Mulini a vento inutili senza investimenti nella rete elettrica.

 

Il Sole 24 Ore: "L'incostanza delle fonti rinnovabili - cioè il vento e il sole, che ci sono quando vogliono loro e non quando servono a noi - impone investimenti importanti per rendere disponibile quell'energia là dove serve nel momento in cui serve." E paga sempre tutto Pantalone.

 

L'articolo del giorno. Rassegna stampa per i resistenti sui crinali a cura di Alberto Cuppini.

 

Ammettiamo che eravamo un po' preoccupati. Da qualche giorno sul Sole 24 Ore mancavano gli articoli di Jacopo Giliberto, quello che per anni ha indicato nelle Soprintendenze e nei comitati che combattono le pale eoliche i nemici dei Salvatori del Pianeta. Qualcuno di noi - molto ingenuo - si era persino convinto che dopo l'umiliante liscio e busso subito in Parlamento ad opera della Soprintendente speciale per il Pnrr Federica Galloni in rappresentanza del Ministero della Cultura, come da noi documentato in un nostro post, Giliberto fosse stato sostituito a favore di qualcuno meno sbilanciato sulle posizioni, sui dati e sulle informazioni, che la Soprintendente Galloni ha sbugiardato, di Legambiente (che nell'audizione parlamentare si è presa assieme al Sole una non velata accusa di sciatteria) e compagnia Free.

No. State tranquilli: Giliberto è ricomparso. Eccome se è ricomparso. Il Sole di oggi ha pubblicato non uno ma due suoi articoli, dedicandogli una pagina intera. Uno è quello della nostra edicola ("Mulini a vento inutili senza investimenti nella rete elettrica"), l'altro si intitola "Energia, prezzi sull'ottovolante: in Sicilia balzo da zero a 450 euro". In realtà si tratta di un articolo solo, che ci informa che:

 

"L'incostanza delle fonti rinnovabili - cioè il vento e il sole, che ci sono quando vogliono loro e non quando servono a noi - impone investimenti importanti per rendere disponibile quell'energia là dove serve nel momento in cui serve."

 

Noi lo avevamo già capito da oltre una dozzina d'anni; gli altri italiani se ne stanno accorgendo in questi mesi. Siccome accumulare l'energia elettrica o produrre idrogeno o altre soluzioni fantascientifiche sarebbe un po' troppo costosino se si vuole mantenere in vita la nostra civiltà industriale, ecco dunque la necessità, secondo il Sole, di fare arrivare la quantità stragrande di inutile corrente elettrica prodotta random da un numero inverosimile di pale e pannelli "in uno scambio fluido e continuo fra i punti di produzione elettrica e i punti di consumo". E' la stessa soluzione che gli attivisti del Kyoto Club sono andati raccontando per anni ai poveri scolaretti, creando così la "generazione Greta". Al mondo, favoleggiavano, si potrebbe produrre talmente tanta energia col vento e col sole con un numero enorme di pale e pannelli per poi trasferirla al momento opportuno nel luogo dove c'è la domanda. Da qualche parte nel mondo, assicuravano ai bambini, ci sarà sempre qualche posto dove soffia il vento o splende il sole. Questo infantile ragionamento forse convinceva i bambini delle scuole, ma non può fare breccia nell'opinione degli adulti, se non altro perchè trascura la variabile "costi". E invece no. L'autorevole Sole 24 ci continua a riproporre questa soluzione puerile, anche se Giliberto stesso ammette che

 

"Le stime dicono che per rendere fluidi, continui e scorrevoli gli scambi di elettricità fra i consumatori e i luoghi in cui il vento soffia e il sole splende - in continua variazione entrambi, consumatori e produttori - il mercato mondiale di cavi ad alta tensione di raddoppio in raddoppio arriverà presto attorno ai 10 miliardi l'anno".

 

Ma quale sarà mai il problema, visto che tanto i costi non contano e quello che importa è la salvezza del Pianeta, che si può realizzare solo con la "decarbonizzazione"? Le ragazzine seguaci della piccola Greta esultano, i loro genitori, che ricevono le bollette e che rischiano di perdere il posto di lavoro, esultano meno.

