Alberto Clò: "Il frutto marcio della narrazione della transizione ecologica. Questa, nelle espressioni più isteriche, diceva che non c'è più bisogno di investire nell'oil and gas, perché stanno avanzando le rinnovabili che saranno il grande futuro".
L'articolo del giorno. Rassegna stampa per i resistenti sui crinali a cura di Alberto Cuppini.
Leggiamo il professor Alberto Clò (i grassetti sono nostri) nel post, liberamente disponibile in linea, "Blackout e prezzi: la tempesta perfetta sui sistemi elettrici" dal blog della Rivista Energia:
"Vi è il fondato rischio che un miliardo di persone debba affrontare nei prossimi mesi prolungati blackout. A causarli concorre un insieme di ragioni: incontrollata penetrazione delle intermittenti rinnovabili; inadeguatezza a recepirle e vetustà delle reti di trasmissione; limitato ricorso ad accumuli; ritiro anticipato di centrali alimentate a fossili, con quelle rinnovabili incapaci di sostituirle; scarsità di fonti fossili.
Che di rischi di blackout e la certezza di aumenti dei prezzi elettrici proprio non se ne parli nei media ma soprattutto a Bruxelles, dà conto dell’abissale distacco tra dinamica reale delle cose e il profluvio di annunci e promesse a partire da quelle incluse nel REPowerUE.
Il fatto che non se ne parli, illudendosi di esorcizzare col silenzio una scomoda verità, non ne attenua la gravità, mentre ripropone l’interrogativo se non sia logicamente più corretto irrobustire l’intera infrastrutturazione elettrica mondiale piuttosto che sottoporla a ulteriori stress forzando la penetrazione delle rinnovabili."
Credete che il mite professor Clò, nell'occasione, sia andato sopra le righe? Allora non avevate letto la sua intervista concessa a Laura Della Pasqua su La Verità del 23 maggio "La speculazione cavalca gli errori dell'Ue".
Proponiamone un assaggino:
"Prima della guerra, nella seconda metà del 2021, è esplosa una crisi energetica che ha portato i prezzi alle stelle. La Commissione Ue è rimasta immobile".
Perché non c'è un quantitativo di metano e petrolio in grado di soddisfare una domanda crescente?
"Dal 2014 gli investimenti delle compagnie petrolifere sono crollati. E' chiaro che senza perforazioni non si trova e non si produce nulla. Questo è dovuto non solo alla caduta dei prezzi nel 2014 ma è anche il frutto marcio della narrazione della transizione ecologica. Questa, nelle espressioni più isteriche, diceva che non c'è più bisogno di investire nell' "oil and gas", perché stanno avanzando le rinnovabili che saranno il grande futuro".
Non crede nelle rinnovabili?
"Sono convinto che cadremo dalla padella del gas russo alla brace delle rinnovabili cinesi."
Turgot, suo celeberrimo collega economista d'antan, avrebbe esclamato: "Le mouton enragé!"
Alberto Cuppini