Presentato dalla FERA S.r.l. il progetto di un altro impianto eolico di grande taglia in Valtiberina. Questo è stato denominato “Passo di Frassineto”, dalla potenza di 29,4 MW e composto da 7 aerogeneratori. L'impianto in progetto, che si estende lungo il crinale che parte da Poggio dell’Aquila, attraversa il Passo di Frassineto e prosegue fino alle pendici di Poggio Sambuco, è previsto nei comuni di Pieve Santo Stefano e Badia Tedalda (AR), con lavori secondari anche nel comune di Sansepolcro (AR). Nell’area dell'alta Valtiberina insistono diversi progetti eolici estremamente impattanti che, se andassero in porto, porterebbero alla modifica irreversibile di questo territorio come purtroppo già accaduto in troppe aree del Sud Italia e della Sardegna, violate e deturpate irrimediabilmente. Infatti, alle pale alte complessivamente 180 metri del “Passo di Frassineto” andrebbero sommate le sette pale di pari altezza dell’impianto, proposto dalla stessa società FERA, denominato “Badia del Vento”. A queste andrebbero aggiunte altre due pale previste per il Poggio dell’Aquila e la "Pala di Poggio dell’Aquila". E ancora, a breve dovrebbe essere pubblicato il nuovo progetto di “Poggio Tre Vescovi” con altre undici grandi pale. Non basta, perché altre 6 pale di grande taglia sono in arrivo a Sestino (AR): l’avvio dell’iter autorizzativo è appena stato pubblicato sul sito del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica.
L'eremo di Cerbaiolo - Credit: Toscana Promozione Turistica
- La FERA S.r.l. ha avanzato un progetto per la realizzazione di un impianto eolico industriale di grande taglia, composto da 7 turbine ubicato nei comuni di Pieve Santo Stefano e Badia Tedalda (AR) e lavori secondari anche nel comune di Sansepolcro (AR). Il progetto prevede, in aggiunta, opere accessorie necessarie alla connessione alla rete elettrica nazionale che avverrà mediante un cavidotto interrato di lunghezza pari a circa 15 Km. Sei delle sette turbine sono collocate nel territorio comunale di Pieve Santo Stefano (AR) e la settima nel comune di Badia Tedalda (AR).
- Il progetto ricade nel territorio dei comuni di Pieve Santo Stefano e Badia Tedalda (AR) ma interessa a livello di impatti paesaggistici anche il territorio dei comuni di Caprese Michelangelo (AR), Sestino (AR), Verghereto (FC), Casteldelci (RN).
- L’impianto si estende lungo il crinale che parte da Poggio dell’Aquila, attraversa il Passo di Frassineto e prosegue fino alle pendici di Poggio Sambuco per una lunghezza di circa 2.160 metri fra una quota di 938 metri s.l.m. e una quota di 1.035 metri s.l.m., come meglio rappresentato nella documentazione agli atti della Regione Toscana.
- Il procedimento di valutazione di impatto ambientale comprende anche la Valutazione di Incidenza su diversi Siti della Rete Natura 2000. In particolare l’impatto si riverserà su ZSC IT5180010 Alpe della Luna, ZSC IT5180006 Alta Valle del Tevere, ZSC IT5180008 Sasso di Simone ed omonima riserva naturale regionale, ZSC IT5180007 Monte Calvano e Sito di Importanza Regionale IT5180103 Bosco di Montalto. Per consentire l’arrivo delle pale all'impianto sono previsti interventi di adeguamento stradale nel sito Natura 2000 ZSC IT5180010 Alpe della Luna.
- Le turbine hanno un’altezza complessiva di 180 metri, con rotori di diametro pari a 136 metri inseriti su mozzo alto 112 metri.
- Per il trasporto delle torri, pale e navicelle fino ai crinali, sono previsti trasporti eccezionali con mezzi che raggiungono i 72 metri di lunghezza e 4.3 metri di larghezza, con molteplici interventi sul percorso stradale che diventano rilevanti e particolarmente impattanti in corrispondenza dei percorsi montani e prospicienti all’area di installazione. Per la viabilità infraparco è previsto infatti l’utilizzo “in prevalenza di tracciati e percorsi esistenti (sentieri e percorsi trekking /MTB), modificati e adattati dal punto di vista del loro andamento planoaltimetrico e sviluppo, della larghezza della sezione stradale, dei raggi di curvatura e delle pendenze; questo ovviamente dovrà essere realizzato in funzione delle prescrizioni e delle esigenze dettate dai mezzi eccezionali che trasporteranno i componenti degli aerogeneratori”.
- L’installazione delle turbine eoliche prevede sbancamenti profondi del terreno e delle formazioni rocciose per la realizzazione delle fondazioni, nonché per la realizzazione degli elettrodotti interrati per una lunghezza di circa 15 Km con conseguente disboscamento di ampie superfici.