Caso emblematico del fallimento della soluzione "tutto rinnovabili" è la Sicilia, dove, racconta il Sole,

 

"il prezzo del chilowattora va sull'ottovolante... Accade in Sicilia, dove le centrali alimentate dalle fonti rinnovabili più meteopatiche, come l'eolico e il solare (che continua a ricevere "incentivi" megagalattici, che si vanno a sommare all'altrettanto megagalattico prezzo di mercato all'ingrosso dell'energia elettrica, da pagare anche quando quando l'elettricità prodotta non servirebbe. NdR), crescono con un ritmo vorticoso e nelle ore giuste danno molta più corrente di quanto l'isola riesca ad usare, ma nelle ore sbagliate senza un fiato di vento e con il sole offuscato da nuvole si fermano e lasciano i siciliani a corto di corrente."

 

A questo punto, anche se Giliberto non lo dice, è necessario che subentri immediatamente l'energia prodotta con il gas di Putin, gas che diventa così sempre più indispensabile e quindi più costoso.

La situazione è già fin da ora fuori controllo, dunque, ma si intende riproporla amplificandola all'infinito. Siamo alla commedia dell'assurdo, che il Sole non si vergogna di sponsorizzare:

 

"Al 31 dicembre scorso Terna aveva collezionato richieste di collegare alla rete ad alta tensione siciliana impianti rinnovabili su terra per 36.022 megawatt, di cui 28.836 con tecnologia fotovoltaica e 7.186 eolici, e altri 7.329 megawatt di impianti nei mari siciliani, di cui 6.731 eolici e 598 megawatt solari."

 

In totale fa 36mila megawatt, quando, come ammette il Sole, "la punta massima di domanda elettrica espressa dall'isola sfiora i 4mila megawatt". Dieci volte di meno del nuovo potenziale elettrico in coda nella sola Sicilia! E siamo solo agli inizi. Ce ne sarebbe già abbastanza per intuire, anche da parte dell'uomo della strada, che è in corso la più grande speculazione del secolo. Invece il Sole si rifiuta testardamente di giungere all'unica conclusione possibile: "Mulini a vento inutili". Punto e basta. E allora eccolo dare il suo contributo a condurre l'economia - e soprattutto l'industria - italiana al disastro già ben avviato:

 

"Per ridurre questo divario Terna sta avviando il progetto del Thyrrhenian Link, una delle infrastrutture elettriche più rilevanti al mondo, che collegherà via mare la Sicilia con la Sardegna con due cavi sottomarini della Prysmian da 500 megawatt l'uno e, dall'altra parte, con la Campania con altri due potentissimi cavi sottomarini. Per assecondare il fabbisogno di collegamenti in alta tensione imposto dalla transizione energetica verso le fonti rinnovabili, la società guidata da Stefano Donnarumma ha un piano decennale di sviluppo che prevede investimenti per 18,1 miliardi."

 

Così, dopo avere fatto contenti gli speculatori dell'eolico e del fotovoltaico, faremo contenti pure i trader del rame, la Prysmian e la Terna. A Roma c'è da magnà pe' tutti! Tanto paga sempre Pantalone.

Si sussurra che Putin, quando al mattino si fa portare a letto la colazione, pretenda di trovare sul vassoio anche la copia fresca di stampa del Sole 24 Ore. Quando legge articoli come questi il suo morale si risolleva e si convince a giusta ragione che i flussi crescenti di valuta estera di quei fessi degli europei occidentali, flussi che crescono con l'aumento della domanda e della contemporanea riduzione mondiale dell'offerta del gas i cui investimenti upstream la Ue combatte, continueranno ininterrotti. Così il vecchio zar si consola di tutte le batoste che subisce sui campi di battaglia dell'Ucraina e si rassicura di potere continuare la guerra all'infinito.   

 

Alberto Cuppini