Friedrich Merz - presidente della CDU e come tale favorito per la cancelleria alle elezioni tedesche anticipate a febbraio - ha criticato l'energia eolica definendola una "tecnologia di transizione" che prima o poi dovrebbe essere smantellata. Evidentemente Friedrich Merz - come noi della Rete della Resistenza sui Crinali - non è un fan dell'energia eolica; lo ha chiarito nel talk show di Maybrit Illner sulla TV statale ZDF: "Se facciamo tutto bene, prima o poi potremo smontare di nuovo le turbine eoliche: sono brutte ("hässlich") e non si adattano al paesaggio."

 

Il passaggio dell'intervento di Friedrich Merz al talk-show con la critica all'eolico.

 

La campagna elettorale in Germania è già cominciata e, come ovvio, si sta svolgendo anche nel campo della politica energetica.

Recentemente, nel suo documento programmatico, l’ex ministro delle finanze Christian Lindner (FDP, il partito liberale tedesco) poi cacciato dal cancelliere Scholz proprio all'indomani della vittoria di Trump, aveva chiesto l’abbandono della politica climatica e, tra le altre cose, la liquidazione del fondo per il clima e la transizione. La fine della coalizione semaforo (rosso-giallo-verde) apre ora ampi spazi di critica a tale politica anche da parte dell’opposizione. Il candidato alla cancelleria Friedrich Merz (presidente della CDU - la DC tedesca, per banalizzare - in testa ai sondaggi elettorali, dove ha doppiato la derelitta SPD del cancelliere Scholz) ha utilizzato giovedì sera (7 novembre) il talk show di Maybrit Illner sulla TV statale ZDF per descrivere l'attuale situazione della Germania dopo tutte le decisioni sbagliate del governo federale e per spiegare come lui avrebbe affrontato agli ostacoli futuri, compresi i progetti di politica climatica.

Nel giro di discussioni, a cui hanno partecipato oltre a Merz anche Sigmar Gabriel (possibile candidato SPD alla cancelleria al posto di Scholz, destinato ad una inevitabile sconfitta), la politologa Julia Reuschenbach e il corrispondente estero della CNN Fred Pleitgen, il leader della CDU ha indicato, come causa principale del collasso del governo Scholz, la mancanza di volontà di compromesso da parte dei tre partner della coalizione semaforo. Mentre l’SPD non ha mai voluto tirarsi indietro rispetto alle promesse sociali, i Verdi hanno insistito sulle loro richieste di politica climatica. La FDP, per contro, non ha mai voluto eliminare il freno all’indebitamento pubblico, rendendo irrealizzabili in deficit spending tali politiche. "Questi sono incompatibili tra loro", ha affermato Merz.

Dal punto di vista economico, il Paese si trova ora ad affrontare la sfida di rimettersi in carreggiata. Secondo il candidato cancelliere della CDU, ciò sarà possibile solo con "un maggiore sforzo". In vista della costosa transizione energetica, Merz è giunto alla conclusione: "Dobbiamo garantire di produrre di più, soprattutto quando si tratta di energia. L’offerta deve essere più ampia". Merz segue in tal modo la nuova agenda energetica della CDU, recentemente presentata sotto forma di un documento di discussione. Oltre al principio guida di raggiungere la neutralità climatica rafforzando l’industria, il documento programmatico della CDU ha così concluso: "Senza un cambiamento dei costi verso una maggiore efficienza, la transizione energetica fallirà".

Da Maybrit Illner giovedì sera Merz si è voluto occupare anche di altri tipi di produzione energetica rispetto a quelli su cui si è concentrata l'ormai defunta coalizione semaforo, criticando il rigido schematismo dell'Energiewende: "Dobbiamo uscire dalla definizione delle tipologie di produzione energetica" ("Wir müssen raus aus der Festlegung auf Energieerzeugungsarten") aggiungendo: "Ora apriamo la nostra visione a 360 gradi, anche nell'intervento pubblico". Criticando l'attenzione della Alpelkoalition alle energie rinnovabili, il presidente della CDU ha indirizzato le critiche in particolare all'energia eolica come mezzo per produrre energia. Per lui si tratta semplicemente di una "tecnologia di transizione" ("Übergangstechnologie"): "Credo addirittura che se facciamo qualcosa di giusto, un giorno potremo smantellare di nuovo le turbine eoliche perché sono brutte e perché non si adattano al paesaggio" ("Ich glaube sogar, dass wir, wenn wir etwas richtig machen, eines Tages die Windkrafträder wieder abbauen können, weil sie hässlich sind und weil sie nicht in die Landschaft passen").

