Il regista Oliver Stone diventa un fan del nucleare

 

Oliver Stone entusiasta del nucleare per la salvezza del pianeta: "Il motivo per cui le aziende di combustibili fossili sostengono le rinnovabili? Perché richiedono inevitabilmente grandi quantità di gas metano per garantire la loro affidabilità."

L'articolo del giorno. Rassegna stampa per i resistenti sui crinali a cura di Alberto Cuppini. 

 

Per l'ennesima volta siamo stati facili profeti. I resistenti sui crinali forse ricorderanno il nostro articolo di tre anni fa "Il fallimento dell'eolico e del fotovoltaico darà il via libera al ritorno dell'incubo del nucleare a fissione".

In caso contrario invitiamo a (ri) leggerlo. Così meglio si apprezzerà l'articolo di Marcello Bussi su Milano Finanza di oggi "Il regista Oliver Stone diventa un fan del nucleare", di cui proponiamo il capoverso iniziale e quello finale:

 

"L'energia nucleare “non solo salverà il pianeta ma ci permetterà di prosperare. Sebbene sia da tempo considerata pericolosa nella cultura popolare è di fatto molto più sicura del carbone, del petrolio e del gas”. Parola del regista Oliver Stone, il cui documentario intitolato Nuclear verrà presentato in anteprima alla Mostra del Cinema di Venezia il prossimo 9 settembre.

...

In un lungo post su Facebook Stone afferma che il documentario sarà dettagliato, ma non affonderà nelle polemiche e “meschine argomentazioni” di chi è ideologicamente contro il nucleare. Le rinnovabili, eolico e solare in testa, possono dare un contributo non trascurabile, “ma ormai dovremmo sapere che non si avvicinano a risolvere il problema da sole. È il motivo per cui le aziende di combustibili fossili sostengono le rinnovabili. Perché richiedono inevitabilmente grandi quantità di gas metano per garantire la loro affidabilità”."

 

Quest'ultima, ovvia, irrimediabile lacuna delle rinnovabili non programmabili (eolico e fotovoltaico) era stata da anni e anni denunciata da noi e (solo recentemente) da pochi altri, nel silenzio di chi (in politica, sui mass media, dalle cattedre universitarie eccetera) avrebbe dovuto intervenire per farlo notare, avendone il dovere istituzionale, ma non è intervenuto per amore di quieto vivere.

Ma non c'è stata solo la malafede a impedire di denunciare che le Fer non programmabili non possono funzionare da sole, senza "inevitabili grandi quantità di gas". Dobbiamo far notare per onestà intellettuale che qualcuno (qualcuna) non lo ha fatto per pura e semplice sprovvedutezza.

E così, adesso, in Italia arriverà prima la miseria e poi, se avremo ancora i soldi per potercelo permettere, tornerà l'aborrito nucleare a fissione. Bravi i nostri ecologisti radical chic!

 

Alberto Cuppini