- Dalla lettura della relazione tecnica e degli elaborati, prodotti dalla Società proponente, emerge chiaramente che si tratta di un’installazione estremamente impattante sul territorio, per quanto venga minimizzato negli stessi elaborati, considerando le imponenti dimensioni delle componenti delle turbine, dei sistemi di trasporto eccezionali nonché di quelli necessari all’innalzamento delle torri e al montaggio delle pale. In aggiunta, devono essere considerate le opere altrettanto impattanti per la realizzazione delle fondazioni delle torri, per lo sbancamento con allargamento delle strade e dei sentieri presenti, per le installazioni delle piazzole, per l’interramento dei cavidotti in un territorio notoriamente fragile e a rischio idrogeologico nonché l’abbattimento non compensabile di alberi e di specie arboree che caratterizzano parte delle aree oggetto di intervento e/o di passaggio dei mezzi eccezionali.
Il progetto presenta enormi criticità in termini di intervisibilità sul territorio romagnolo e soprattutto nel territorio toscano, su contesti di elevatissimo pregio paesaggistico, anche tutelati, ricadenti nei Comuni di Casteldelci, Caprese Michelangelo, Sestino, Verghereto, Pieve Santo Stefano, nonché quelli di Badia Tedalda.
Una turbina eolica alta 180 metri equivale, in termini comparativi, ad un grattacielo di 60 piani. Il solo rotore, installato sul mozzo, ha un diametro pari a 136 metri, la stessa altezza della cupola di San Pietro. È pertanto evidente che una siffatta installazione industriale comprometterebbe l’assetto di questo territorio per un raggio ampissimo, trasfigurandone pesantemente l’aspetto geomorfologico ed ogni prospettiva sarebbe irreparabilmente compromessa. Anche la dubbia produttività a causa dell'intensità non eccezionale del vento, di cui non si conosce l'esatta consistenza per la decisione della società proponente di secretare i dati, dovrebbe essere un elemento di per sé sufficiente per impedire la corsa all’edificazione di in impianto eolico industriale in un contesto come questo, compromettendo il paesaggio e deturpando uno degli angoli più suggestivi e ricchi di biodiversità dell’appennino tosco-romagnolo.
L'immagine satellitare mostra i sette aerogeneratori di “Passo di Frassineto” che incombono sull’eramo francescano di Cerbaiolo e i sette di “Badia del Vento” a ridosso dell’antico borgo di Casteldelci.
Inoltre, andrebbe considerato che
- La frenetica occupazione di territori agricoli e naturali da parte dell’industria dell’energia è destinata a provocare danni gravissimi di cui ci accorgeremo troppo tardi.
- Le turbine, alte 180 metri, sono visibili a grande distanza e pertanto, nelle zone con abitazioni e siti di interesse storico, archeologico e panoramico, la presenza di queste macchine produce disagi e disturbi non mitigabili con gravissime ripercussioni sul turismo.
- Nelle aree di installazione, si dovrà considerare anche l’impatto acustico dovuto alle vibrazioni delle colossali pale in rotazione, oltre al menzionato impatto idrogeologico.
Nell’area dell'alta Valtiberina insistono diversi progetti eolici estremamente impattanti che, se andassero in porto, porterebbero alla modifica irreversibile di questo territorio come purtroppo già accaduto in troppe aree del Sud Italia e della Sardegna, violate e deturpate irrimediabilmente. Infatti, alle sette pale alte 180 metri del “Passo di Frassineto” andrebbero sommate le sette pale di pari altezza dell’impianto proposto dalla stessa società FERA denominato “Badia del Vento”.
A queste devono essere sommate altre due pale previste per il Poggio dell’Aquila (proponente Società Orchidea Preziosi Spa e Bigiarini Silvio) e la "Pala di Poggio dell’Aquila" (proposta da ENIT Sas). E ancora, stante quanto comunicato dall’Amministrazione di Badia Tedalda in alcuni comunicati stampa e sui social, a breve dovrebbe essere pubblicato il nuovo progetto di “Poggio Tre Vescovi” con altre undici pale di grande taglia. Non basta, perché altre 6 grandi pale sono in arrivo a Sestino (AR): l’avvio dell’iter autorizzativo è appena stato pubblicato sul sito del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica.
E così, le immagini da cartolina della campagna toscana note in tutto il mondo avrebbero sullo sfondo inconcepibili intrusioni aliene: un vero e proprio muro di sbarramento di trentaquattro torri d’acciaio lungo i crinali visibili da grandissime distanze, persino dai luoghi più rinomati e turistici di questo invidiatissimo territorio.
Appennino Sostenibile e Crinali Bene Comune