Affermazioni dirompenti, come si può facilmente intuire, specie considerando il ruolo di Dominus dell'Unione Europea di fatto esercitato dalla Germania post-unitaria accentuatosi dopo la Brexit, ma affermazioni ignorate more solito da stampa e televisioni italiane. Di fronte agli evidenti, disastrosi esiti del wokismo e della cancel culture di matrice liberal americana, oltre a costi ed efficienza in Germania si torna dunque a ragionare anche in termini estetici ed identitari, dopo l'era dell'autoflagellazione, dell'odio verso se stessi e dei meschini tatticismi della Merkel e di Scholz.

Nei prossimi vent’anni - ha proseguito il leader della CDU - la Germania quasi sicuramente non potrà fare a meno dell’energia eolica esistente (Noi non siamo d'accordo. NdR). Ma in futuro, invece dell'eolico, Merz vuole puntare su tecnologie innovative come la fusione nucleare per garantire l'approvvigionamento energetico e non perdere il ruolo pionieristico a favore di paesi come la Cina. Ha parlato anche di un possibile ritorno al nucleare a fissione, ma si è mostrato scettico perché queste centrali sono già in fase di smantellamento.

Di fronte alla deindustrializzazione terminale, sta dunque rapidamente crollando anche il bastione eolico della Germania, da dove, mercé Angela Merkel e la sua delfina Ursula Von der Leyen, è scaturita la folle decisione di far funzionare l'Europa solo con pale e pannelli.

Se fossi nei panni dei nostri simpatici amici dell'Anev, mi metterei avanti con i lavori e comincerei a mandare in giro i curriculum, evitando però di menzionare che ho collaborato attivamente allo sfregio di alcuni dei più bei paesaggi italiani e all'esplosione delle bollette energetiche. 

 

Alberto Cuppini

 

 

Roberto Cingolani amministratore delegato della Leonardo contro Roberto Cingolani ex ministro della Transizione ecologica: "Abbiamo avuto una serie di ideologi che ci dicevano in piena crisi climatica: "Ah! Con l'eolico si va da tutte le parti! Si fa tutto con l'eolico e il fotovoltaico!" Era fisicamente sbagliato. Non è una questione di idee. Erano proprio i watt, era la fisica che non funzionava. Questi hanno detto tante di queste sciocchezze e quindi la somma di sciocchezze ideologiche e di errori di natura industriale che ha delocalizzato ci porta oggi a svegliarci e a dire: "Ops, siamo nei guai!". Chi raccontava queste cose senza sapere di cosa parlava oggi dovrebbe pagare un un po' il pegno dell'errore che è stato fatto. Abbiamo avuto una Comunità europea che ha spinto in maniera ideologica su certe cose e ora ci rendiamo conto che abbiamo distrutto intere filiere industriali. Quando tu permetti alla gente di mentire per cinque anni agli alti livelli istituzionali dicendo cose che fisicamente non si reggono in pedi, a un certo punto ti risvegli una mattina e dici: "Abbiamo sbagliato tutto!". Abbiamo creato un meccanismo perverso in cui una sola è la tecnologia che va bene per tutto. Ma era ovvio che non fosse così". La Verità: "Cingolani smonta le bugie verdi, ma non poteva farlo prima? Perché Cingolani queste cose è andato a dirle a un sito poco conosciuto e non le ha ribadite quando era ministro, per lo più della Transizione ecologica? Invece di parlare ora, che fa il manager, forse avrebbe dovuto aprire bocca allora, quando non sarebbe stato il privato cittadino, pur importante, a mandare al diavolo i vertici Ue, ma un ministro".

 

Intervista all'ex ministro della "Transizione ecologica" Roberto Cingolani (in particolare dal minuto 19)

 

Alla fine della settimana scorsa sui social furoreggiava il video dell'intervista realizzata da Aliseo, dal titolo "Il futuro della Difesa", all'ex ministro della "Transizione ecologica" Cingolani (qui sotto in ginocchio davanti alla Piccola Greta), ed attualmente amministratore delegato della Leonardo (se non si ha tempo lo si guardi dal minuto 19).

