Il Sole: "Germania, recessione e industria ko per i costi esorbitanti della transizione ecologica e della neutralità climatica programmata per il 2045". Il Sussidiario: In Germania, "stante un’economia in recessione che svela a ogni trimestre i profili di una de-industrializzazione strutturale, il 32% degli elettori tedeschi, interpellati sulle intenzioni di voto, oggi sarebbe pronto al salto nel buio fuori dal recinto establishment, a scegliere un partito fortemente anti-sistema".
Titolone di prima pagina sul Sole di oggi: "Germania, recessione e industria ko".
Leggiamo dall'articolo di Isabella Bufacchi "Germania, industria frena. Paese in recessione nel 2023", che sottotitola "Locomotiva in crisi. Primo anno di Pil negativo (-0,3%) dal 2020, flessione dello 0,3% anche nel quarto trimestre. Pesano politica monetaria, crisi energetica, calo dei consumi e costi in aumento per l'industria":
"Il 2023 getta... un'ombra sulle capacità dell'economia tedesca di rialzare la testa, in tempi cupi per la globalizzazione e il commercio mondiale (in realtà il commercio mondiale continua ad aumentare in modo rilevante. E' la Germania che perde cospicue quote di mercato. NdR), per i costi esorbitanti della transizione ecologica e della neutralità climatica programmata per il 2045 in Germania... Resta da vedere se nel 2023 la decrescita si rivelerà causata solo da nuove crisi multiple, o se invece dall'anno scorso l'economia tedesca avrà iniziato a soffrire di mali strutturali ai quali la coalizione inedita di tre partiti Spd-Verdi-Fdp al governo non riesce a mettere riparo".
La seconda che hai detto, avrebbe risposto Quelo. E' il destino voluto dalla Merkel per la Germania, "ormai ricoperta di pale eoliche e con mani e piedi legati al Cremlino", come scriveva Le Figaro nell'articolo di un anno e mezzo fa intitolato "Brava, Signora Merkel!".
Ma per capire che l'esito della folle idea della Merkel di far funzionare la Germania (e poi l'Europa intera, come deciso dalla Von der Leyen) con le pale eoliche sarebbe stato la de-industrializzazione e la miseria non ci voleva Nostradamus.
La vera grandissima novità di oggi, che minaccia (minaccia?) di porre fine in tempi rapidissimi a tutte le scemenze della "transizione green" (e quindi all'installazione a tutti i costi di pale e pannelli da tutte le parti) è l'esito del sondaggio politico pubblicato in Germania il giorno 13, di cui i giornali italiani (e non solo i soliti "giornaloni" iperconformisti e politicamente corretti) non hanno fatto menzione, onde evitare comportamenti emulativi. E con ciò trattando il popolo italiano da minus habens.
In Germania, "stante un livello di popolarità (dell'esecutivo Scholz) allo sprofondo e un’economia in recessione che svela a ogni trimestre i profili di una de-industrializzazione strutturale", è improvvisamente comparsa dal nulla una nuova formazione politica - che si chiama "Ragione e giustizia" (BSW) - che raccoglie il 14% delle intenzioni di voto. Lo abbiamo appreso su Il Sussidiario di oggi nell'articolo, che potete anzi dovete leggere in linea sul sito web del Sussidiario, di Mauro Bottarelli dall'esplicito titolo "Le manovre di destabilizzazione del 2024 cominciano in Germania":
"Ora, unite il risultato del BSW a quello di Alternative fur Deutschland, ricordando come non solo a giugno si voti per le Europee, ma come in autunno vadano alle urne 3 Land proprio della ex Germania comunista. Qualcosa come il 32% degli elettori tedeschi, interpellati sulle intenzioni di voto, oggi sarebbe pronto al salto nel buio fuori dal recinto establishment, a scegliere un partito fortemente anti-sistema. Mentre l’economia a dir poco stagna. E, soprattutto, le strade di Berlino rischiano la paralisi fra trattori e Tir inferociti in uno spoiler di democrazia diretta che da quelle parti evoca sempre cattivi pensieri, tra Weimar, birrerie schiumanti rabbia e piombo della Raf."
Ricordo che cosa scriveva appena una settimana fa la Rete della Resistenza sui Crinali (fino ad oggi non sapevamo nulla - lo giuro - nè di questo sondaggio nè di "Ragione e giustizia") in conclusione del post "Germania: la follia della "transizione" realizzata con pale e pannelli rischia di finire proprio là dov'era cominciata":
"E siamo appena agli inizi. Se dobbiamo arrivare nel 2050 alla "decarbonizzazione integrale" promessa col suo European Green Deal dalla sconsiderata Von der Leyen, presidente di una Commissione europea cinghia di trasmissione di ogni desiderata della Germania, l'Afd, attualmente data dai sondaggi al 23% a livello nazionale, arriverà almeno al 230% delle preferenze elettorali in Germania. Sempre ammesso che nel frattempo non compaia niente di peggio nel panorama politico tedesco. O di molto peggio, come la storia della democrazia tedesca". traballante in tempi di grave crisi economica, insegna."
Niente male come capacità predittive, vero? Il peggio è già comparso e al peggio, in un'Europa che ha creduto persino alla "Piccola Greta", non ci sono limiti.
Nostradamus è vivo e lotta (sui crinali) assieme a noi.
Alberto Cuppini