"Più che il riscaldamento della terra, anche a Bruxelles si sono resi conto che è in gioco il riscaldamento di milioni di case in inverno". "L'assurdo della piramide europea con oggi arriva a uno dei suoi vertici, con l'anonimo e irresponsabile funzionariato di Bruxelles che deciderà chi deve consumare quale energia e quando".
L'articolo del giorno. Rassegna stampa per i resistenti sui crinali a cura di Alberto Cuppini.
Oggi sulle prime pagine di tutti i quotidiani campeggiano allarmati articoli sui provvedimenti emergenziali per il gas in corso di adozione presso la Commissione Ue. A Bruxelles si sono improvvisamente resi conto che siamo prossimi alla catastrofe e lasciare che i problemi, creati dalla stessa Commissione ben prima dell'aggressione russa in Ucraina, li risolvano i singoli Stati in ordine sparso non basta più.
In questa vicenda surreale c'è solo un aspetto positivo: nessuno ha più il coraggio di proporre eolico e fotovoltaico come soluzioni. Il tempo delle sciocchezze e delle ragazzine ricche e supponenti che dettano l'agenda energetica al mondo intero a sostegno di interessati ecologisti radical chic è finito.
Così Tino Oldani su Italia Oggi nell'articolo "Green deal addio: ora c'è la corsa agli «accordi di solidarietà» tra paesi Ue per il gas, e la Germania ha il cappello in mano":
Green deal Ue addio. Il bando europeo contro i combustibili fossili non è più all'ordine del giorno. Oggi a Bruxelles sarà approvata una direttiva impensabile un anno fa, quando la rivoluzione verde era un dogma assoluto, benché discutibile. Ora la parola d'ordine è che, in mancanza del gas russo, i paesi Ue possono rimettere in funzione le vecchie centrali a carbone. Poche storie: più che il riscaldamento della terra, anche a Bruxelles si sono resi conto che è in gioco il riscaldamento di milioni di case in inverno. Nella bozza del provvedimento, resa nota da El Pais, Bruxelles «conferma il passaggio alle fonti di energia rinnovabili, ma applicherà temporaneamente tutta la flessibilità disponibile, anche se ciò incide sull'inquinamento atmosferico». Il tutto anche «con sovvenzioni pubbliche». Una retromarcia clamorosa, dove l'Ue si accoda a Germania, Francia, Olanda e Austria che avevano già deciso di tornare al carbone... Questo Regolamento stabilisce che «i paesi Ue sono tenuti a mettere in atto le disposizioni tecniche, giuridiche e finanziarie necessarie per rendere possibile la fornitura di gas solidale nella pratica».
Sergio Giraldo su La Verità, nell'articolo "Bruxelles si arroga il diritto di tagliare il gas ai singoli Stati", privilegia invece, come ha fatto la maggior parte dei suoi colleghi, un'altra iniziativa della Commissione:
"Oggi la Commissione europea approverà una nuova comunicazione vincolante che imporrà a tutti gli Stati di tagliare il gas in caso di allarme sulle forniture".
Magistrale la conclusione del suo articolo:
"L'assurdo della piramide europea con oggi arriva a uno dei suoi vertici, con l'anonimo e irresponsabile funzionariato di Bruxelles che deciderà chi deve consumare quale energia e quando in Italia come in Estonia, a Sassuolo come a Tallinn. Nel marasma attuale, una garanzia del fallimento delle disastrose politiche energetiche dell'Unione europea e una firma su un futuro difficile e assai incerto."
Tutti provvedimenti inutili, naturalmente, se non si risale al nocciolo del problema. Ormai l'unica possibilità di evitare il "fallimento delle disastrose politiche energetiche dell'Unione europea" e "un futuro difficile e assai incerto" risiede nella banale soluzione proposta qualche giorno fa da Crosetto e Torlizzi:
"Basterebbe (si fa per dire, naturalmente) annunciare la ristrutturazione dei Green Deal da parte di Washington e Bruxelles sia per provocare, in un primo momento, il crollo immediato in Borsa delle materie prime sia per innescare poi una nuova azione in investimenti in capacità produttiva frenati proprio per l'adesione ai criteri di Esg. Ma per il momento l'abbraccio incestuoso tra grande finanza, apparati burocratici e politici, che spinge non per una progressiva transizione energetica ma per uno switch violento lontano dal fossile, rimane troppo forte per essere scardinato".
Alberto Cuppini