 

 

Cingolani appare un altro uomo rispetto a quando era ministro. Non solo per quello che dice, ma anche per come lo dice. Sembra scomparso l'effetto euforizzante derivatogli dal suo alto incarico ministeriale e soprattutto dalla sua missione per la salvezza del Pianeta che esibiva durante il mandato governativo.

Ci sentiamo obbligati a riportare qui di seguito, come memoria storica ed a vantaggio di chi ha poco tempo per ascoltare tutta l'intervista, il passaggio più traumatico e destabilizzante:

 

Appello ai Sindaci: tuteliamo insieme i territori dalle speculazioni energetiche. La Coalizione TESS (Transizione Energetica Senza Speculazione), la coalizione interregionale che riunisce più di 40 associazioni, comitati e gruppi di azione locale, ha lanciato un appello ai Sindaci della Toscana e dell'Emilia Romagna attraverso una lettera inviata ai 606 Comuni delle due regioni.

 

 

Di seguito si pubblica un estratto del contenuto della lettera-appello.

Intervista dell'Unione Sarda al presidente della Regione Toscana Eugenio Giani: "Vogliamo individuare le aree non idonee e su quelle io scendo in piazza se poi si prova a mettere delle pale eoliche o dei pannelli fotovoltaici. Sarebbe davvero un grande errore se in zone non vocate ci trovassimo delle alte pale eoliche che toccano un territorio e un paesaggio, perchè il paesaggio è un valore fondamentale che dobbiamo salvaguardare e su cui non ci devono essere altri elementi che turbano ciò che è lo skyline delle nostre colline, delle nostre pianure, delle nostre città. Sul piano del fotovoltaico e dell'eolico possiamo anche permetterci di dire "un attimo", "aspettate", "NO".

 

Intervista al governatore Giani sulle aree non idonee all'eolico.

 

A seguito del successo di popolo senza precedenti della raccolta firme in Sardegna contro l'attacco all'isola degli speculatori delle energie "rinnovabili", dopo il disegno di legge molto restrittivo sulle aree idonee per l'installazione di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili, approvato dalla giunta sarda due settimane fa, e dopo la nascita, in Toscana, della coalizione interregionale Tess "contro le speculazioni energetiche", il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani ha concesso un'intervista a Massimiliano Rais del quotidiano Unione Sarda dal titolo Eolico, il presidente toscano: "La Sardegna è un esempio, ora definiamo le aree non idonee".

 

Il video dell'intervista è liberamente disponibile sul canale multimediale del quotidiano di Cagliari. A futura memoria e per chi (sbagliando) non avesse tempo o voglia di guardarsi tutta l'intervista, riportiamo di seguito, senza commenti, i passaggi più significativi delle dichiarazioni del governatore Giani:

 

Nasce a Firenze la Coalizione TESS contro le speculazioni energetiche.

 

Ecco il filmato di pochi giorni fa, in beffarda coincidenza delle alluvioni in Romagna e in Toscana, sull'avanzamento dei lavori per la realizzazione del ciclopico impianto eolico dell'AGSM Verona sul crinale spartiacque dell'Appennino Tosco-romagnolo nei pressi del Giogo di Villore, fra Vicchio e Dicomano. La sottostante valle del Lamone è stata travolta dall'acqua per la seconda volta in due anni.

 

 

Il 6 settembre 2024, i rappresentanti di comitati e associazioni provenienti da varie zone della Toscana e della Romagna si sono riuniti con l’assessore all’ambiente della Regione Toscana Monia Monni per discutere sulle aree idonee e non idonee all'installazione di impianti eolici e fotovoltaici industriali. Questo incontro ha dato vita alla Coalizione TESS (Transizione Energetica Senza Speculazione), un’iniziativa che riunisce 36 realtà, tra associazioni di importanza internazionale, nazionale e comitati locali, preoccupati per l’impatto delle nuove installazioni su terreni agricoli e sulle aree naturali.

