La Verità: "Fino a sette mesi fa i vertici del Continente negavano addirittura di essere di fronte a problemi strutturali. Da Christine Lagarde a Ursula von der Leyen, prima o poi qualcuno dovrebbe risponderne."
L'articolo del giorno. Rassegna stampa per i resistenti sui crinali a cura di Alberto Cuppini.
La prevista "manganellata" è arrivata. Ieri il presidente dell'Autorità dell'energia ha comunicato che dal primo ottobre scatterà un ulteriore aumento del 59% delle bollette elettriche per chi (fortunato! O saggio?) aveva deciso di non cedere alle sirene del libero mercato ed era rimasto in regime di maggior tutela. Questi "fortunati" pagheranno perciò l'energia elettrica, grosso modo, "solo" il triplo di quello che pagavano in media negli ultimi dodici anni. Per chi invece ha scelto l'alea del libero mercato, e cioè il mare aperto brulicante di squali, è lecito attendersi entro breve, anzichè una manganellata, una sprangata.
Viste le scelte degli elettori italiani nelle precedenti consultazioni politiche, a favore dei maggiori zelatori delle "rinnovabili" salvifiche (che li hanno coglionati senza riguardi nè pudori per favorire le loro clientele), si può ben dire "chi è causa del suo mal..." con quello che segue.
Oggi, come ovvio, di bollette ipergalattiche parlano tutti i giornali. Chi racconta le cose come stanno, senza ipocriti infingimenti, è La Verità ("Quando arriveremo a fine anno la situazione sarà ancor più drammatica e rischierà di scivolare tra insolvenze e desertificazione industriale. Dal lato famiglie, le utility già sanno che il 30% degli utenti non pagherà"), nell'articolo di Claudio Antonelli "Bollette elettriche +59% da ottobre. E' rischio desertificazione industriale".
Proponiamo la conclusione dell'articolo, che è un'efficace epitome di quanto da noi sostenuto in questi ultimi mesi:
"Al contrario (degli Stati Uniti) il Vecchio Continente si trova nella crisi energetica che tutti conosciamo e al momento continua a insistere sulla strada delle rinnovabili. Altro elemento che ci riporta al predominio cinese del mercato...
Sarà complicato uscire da questa crisi. Sicuramente tutti gli europei saranno più poveri fra tre anni (perchè aspettare tre anni? NdR). Seguire le linee guida di Bruxelles fino a oggi ha creato ancor più disagio. Basti pensare che fino a sette mesi fa i vertici del Continente negavano addirittura di essere di fronte a problemi strutturali. Da Christine Lagarde a Ursula von der Leyen, prima o poi qualcuno dovrebbe risponderne."
Il nostro ruolo di Cassandre sta per terminare. Inutile continuare ad ammonire che "la superstizione delle rinnovabili salvifiche fa ripiombare l'Europa nel Medioevo": anche se gli europei non se ne sono ancora resi ben conto, nel Medioevo ci sono già ripiombati.
Alberto Cuppini