Ferrara sul Foglio: "Da Mao all’Ue. Non è chiudendo dirigisticamente la società e il mercato dentro canoni e condizioni e scadenze e tappe prefissate, ma aprendo i canali di scorrimento degli spiriti animali che le società moderne si trasformano."
Segnalo ai resistenti sui crinali questo editoriale di Giuliano Ferrara apparso su Il Foglio di domenica: "Ora basta con il mito del grande balzo (europeo) in avanti", se non altro perchè Ferrara è giunto alla stessa analogia e alle nostre stesse conclusioni vecchie di (almeno) una decina d'anni.
Tale analogia ora si è resa palese a tutti, dopo l'autolesionistica esplosione dei costi energetici e la conseguente invasione russa dell'Ucraina, per la quale noi europei, con le nostre apocalittiche bollette e le nostre tasse, abbiamo graziosamente fornito a Putin i necessari, massicci flussi di cassa, comperando letteralmente a tutti i costi il gas russo che permetteva di bilanciare l'erratica ed inaffidabile produzione elettrica europea da eolico e fotovoltaico.
Ferrara scrive:
"Ora sono chiare le differenze tra i membri dell'ufficio politico del Pcc nel 1959 e oggi le Von der Leyen, i Rutte, Scholz, Macron, Draghi, ma sull'idea che decisioni fiscali e investimenti di stato, piani di investimento quinquennali e altri ammenicoli del genere possano cambiare una società, bè, su questo l'analogia regge, e in negativo."
Nell'articolo Ferrara si riferisce al PNRR, ma la stessa analisi vale per tutta la politica UE ed in particolare per quella della commissione Timmermans pardon della commissione Von der Leyen. Ed ancor più in particolare l'analisi vale per la politica "climatica" di stampo prettamente maoista dell'attuale commissione UE. Salvo poi concludere il suo editoriale con un doppio salto mortale carpiato e rovesciato a favore... del Superbonus (del quale Ferrara è stato entusiasta sostenitore ab ovo), che proprio della logica perversa del "Grande Balzo in Avanti Europeo" si nutre e di cui rappresenta un'ennesima, ineluttabile, sgangheratissima conseguenza.
Alberto Cuppini