La Coalizione TESS nasce dalla necessità di proteggere i territori dall’impatto devastante delle speculazioni energetiche attualmente in atto. Gli incentivi miliardari destinati agli impianti rinnovabili, puntualmente scaricati sulle bollette degli italiani, da qui ai prossimi anni sono infatti destinati a danneggiare irreparabilmente il nostro paesaggio, le aree naturali e i nostri Appennini perché è su questi, anziché sulle aree realmente idonee (urbane, industriali, degradate), che agli investitori (non alla collettività e all’ambiente) conviene installare gli impianti.

L’ingente stanziamento (210 miliardi in 20 anni, pagati con gli oneri di sistema delle bollette elettriche) ha innescato un vero e proprio “assalto alla diligenza” da parte delle multinazionali dell’energia e di innumerevoli società, alcune di queste poco trasparenti. A sottolinearlo è stato il direttore dell’Unità di Informazione Finanziaria (Uif), l’ente antiriciclaggio della Banca d’Italia, che in occasione della recente audizione alla Camera ha evidenziato che «interessi della criminalità organizzata continuano a essere riscontrati anche nel settore delle energie rinnovabili, sia nelle fasi connesse all’acquisto delle aree da destinare agli impianti sia nelle attività di progettazione, costruzione e installazione degli stessi».

In tutta la Toscana e nei territori limitrofi sono innumerevoli i progetti in corso di autorizzazione, con batterie di accumulo, pannelli fotovoltaici nei campi ed abbattimenti di ettari di boschi nei crinali appenninici per far posto a gigantesche pale eoliche, in uno tra i paesi meno ventosi d’Europa.

Un controsenso rispetto agli obiettivi della lotta al cambiamento climatico, che vengono enunciati anche dalla nuova normativa europea sul ripristino della natura (Nature Restoration Law), dove la difesa degli ecosistemi, della biodiversità e del suolo rappresenta una condizione imprescindibile per contrastare il cambiamento climatico.

Un controsenso anche rispetto alla lotta al dissesto idrogeologico: incuranti delle alluvioni e delle frane che sempre più di frequente flagellano i territori, vengono presentati progetti di enormi pale eoliche con colate di cemento per le fondazioni in aree sottoposte a vincolo idrogeologico.

In un documento inviato dalla Coalizione all’assessore Monia Monni e per conoscenza al presidente della Regione Toscana Giani, ai ministri dell’Ambiente e della Cultura e alle Soprintendenze della Toscana, redatto con la consulenza di esperti, sono stati evidenziati i rischi legati al consumo di suolo agricolo, al dissesto idrogeologico, all’abbattimento di boschi e alla perdita di biodiversità nelle aree naturali.  Il documento è un appello alla responsabilità. 

L’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), nel proprio report del 2023 sul consumo del suolo, ha evidenziato chiaramente che per gli impianti di energia rinnovabile sono già disponibili aree edificate come coperture di case, magazzini, centri commerciali, parcheggi e tante altre superfici che potrebbero essere ricoperte di pannelli fotovoltaici, raggiungendo ampiamente gli obiettivi 2030.

Se le istituzioni pubbliche non svolgeranno un’adeguata azione di tutela, accadrà anche in Toscana e nelle regioni confinanti quello che è avvenuto negli ultimi mesi in Sardegna, dove il coinvolgimento dell’opinione pubblica contro l’eolico e il fotovoltaico ha determinato innumerevoli proteste, rendendo necessaria una netta presa di coscienza della Giunta regionale. 

 

TESS - Transizione Energetica Senza Speculazione

 

Club Alpino Italiano GR Toscana

Club Alpino Italiano Sezione di Firenze

Italia Nostra Toscana APS

Italia Nostra Firenze

Italia Nostra Arezzo

Italia Nostra Forlì

Italia Nostra Cesena

Italia Nostra Valmarecchia

I Cammini di Francesco in Toscana

WWF Forlì-Cesena

WWF Rimini

LIPU Firenze

Mountainwilderness Italia

ProNatura Firenze

L’Altritalia Ambiente

Gruppo di Intervento Giuridico

Gufi - Gruppo Unitario Foreste Italiane

Amici della Terra

Altura Associazione per la Tutela degli Uccelli Rapaci e dei loro Ambienti – ODV

Associazione Atto Primo Salute Ambiente Cultura ODV

Appennino Sostenibile (Appennino Aretino, Val Tiberina e Montefeltro)

Apuane Libere

Associazione Al di là del Fosso - A'd là dé Foss (Pennabilli, RN)

