Superprofitti: Utilitalia, EF, Anev, Aiget ed Energia Libera unite contro la norma

 

 

L'Anev ed Elettricità Futura pretendono dallo Stato sussidi, garanzie pubbliche, semplificazioni alla normativa ambientale e paesaggistica per piantare pale e pannelli dappertutto ma non vogliono pagare le tasse sugli extra profitti.

L'articolo del giorno. Rassegna stampa per i resistenti sui crinali a cura di Alberto Cuppini.

 

 

"Aumento della tassa sugli extra-profitti non spaventa gli energetici", garantiva il titolo di un articolo di Chiara di Cristoforo dell'altro ieri sull'autorevole Sole 24 Ore.

"Secondo gli analisti gli impatti sulle utility sono limitati", rassicurava il giornale confindustriale, da sempre favorevole ai regaloni dello Stato ad eolico e fotovoltaico.

E invece no. Niente di tutto questo. Oggi leggiamo nell'articolo della Staffetta Quotidiana - appena apparso in linea - Superprofitti: Utilitalia, EF, Anev, Aiget ed Energia Libera unite contro la norma che:

 

"In questo difficile periodo storico caratterizzato da un vertiginoso aumento dei prezzi del gas e di conseguenza delle bollette, l'aumento del contributo di solidarietà a carico delle società energetiche è una misura iniqua e punitiva che, oltretutto, crea un segnale fortemente negativo rispetto alla transizione energetica ed alle tecnologie rinnovabili”. È la posizione espressa da Utilitalia, Elettricità Futura, Anev, Aiget ed Energia Libera alla luce del prospettato aumento del prelievo dal 10 al 25%. La norma dovrebbe essere inserita nel decreto-legge Aiuti esaminato la scorsa settimana dal Consiglio dei ministri e che dovrebbe vedere la luce oggi in una nuova riunione a Palazzo Chigi.

Secondo le associazioni l'intervento, così come è stato concepito già nel DL Taglia prezzi attualmente all'esame del Senato, “finisce per impattare sui ricavi, con ricadute irragionevoli ed estremamente pesanti sugli utili ordinari e la capacità di investimento delle aziende. In questo modo, oltre a quello economico, si genera un danno reputazionale per il sistema Paese agli occhi degli investitori, soprattutto esteri per l'assoluta e perdurante incertezza regolatoria”.

 

L'Anev ed Elettricità Futura pretendono dallo Stato priorità di dispacciamento per le rinnovabili, incentivi, sussidi, garanzie pubbliche sui PPA, semplificazioni alla normativa ambientale e paesaggistica e adesso persino commissari straordinari per piantare pale eoliche e pannelli fotovoltaici dappertutto, ignorando tutte le leggi tranne quella penale, ma non vogliono pagare le tasse sugli extra profitti.

Ragazzi, non lamentatevi per così poco! Quando la situazione diventerà davvero grave, cioè quando il gas russo smetterà di arrivare in quantità sufficienti, si scoprirà che pale e pannelli non servono a niente, se non ad avere fatto spendere 230 miliardi di "incentivi" alle energie rinnovabili e ad avere distorto il mercato dell'energia elettrica, minando le strutture energetiche fondamentali che sostengono le società moderne.

Allora se ne vedranno delle belle. Questo è solo l'aperitivo. Il pranzo di gala ci sarà al momento in cui gli inferociti italiani, ridotti alla miseria e al freddo, si risveglieranno dal sogno rinnovabili  e alle prossime elezioni pretenderanno a gran voce l'inevitabile (ri) nazionalizzazione del sistema elettrico.

 

Alberto Cuppini