WSJ: "E' ormai tempo che i leader politici riconoscano questa manifesta debacle e ammettano che, a meno di un breakthrough tecnologico, il mondo avrà bisogno per decenni, per rimanere prospero e libero, di un'ampia disponibilità di combustibili fossili".
NYT: "Solo l'uno per cento dei votanti in un recente sondaggio ha nominato il cambiamento climatico come il problema più importante che sta affrontando il paese, molto dietro alle preoccupazioni per l'inflazione e l'economia".
Gli articoli del giorno. Rassegna stampa per i resistenti sui crinali a cura di Alberto Cuppini.
Notizie choc dall'America per gli adoratori dell'eolico. Riportiamo da un editoriale non firmato sul Wall Street Journal di lunedì scorso, "La debacle della politica climatica dell'Occidente",
sottotitolato "I sogni utopistici sull'energia stanno arrecando un grande danno economico e alla sicurezza":
"Prezzi del petrolio e del gas naturale alle stelle. Reti elettriche prossime al collasso. Scarsità energetica in Europa, col peggio ancora da venire. Crescente vulnerabilità strategica del mondo libero verso Putin ed altri dittatori. Questi sono alcuni dei risultati, svelatisi nell'ultimo anno, provocati dal sogno utopistico dell'Occidente di penalizzare i combustibili fossili per passare velocemente ad un mondo che avrebbe dovuto funzionare esclusivamente con l'energia rinnovabile. E' ormai tempo che i leader politici riconoscano questa manifesta debacle e ammettano che, a meno di un breakthrough tecnologico, il mondo avrà bisogno per decenni, per rimanere prospero e libero, di un'ampia disponibilità di combustibili fossili.
Prendete in considerazione le costose conseguenze di queste malaccorte regolamentazioni, sussidi e direttive per il clima:
- Anche nei paesi ricchi la gente si sta rendendo conto che non può più fare affidamento su energia elettrica sempre garantita.
- La transizione verde affrettata sta facendo salire i prezzi dell'energia su tutta la linea.
- I dittatori vengono rafforzati.
- Scarsità nell'offerta.
Gli europei stanno emanando piani di emergenza per razionare i rifornimenti alle imprese manifatturiere. Eppure i governanti tedeschi insistono ancora per chiudere i loro tre impianti nucleari tuttora operanti entro la fine dell'anno. Per citare la battuta finale de "Il ponte sul fiume Kwai": "Follia". La Germania è costretta a far ricorso al carbone, dal momento che il suo investimento da mille miliardi di dollari in eolico e solare non può sostenere la mancanza del gas russo...
I leader Occidentali si rendono conto o si preoccupano che la monomania per il clima sta mettendo in pericolo gli standard di vita nelle democrazie e sta rafforzando i regimi autoritari? Lo storico Arnold Toynbee sosteneva che le civiltà muoiono per suicidio, non per assassinio. L'auto-distruzione dell'Occidente per il clima potrebbe dimostrare che aveva ragione lui."
Ma questo era il Wall Street Journal, il quotidiano degli speculatori di Borsa, già famigerato per avere appoggiato il negazionista Donald Trump (orrore!) e quindi inattendibile per definizione agli occhi dei radical chic nostrani. Invece, la cosa cambia anche per loro quando si leggono obiezioni analoghe sul New York Times, il Vangelo per i "Liberal" di tutto il mondo, ispiratore dei sempre più bislacchi tic intellettuali delle nostre élite. Noi stessi siamo rimasti attoniti scorrendo, per combinazione proprio lo stesso giorno dell'editoriale del WSJ, in prima pagina del NYT queste argomentazioni nel lunghissimo articolo di Jonathan Weisman e Jazmine Ulloa, che pure trasuda political correctness da tutti i pori cominciando dalla doppia firma, "La crisi climatica svanisce come preoccupazione per gli elettori statunitensi":
"Un elettorato che già lotta con l'inflazione, esausto dal Covid ed in via di adattamento a cambiamenti tettonici come la fine del diritto costituzionale all'aborto può concedere all'ultima sconfitta dei Democratici solo una rassegnata alzata di spalle. Forse perché il cambiamento climatico rimane un argomento con scarso peso politico...
Solo l'uno per cento dei votanti in un recente sondaggio del New York Times ha nominato il cambiamento climatico come il problema più importante che sta affrontando il paese, molto dietro alle preoccupazioni per l'inflazione e l'economia. Anche tra i votanti sotto i trent'anni, il gruppo ritenuto più interessato alla questione (ma solo nella narrazione "liberal". NdT), quella cifra è stata del 3 per cento...
In tempi prosperi, è più facile focalizzarsi su argomenti come questo. Quando la gente diventa disperata, questa roba finisce nel dimenticatoio. Due anni fa, milioni di studenti liceali marinavano la scuola per lo "sciopero climatico". Greta Thunberg, l'attivista svedese adolescente, era un'eroina quando solcava l'oceano Atlantico in barca a vela per partecipare all'ONU alle discussioni sul clima e la parlamentare dello Stato di New York Alexandria Ocasio-Cortes predicava un Green New Deal. Nel 2020, Biden faceva campagna elettorale su un programma rivoluzionario da 2 mila miliardi di dollari per svezzare la nazione dai combustibili fossili. Da questa settimana, ciò che rimaneva del programma appare morto, ucciso da Manchin (il senatore democratico che presiede la commissione Energia. NdT), che ha seminato preoccupazione e ansia sul fatto che avrebbe esacerbato l'inflazione...
Anche il costo della benzina alle stelle sembra avere sradicato un assioma centrale del movimento per il clima: che prezzi più alti per i combustibili fossili avrebbero innescato naturalmente una corsa forsennata verso veicoli più efficienti e fonti di energia alternativa. Invece, prezzi della benzina superiori a 5 dollari al gallone hanno prodotto una richiesta bipartizan per una maggiore produzione di petrolio...
Adesso, dopo che negli ultimi anni membri del Congresso avevano intrapreso viaggi per vedere coi propri occhi la Groenlandia sciogliersi ed il permafrost dell'Alaska bruciare, l'argomento predominante si è spostato di nuovo. Un'azione decisa degli Stati Uniti è senza senso, molti dicono, perché le emissioni carboniche da India e Cina la sommergeranno."
Insomma: gli americani hanno capito che rischiano di finire, come si dice a Harvard, cornuts and mazziats.
Alberto Cuppini.