Comitato Alberi Empoli Viale IV Novembre (Empoli, FI)

Comitato Ambiente e Salute Tuscia (Farnese, VT)

Comitato Gioconda Valmarecchia 

Comitato no eolico industriale di Firenzuola (Firenzuola, FI)

Comitato per la Salvaguardia di Postignano (Fauglia, PI)

Comitato per la Tutela del Crinale Mugellano – Crinali liberi (Mugello, FI)

Comitato Pro-Montauto (Manciano, GR)

Comitato Salviamo l'Appennino Faentino-Forlivese

Crinali Bene Comune (Valmarecchia, Appennino Aretino-Romagnolo, Montefeltro, Alta Val Tiberina)

MaremmAttiva (Pitigliano-Sorano, GR)

Movimento per la Terra

Non Una di Meno Mugello (Mugello, FI)

Terre Val di Cornia (Piombino, LI)

 

Firenze, 24 settembre 2024

 

Secondo l'economista tedesco Sinn, le politiche energetiche e climatiche, pur mosse da nobili intenzioni, stanno erodendo la competitività dell’industria tedesca. L’abbandono del nucleare e la forte dipendenza da fonti rinnovabili intermittenti hanno portato a costi energetici elevati, minando la base industriale del paese. In vista delle elezioni negli impoveriti Land orientali, che fanno temere nei sondaggi un trionfo dei partiti anti-sistema, le élite tedesche cominciano finalmente ad ammettere gli errori commessi. La Germania ha finito per imporre la sua visione, con l'obiettivo di abbandonare le fonti di energia tradizionali per concentrarsi su quelle "rinnovabili", come richiesto da Angela Merkel. Purtroppo, questa decisione è stata un grave errore per l'intera Unione europea, che ha seguito ciecamente la Germania, a maggior ragione da quando la Von der Leyen ha assunto la guida della Commissione europea. Ma se l’economia collassa, allora sarà presto finita con le aspirazioni verdi, perché il verde semplicemente non verrà più votato. Le conseguenze per l'Italia.

 

 

Hans Werner Sinn è uno dei più famosi economisti tedeschi. O forse il più famoso. Sicuramente lo è in Italia, perchè ha sempre preso a calci negli stinchi (in realtà altrove, ma vogliamo essere educati) i governi italiani, specie quando al potere c'erano il Berlusca oppure i "populisti". E quindi i giornaloni italiani lo hanno sempre portato in palmo di mano. Sinn ha pure il look da pastore luterano, di quelli privi di misericordia che appartengono all'immaginario collettivo. 

Recentemente ha rilasciato un'intervista al settimanale svizzero Weltwoche, dal temperato titolo "La Germania in miseria: la Star dell'economia Hans-Werner Sinn sulle cause e le vie d'uscita dalla megacrisi", che raccomandiamo di ascoltare su Youtube a chi è fluente in tedesco. Per i comuni mortali ci avvaliamo del commento realizzato dal blog - imprescindibile per far conoscere in Italia alcuni aspetti sottaciuti della realtà tedesca - Voci dalla Germania:

 

"Secondo Sinn, la Germania sta attraversando una fase di deindustrializzazione. Le politiche energetiche e climatiche, pur mosse da nobili intenzioni, stanno erodendo la competitività dell’industria tedesca. L’abbandono del nucleare e la forte dipendenza da fonti rinnovabili intermittenti hanno portato a costi energetici elevati, minando la base industriale del paese... Sinn critica l’eccesso di regolamentazione e burocrazia che sta “strangolando” l’economia. Le imprese si trovano intrappolate in una rete di norme e regolamenti che ne limitano la flessibilità e la capacità di innovare. Inoltre, l’economista sottolinea come la concentrazione di politica e media a Berlino abbia creato una sorta di “bolla” distaccata dalla realtà economica del paese... L’economista mette in discussione l’efficacia delle politiche climatiche unilaterali della Germania. Sinn argomenta che i combustibili fossili non utilizzati dalla Germania vengono semplicemente consumati altrove, rendendo gli sforzi tedeschi inefficaci per il clima globale mentre danneggiano la competitività nazionale."

