Il problema di fondo dei comitati anti-eolico selvaggio della Rete della Resistenza sui Crinali sono gli assurdi obiettivi dell'European Green Deal, innescati proprio dalla "Piccola Greta" (o meglio da quelle onnipotenti forze globaliste che l'hanno strumentalizzata), e non un singolo "parco". Questa della "Piccola Greta" è la stessa posizione di Legambiente e Greenpeace, che mirano a creare alcune "riserve indiane" in un'Italia che, nei loro auspici, finirà inevitabilmente ricoperta di pale e pannelli.
Negli ultimi due giorni siamo stati letteralmente sommersi da segnalazioni, oscillanti tra l'ironico e l'entusiastico, dell'arresto della "Piccola Greta" mentre difendeva le renne del "popolo Sami" (e già qui si cominciava a sentire puzza di "correttezza politica") dall'installazione di un "parco" eolico in Norvegia.
Conoscevamo già l'episodio, perchè se ne erano diffusamente occupati il Corriere, la Repubblica e gli altri giornaloni italiani, che in genere alzano il muro di gomma ogniqualvolta qualcuno osi criticare l'eolico.
Questo interesse della stampa e dei media mainstream, da solo, avrebbe dovuto mettere sull'avviso i resistenti sui crinali. E infatti si tratta di un boccone avvelenato: cerchiamo di tenere ben separate le nostre posizioni da quelle della "Piccola Greta" e di tutto ciò che la Pizia svedese sta a rappresentare. Spero che tutti i comitati RRC lo comprendano e facciano altrettanto.
Compito della Rete della Resistenza sui Crinali è la difesa dell'Alto Appennino dalle pale eoliche. L'Appennino, l'intero Appennino, è destinato, come spero sia ormai chiaro, ad essere TUTTO ricoperto dalle pale, a causa degli smisurati obiettivi europei in materia di FER elettriche previsti dall'European Green Deal. Il problema da risolvere (e da combattere in via prioritaria) sono quegli assurdi obiettivi, innescati proprio dalla "Piccola Greta" (o meglio da quelle onnipotenti forze globaliste che l'hanno strumentalizzata), e non un singolo "parco". Questa della "Piccola Greta" è la stessa posizione di Legambiente e Greenpeace, che mirano a creare alcune "riserve indiane" in un'Italia che, nei loro auspici, finirà inevitabilmente ricoperta di pale e pannelli.
Attenti alla trappola, altrimenti si rischia di fare il gioco dei nostri avversari. E passare per semplici rompiscatole di professione o, peggio ancora, per "fancazzisti" (come le ragazzine ricche e supponenti che fanno fughino il venerdì. E senza neppure l'attenuante della loro giovane età). E come tali da ignorare sempre e comunque.
Cari comitati, se ci tenete all'ambiente a al paesaggio, lasciate perdere Greta. E le Cop.
Alberto Cuppini