una riflessione generale sui movimenti verdi è quanto mai opportuna, dopo il disastro che hanno provocato all'economia europea negli ultimi anni".

 Osservava Del Viscovo:

"Ognuno di questi partiti dovrà governare con almeno un altro che sta su posizioni opposte, eppure l'unico boccone che nessuno di essi ha voluto mandar giù è quello colorato di verde, ossia i due partiti ecologisti e ambientalisti Groen e Ecolo."

Del Viscovo riprendeva la fragorosa notizia (anche questa ampiamente silenziata dai giornaloni, che non avevano ripreso con la dovuta attenzione i lanci Ansa) che Bart De Wever governerà in Belgio con la sua Alleanza Neo-Fiamminga.

Dove non potè l'immigrazione clandestina incontrollata per oltre vent'anni, c'è riuscito l'immiserimento di gran parte della popolazione innescato dall'European Green Deal. E così ecco realizzato un altro passo verso il "Let's kill the Green Deal", come titolava Politico giovedì scorso.

Sempre giovedì scorso giungevano anche le notizie del fulmine a ciel sereno in Norvegia, dove la coalizione di governo si è frantumata proprio sull'acquiescenza della Norvegia verso l'European Green Deal. Clamoroso! La Norvegia (sempre indicata a modello dalla Von der Leyen perchè pare che lì tutti abbiano l'auto elettrica) è andata in crisi proprio a causa dei prezzi troppo alti dell'elettricità. Euronews, illustrando le cause, ha titolato senza mezzi termini: Norvegia, crolla il governo di coalizione: il ministro delle Finanze incolpa politica energetica Ue.

A questo stesso proposito, un editoriale anonimo de Il Foglio di sabato scorso dal titolo "Totem ambientalisti che cadono" così concludeva:

"persino in un paese attento all'ambiente come la Norvegia il vento sta cambiando. Intanto, a Bruxelles la presidente Ursula von der Leyen ha ribadito che la strategia climatica europea non cambierà. I mal di pancia che stanno facendo cadere i governi l'uno dopo l'altro, da Berlino a Oslo, non sembrano per ora turbare Bruxelles. Resta da capire se siamo di fronte a una convinzione irresistibile o alla stessa leggerezza dei teologi bizantini che, mentre Costantinopoli cadeva, discutevano del sesso degli angeli".

Tutti regali per le Destre. Approfitta della leggerezza dei teologi euro-bizantini adoratori di pale e pannelli, non potendone fare a meno, anche Fratelli d'Italia. Nell'articolo di Francesco Giubilei su Il Giornale di oggi dal titolo "Sfida alle ricette "green" di Timmermans" leggiamo:

"ieri si è svolta a Roma il convegno «Ambiente ed Energia: contro le eco-follie per un futuro realmente sostenibile» promosso dal Senatore e Commissario per la ricostruzione Guido Castelli... Come ha spiegato il ministro Foti «se il green deal diventa un'ideologia, come è stata fino ad oggi, ci porta fuori strada» per poi aggiungere «finita l'ubriacatura green bisogna affrontare i dati realisticamente». Nel suo intervento Guido Castelli ha spiegato che: «il pragmatismo che invoca sempre la premier Meloni punta alla neutralità energetica e tecnologica per trovare le soluzioni migliori a condizione di armonizzarle con le caratteristiche dei territori, senza progetti disegnati negli uffici di qualche super-burocrate che non conosce la natura dei territori europei», un riferimento alle eco-follie europee e alle politiche di Frans Timmermans. Proprio l'ex commissario Ue ideatore del green deal, uscendo ieri dal vertice pre-consiglio del Partito socialista europeo a Bruxelles, se l'è presa contro la destra per il caso dei finanziamenti europei ricevuti dalle Ong green e utilizzati per fare lobbying: «questo è un attacco della destra verso la società civile»."

Tutta la Destra europea lo ringrazia commossa. Impossibile non trionfare alle elezioni con avversari così pervicaci nell'incaponirsi nei mastodontici errori commessi.

 

Alberto Cuppini