 

Niente di nuovo per i resistenti sui crinali. Siamo assolutamente d'accordo. Le stesse cose le avremmo potute dire noi parlando dell'Italia, specie la bella analogia che la concentrazione di politica e media a Berlino (come anche a Roma e Milano) ha creato una sorta di “bolla” distaccata dalla realtà economica (e non solo economica) del paese. La novità è che stavolta non lo diciamo noi ma lo dice lui. Ma Hans Werner Sinn non è la sola Star tedesca dell'economia a mettere improvvisamente in discussione il dogma delle politiche climatiche della Germania.

Heiner Flassbeck non è altrettanto famoso, soprattutto all'estero, come Sinn, ma è stato consigliere economico di Oskar Lafontaine (marxista duro e puro. A proposito: Lafontaine è il marito dell'astro nascente della politica tedesca Sahra Wagenknecht) quando era ministro delle Finanze del cancelliere Schroeder. Adesso Flassbeck fa il pubblicista e in Germania recita il ruolo di grillo parlante della Sinistra. Pure lui ci va giù duro con la politica verde, anche se non nomina esplicitamente le rinnovabili intermittenti, in un articolo del 16 agosto su Telepolis, tradotto da Voci dalla Germania sotto il titolo "Salvare il Clima Affondando l’Economia? L’Inganno della Decrescita".

Nel paragrafo intitolato "La deludente realtà: emissioni di CO2 record nonostante gli sforzi" leggiamo:

 

Angelo Bonelli ha visitato sabato scorso Modigliana (FC), la capitale delle 7 mila frane, devastata dagli episodi alluvionali del 2023. Ma anche su territori così provati sono previste installazioni di pale eoliche ciclopiche: nascono come funghi in tutt’Italia e persino gli enti e i privati destinatari non ne sanno molto, eppure rischiano gli espropri rapidi previsti dalla legge Draghi. Un impianto eolico da 8 aerogeneratori da 6,6 MW ciascuno, per una potenza complessiva pari a 52,8 MW potrebbe sorgere nella tenuta di Montebello – 320 ettari di foreste a 700 metri di altezza – di proprietà del Comune di Modigliana, ma nei comuni di Rocca San Casciano e Tredozio. Il Comune non ha rilasciato nessuna autorizzazione. Bonelli: "Parlerò col Ministero dell’Ambiente perché bisogna considerare che siamo in zone ormai totalmente di frane, quindi questa questione va totalmente rivista".

 

Angelo Bonelli accompagnato dal sindaco di Modigliana Jader Dardi sulle colline attorno al paese. Foto Carlino.

 

Anche Angelo Bonelli dei Verdi (!) contrario alle pale eoliche a Modigliana durante la sua ricognizione nelle zone dell'alluvione in Romagna.

 

Dal Resto del Carlino cronaca di Forlì di oggi, nell'articolo di Giancarlo Aulizio (che ha seguito con grande determinazione tutta la vicenda fin dall'inizio) "Incubo pale eoliche. Bonelli (Verdi): "Il progetto non tiene conto delle frane":

"Angelo Bonelli, portavoce di Europa Verde e deputato del gruppo Alleanza Verdi Sinistra alla Camera, ha visitato sabato scorso Modigliana nell’ambito di ‘WaterGate’, inchiesta sulla crisi climatica nel nostro Paese. Lo ha fatto proprio nella capitale delle 7mila frane, devastata dagli episodi alluvionali del 2023...

Ma anche su territori così provati sono previste installazioni di pale eoliche per la produzione di energia: nascono come funghi in tutt’Italia e persino gli enti e i privati destinatari non ne sanno molto, eppure rischiano gli espropri rapidi previsti dalla legge Draghi...

La foresta di Montebello è di proprietà del Comune di Modigliana, ma insiste sui comuni di Tredozio e Rocca San Casciano, un’oasi di 320 ettari di natura incontaminata in cima al monte Chioda, con 22 chilometri di strade forestali, nelle cui vicinanze è prevista l’installazione di otto pale eoliche, pesantissime e alte centinaia di metri, in un’area quasi senza vento dove non si sollevano neppure gli aquiloni. "Le energie rinnovabili sono assolutamente necessarie, dall’eolico al fotovoltaico, dopo di che vanno ben pianificate nei luoghi dove si possono fare. Quello che manca è una corretta pianificazione, stiamo attendendo un piano delle zone idonee da parte del Governo e questo atteggiamento di non fare nulla, di fatto, favorisce la deregulation".

