Eolico kaputt. Germania: finiti i soldi da sperperare per le rinnovabili

Il governo tedesco, con la rivoluzione del sostegno pubblico alle fonti rinnovabili, riconosce implicitamente i disastri commessi puntando tutto sul 100% rinnovabile a qualsiasi costo. Conclude Sergio Giraldo sulla Verità: "Dunque, uscita dal carbone posticipata, nuovi impianti a gas, centrali a idrogeno sì ma meno del previsto (e più tardi), meno incentivi alle rinnovabili. Dopo i disastri degli anni passati sul gas, ora le retromarce del governo tedesco sulla questione energetica cominciano a essere davvero tante". Un'ennesima prova della cattiva politica UE per il contenimento delle emissioni clima-alteranti globali e della narrazione volutamente distorta della "transizione energetica" europea.

 

A proposito di clima impazzito... Venerdì scorso è caduto un fulmine a ciel sereno su chi in Italia non legge la stampa tedesca. Da un articolo di Sergio Giraldo su La Verità del 12 luglio, dal titolo "La Germania deve fare economia: tagli agli incentivi per le rinnovabili":

 

"La Germania ci ripensa e modifica il sistema di incentivi green. Il governo tedesco la scorsa settimana ha annunciato un cambiamento radicale nell’incentivazione delle fonti rinnovabili. Dopo decenni di Energiewende, che in Germania garantisce ai produttori di energia eolica e fotovoltaica un prezzo elevato per 20 anni per l’elettricità immessa nella rete, il governo di Olaf Scholz si prepara a una rivoluzione. Il sostegno all’espansione delle fonti rinnovabili «deve essere trasformato in sussidi per i costi di investimento», afferma il governo, «per consentire ai segnali di prezzo di avere un effetto privo di distorsioni». Si tratta di un cambiamento enorme, perché prende atto della effettiva distorsione provocata sul mercato da tariffe incentivate di ritiro dell’energia che prescindono dall’andamento del mercato stesso".

 

Il seguito di questo articolo della Verità andrebbe meglio apprezzato previa lettura dell'articolo di Giovanni Brussato "Nel mix energetico del futuro l'eolico sarà inutile", pubblicato sull'ultimo numero de L'Astrolabio, sulla costruzione (alla fine risultata inevitabile come da noi previsto da anni) di nuove centrali elettriche a gas in funzione di backup alle rinnovabili anche in Germania.

Ciò premesso, ora possiamo riprendere qualche altro passaggio dell'articolo di Giraldo:

"Per i detrattori, la mossa del governo avrà l’effetto di scoraggiare gli investimenti in eolico e solare, mettendo a rischio il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione."

 

In realtà, la maggiore rivoluzione consiste proprio nel riconoscimento, finalmente anche da parte del governo tedesco, che "gli obiettivi di decarbonizzazione" fissati dai burocrati europei non sono un Assoluto a cui tutto sacrificare, a prescindere dalla loro (finora inutile) efficacia.

Continua Giraldo:

 

"Il progetto del governo tedesco arriva dopo che in Germania si sono manifestate due esigenze imprescindibili. La prima è il vincolo del bilancio pubblico, su cui gli incentivi alle rinnovabili pesano per 17 miliardi all’anno. L’altro è la necessità di stabilizzare la rete. Infatti, il piano prevede anche un altro punto importante: la costruzione di nuove centrali elettriche a gas. La tanto propagandata corsa al 100% rinnovabile, infatti, non può fare a meno di potenza elettrica che abbia due caratteristiche. Una è quella di sostituire il pessimo carbone, senza il quale il sistema elettrico tedesco non sta in piedi e che è ancora usatissimo in Germania. L’altra è quella di dare stabilità alla rete elettrica, nel senso di dotarla di potenza elettrica che possa entrare in funzione rapidamente per integrare gli sbalzi provocati dai profili di produzione rinnovabile. Solo gli impianti a gas, oggi, dispongono di queste caratteristiche... Contrariamente ai piani, però, tali impianti non dovranno per forza essere pronti per funzionare a idrogeno."

 

Questa notizia bomba della retromarcia del governo tedesco, da cui si possono intuire conseguenze esiziali per l'eolico (come i "detrattori" - chiamati così nell'articolo - hanno fatto rilevare), in Italia per il momento è stata diffusa solo dalla Verità. Credo di avere già scritto due o tre (mila) volte  sul sito web della Rete della Resistenza sui Crinali che questo silenzio omertoso della stampa e delle televisioni sui limiti delle rinnovabili (e non solo. Anche su molte altre incongruenze dell'ideologia globalista), oltre ad essere un pericolo per la democrazia, è quanto meno imbarazzante per i giornalisti se non addirittura per l'onestà intellettuale di un'intera categoria professionale italiana. Ora, noi non siamo complottisti, ma lo spettro di un Deep State che governerebbe i governanti manovrando l’economia e la comunicazione appare sempre più incombente.

Alle nostre stesse conclusioni (sia sulla cattiva politica UE per il contenimento delle emissioni clima-alteranti globali che sulla narrazione volutamente distorta della "transizione energetica" europea) è pervenuto il professor Alberto Clò, già ministro dell'Industria, nel suo ultimo post, pubblicato anch'esso venerdì scorso, sul sito web della Rivista Energia, dal titolo "Realtà e illusioni della transizione energetica: i numeri del Statistical Review 2024", che sottotitola "Più delle narrazioni e degli scenari, come sta andando la transizione energetica ce lo dicono i numeri a consuntivo, come quelli pubblicati dal Statistical Review of World Energy. E i numeri ci dicono che la transizione energetica non sta andando come narrato e auspicato".

Leggiamo il passaggio conclusivo dell'articolo di Clò:

 

"Per correggere una traiettoria fuori controllo bisognerebbe, primo, prendere atto degli errori che si stanno compiendo, ad iniziare dalla distribuzione geografica degli investimenti, che si dovrebbero realizzare soprattutto nei paesi non avanzati che sono interamente responsabili dell’aumento delle emissioni globali. Continuare ad investire là dove le emissioni sono massimamente calate – nei paesi avanzati – è poco efficiente e molto costoso per le economie. Secondo, avere consapevolezza che non è alzando l’asticella degli obiettivi ed allungandone l’orizzonte temporale che se ne facilita il raggiungimento. I tempi della decarbonizzazione sono altri da quelli sinora auspicati e ritenuti fattibili. Meglio prenderne realisticamente atto e intervenire con azioni che siano più razionali, efficaci, pragmatiche. Insistere a narrare le cose come si vorrebbe andassero e non come effettivamente vanno è inutilmente consolatorio."

 

Ma torniamo all'articolo di Giraldo. Questa la sua conclusione:

 

"Dunque, uscita dal carbone posticipata, nuovi impianti a gas, centrali a idrogeno sì ma meno del previsto (e più tardi), meno incentivi alle rinnovabili. Dopo i disastri degli anni passati sul gas, ora le retromarce del governo tedesco sulla questione energetica cominciano a essere davvero tante".

 

Naturalmente, per la sopravvivenza dell'eolico in Germania dopo la modifica del sistema incentivante, molto dipenderà dall'entità dei "sussidi per i costi di investimento". Ma è evidente che, per i rinnovabilisti tedeschi, le Karamellen sono finite.

 

Alberto Cuppini