Proposte del M5S per ridurre le sanzioni a chi incassa gli incentivi sulle rinnovabili violando le regole.
I grillini al potere ormai non smettono più di stupirci. In negativo. E non crediamo che questa volta saranno contentissimi neppure i loro sostenitori più accalorati, che nelle piazze ritmavano a gran voce lo slogan "Onestà Onestà" quando al governo c'erano Renzi e compagnia bella.
Leggiamo dall'articolo del Sole del 12 gennaio "Spiagge e fonti rinnovabili: in arrivo una doppia sanatoria" a firma Carmine Fotina che "nel decreto semplificazioni si affaccia una doppia sanatoria: una per ridurre le sanzioni a chi incassa gli incentivi sulle rinnovabili violando le regole, l'altra per lo stop alle cartelle esattoriali destinate agli stabilimenti balneari... Sulle rinnovabili sono state presentate due proposte gemelle dal Movimento 5 Stelle, primi firmatari Gianni Girotto (presidente della commissione Industria) e Stefano Patuanelli (capogruppo a Palazzo Madama)... Un diverso emendamento, sempre targato M5S, estende l'area di esenzione dell'accisa".
La sanatoria per le rinnovabili non è affatto così irrilevante come potrebbe sembrare dall'articolo. Leggiamo infatti, sempre da Sole (questa volta del 16 novembre scorso) nell'articolo "Energie rinnovabili, la Guardia di Finanza scopre maxi frode da un miliardo" di Ivan Cimmarusti che "complessivamente, gli incentivi sono stati erogati a 954.175 soggetti... verifiche sulla regolarità delle richieste e sugli incentivi erogati sono state fatte anche dallo stesso Gestore, che ha svolto 5mila 260 controlli... Stando ai dati, il Gse ha rilevato 4mila 212 violazioni".
Ovvero, se la matematica non è un'opinione, con una incredibile percentuale di violazioni, superiore all' 80% delle verifiche effettuate, anche questo a conferma di quel clima di indulgenza diffuso tra gli investitori del settore rinnovabili, convinti di essere, al contrario dei comuni mortali, al di sopra delle leggi in quanto salvatori del Pianeta dai cambiamenti climatici, come da noi più volte denunciato.
Ricordiamo che il totale degli incentivi concessi alle Fer elettriche sono complessivamente stimabili, fino alla loro scadenza, nell'ordine dei 230 miliardi di euro (equivalente, per dare un ordine di grandezza, a un decimo del mostruoso debito pubblico italiano, che sta trascinando a fondo sia la Repubblica che la Nazione), per produrre, al massimo, energia elettrica equivalente ad appena il 20% dei consumi interni lordi.
Nel 2016 si era toccato il tetto massimo di spesa annua per incentivi, superiore ai 14 miliardi, che, con l'aggiunta degli inevitabili costi ancillari dovuti alla non programmabilità delle fonti eoliche e fotovoltaiche, aveva innalzato l'onere a carico degli utenti nelle bollette elettriche ad una cifra spaventosa, ben superiore all'uno per cento del PIL.
Proprio per cercare di ovviare a questa emorragia "imprevista" e completamente sfuggita di mano, il governo Renzi nel 2014 aveva presentato il cosiddetto decreto spalma incentivi ma mal concepito, disposto per importi scarsamente rilevanti (in percentuale), senza dimostrare la necessaria determinazione e subendo ulteriori depotenziamenti del provvedimento in seguito alla violentissima azione dei lobbysti delle rinnovabili in Parlamento. I risultati sono stati, come facilmente prevedibile, trascurabili ed hanno anzi cagionato una marea di cause legali, che sono ancora in corso in innumerevoli sedi giudiziarie.
Ci saremmo perciò attesi dal nuovo "governo del cambiamento" ben altri provvedimenti per arrestare questo sanguinamento mortale di cui sono vittime gli Italiani. Il primo naturale provvedimento sarebbe stato di potenziare gli strumenti ed il personale ispettivo a disposizione del GSE e della Guardia di Finanza per aumentare il numero dei controlli, estremamente bassi rispetto al numero dei beneficiari degli incentivi, che tuttavia, come abbiamo visto, ha dato esiti (almeno potenzialmente) positivi per il recupero totale o parziale delle somme irregolarmente concesse in oltre l'ottanta per cento dei casi. Stiamo parlando del recupero di cifre - complessivamente - enormi.
Ancora, ci saremmo attesi che il governo tassasse almeno gli extra profitti dei furbissimi che, dopo avere ottenuto gli incentivi, hanno rapidamente alienato e quindi monetizzato i loro impianti, che vengono sempre più spesso incettati da "mani forti" (anche straniere) in cerca di questi rendimenti finanziari garantiti dal governo italiano, del tutto inverosimili sui mercati finanziari internazionali.
Risulta dunque sconcertante, adesso, riscontrare come l'esecutivo a maggioranza grillina, nei primi mesi di governo, abbia decurtato persino le pensione già in essere ma trascurato di tassare questi arricchimenti ingiustificati. In questo caso non ci sarebbe nemmeno il flebile paravento dell'ideologia ambientalista. Ben difficilmente questi astuti speculatori del "mordi e fuggi rinnovabile" potrebbero apparire "salvatori del Pianeta". Neanche ai grillini più creduloni.
E invece: ecco questa iniziativa di Girotto e Patuanelli in soccorso dei "furbetti del pannellino". A chi non comprende l'entità delle enormi somme in gioco, quelle in ballo nella sanatoria potrebbero sembrare cifre trascurabili; in realtà sono spesso in grado di modificare la vita a quegli autentici miracolati dei loro beneficiari.
La Rete della Resistenza sui Crinali conosce per innumerevoli esperienze dirette che cosa e soprattutto quanto c'è in gioco, e tutta la congèrie di trucchi, trucchetti, irregolarità, astuzie e reati penali che sono stati concepiti per ottenere illecitamente quegli incentivi ai danni della collettività. Specie dopo la recente esperienza in provincia di Bologna, in cui un nostro comitato ha contribuito, a servizio delle pubbliche autorità, a far luce su quella grottesca vicenda.
I grillini, dunque, vanno sempre peggio. Molto bene: ne prendiamo atto. In assenza di conversioni vertiginose ad U, peraltro a loro abbastanza comuni, nei prossimi quattro mesi, almeno nei territori sul crinale tosco emiliano-romagnolo, troveranno qualcuno che NON farà campagna elettorale a loro favorevole per le elezioni europee. Invitiamo gli altri comitati contro la speculazione delle rinnovabili elettriche di tutt'Italia (e sono moltissimi) a seguire il nostro esempio.
Alberto Cuppini