Dopo Poggio Tre Vescovi, sull'Alto Appennino ricompaiono, uno dopo l'altro, i progetti eolici negli stessi siti a suo tempo bocciati. E' il frutto avvelenato delle "semplificazioni" del regime di tutela ambientale e paesaggistica ottenute dai lobbysti con la scusa del conseguimento degli inverosimili obiettivi europei pretesi dalla Germania, che vuole imporre a tutta Europa le sue pale eoliche.
E questo proprio mentre l'interruzione del gas russo ha svelato l'inutilità delle decine di migliaia di aerogeneratori già installati in Germania.
Gli stupratori di montagne e paesaggi sono tornati. Due devastanti progetti di eolico industriale minacciano il crinale dell'Appennino ai confini tra la Lunigiana in Toscana e la Val Taro in provincia di Parma. Uno, non ancora in fase di VIA, riguarda il crinale Cisa Cirone. E' la riproposizione di un vecchio progetto già respinto anni fa.
L'altro riguarda il monte Croce di Ferro (già in fase di VIA) in territorio Emiliano, anch'esso già presentato e ritirato in passato.
Per quanto riguarda il primo, alcuni membri locali del comitato di Gravagna si sono mossi tempestivamente. Riportiamo la relazione fatta da Simona Compiani, referente per Gravagna:
"Lo scorso 29 maggio si è tenuta in località Molinello di Pontremoli (MS) un incontro organizzato dall'Ing. Lorenzino Marzocchi (noto ex manager ENI) che si è presentato quale Amministratore Unico di Futuro Energia srl, dichiarando un capitale sociale di euro 10.000 (da verifiche effettuate risulta in realtà un capitale sociale di euro 800!) con una trentina di proprietari dei terreni del crinale Cisa-Cirone. Il Marzocchi ha annunciato ai presenti che la società tedesca Gruppo Geo mbh è interessata a presentare il progetto "Eolico popolare" per la realizzazione di un parco eolico nel tratto Groppo del Vescovo-Cirone. Il progetto non è ancora definito. Contano di costruire 9-15 generatori, l'altezza dei pali dovrebbe essere di circa 130 metri, ed il diametro di 90 metri per un'altezza totale di 155 metri circa".
La Compiani continua raccontando che l’ingegnere ha proposto la creazione della società “Eolico Popolare” per la realizzazione del progetto, alla quale potranno partecipare i cittadini di Pontremoli e Comuni limitrofi, prospettando che, per i circa 300 proprietari dei terreni interessati, andranno il 3% dei ricavi annuali e un ulteriore 3% dei ricavi sarà per il Comune di Pontremoli, forse ignaro che la sentenza 46 della Corte Costituzionale del 23 marzo 2021 prevede che gli Enti locali possano richiedere le sole compensazione ambientali. Insospettiti dai nebulosi impegni presenti nel contratto, che prevede la cessione di superfice e di servitù per trent’anni, i proprietari hanno organizzato un incontro per una consulenza legale nella quale sono emerse le criticità relative alle conseguenze dell’accettazione del contratto proposto. Il giorno dopo, a una nuova riunione organizzata dalla Società proponente per la raccolta firme, si è presentato un solo proprietario. Ora il proponente è a caccia di consensi impegnandosi in un porta a porta. I consiglieri di minoranza del consiglio comunale di Pontremoli hanno fatto un’interpellanza per capire qual è, se c’è, il coinvolgimento degli amministratori in questa storia.
Comitato Valdantena