Per Bonelli "chi ha presentato questi progetti lo ha fatto sulla base di cartografie vecchie, del 2015, quando questi eventi meteo estremi non erano avvenuti. Parlerò col Ministero dell’Ambiente perché bisogna considerare che siamo in zone ormai totalmente di frane, quindi questa questione va totalmente rivista".

Il sindaco Jader Dardi ha parlato nell’occasione delle pale col portavoce dei verdi. "Venerdì la giunta ha approvato un documento con delle controdeduzioni che presentiamo al Ministero dell’Ambiente, oltre all’ordine del giorno approvato all’unanimità in consiglio comunale contro le pale eoliche a Montebello". Cosa succederà adesso? "Siamo nella fase dell’acquisizione dei pareri e delle osservazioni. La preoccupazione nostra su questo impianto è enorme, non perché siamo contro le rinnovabili: tutt’altro, ma siamo in una situazione di una fragilità assoluta. In quel territorio non riescono a passare le automobili, come puoi pensare di realizzare degli impianti con strutture di questo tipo?".

 

Ma cominciamo dal debutto dell'inchiesta di Giancarlo Aulizio, ovvero dall'articolo del 5 luglio scorso "Pale eoliche a Montebello?: "Sbagliato, ci opporremo", che sottotitolava "Il progetto relativo all’impianto impatterà anche sui comuni di Rocca e Tredozio. Il sindaco Dardi: "Un’offesa al territorio, nessuna autorizzazione dal Comune". Leggiamone qualche passaggio:

 

"Un impianto di pale eoliche potrebbe sorgere nella Tenuta di Montebello – 320 ettari di foreste a 700 metri di altezza – di proprietà del Comune di Modigliana, ma nei comuni di Rocca San Casciano e Tredozio. I progetti dei parchi eolici si moltiplicano e generano spesso timori e apprensione tra la popolazione e i sindaci, che ricevono spesso comunicazioni su interventi (riscontrabili sul sito ministeriale dell’Ambiente e Sicurezza Energetica - Valutazioni e autorizzazioni ambientali) sulla cui progettualità non sono stati coinvolti. Nel caso in questione si tratta di un "progetto di impianto eolico da 8 aerogeneratori da 6,6 MW ciascuno, per una potenza complessiva pari a 52,8 MW, denominato "Montebello" da realizzarsi nei comuni di Modigliana, Rocca San Casciano e Tredozio e relative opere di connessione". Il proponente è SKI W AB Srl. Il Comune non ha rilasciato nessuna autorizzazione - spiega il sindaco Jader Dardi. Mesi fa è stato chiesto un Certificato di destinazione urbanistica, mai rilasciato, in quanto richiesta illegittima effettuata da società non avente titolo e non delegata. E per l'intervento non mi risulta siano stati ancora presentati documenti e/o progetti e intendo evidenziare la mia contrarietà, condivisa dalla giunta e dai gruppi consiliari"... "Per raggiungere Montebello, la strada provinciale è chiusa al traffico perché resa inagibile dalle frane... Questo progetto è un'offesa al territorio"... Per contrastarlo ci vuole un'opposizione congiunta e ho già coinvolto il sindaco di Tredozio, Giovanni Ravagli, anche lui contrario, e mi sto attivando verso gli altri enti coinvolti".

 

Nei giorni successivi Aulizio ha riportato sul Carlino Forlì anche la ferma e durissima posizione dei gruppi consigliari di minoranza - tutti compatti a fianco del sindaco Dardi - negli articoli "Eolico, il Ministero ci dia la documentazione. Mozione in consiglio" e "Impianto eolico, aumenta il fronte del no".

Il 18 luglio è stato presentato in consiglio comunale l'ordine del giorno contro l'impianto: "Modigliana, l’impianto eolico arriva in consiglio comunale". Per non dare l'impressione che solo il Carlino sia interessato alla vicenda, riportiamo la relazione di quanto accaduto in quella sede da il Piccolo, nell'articolo "Modigliana dice no alle pale eoliche a Montebello", che vi invitiamo a leggere integralmente in linea. Per chi ha fretta ecco i passaggi più significativi dell'articolo:

 

"Il Consiglio Comunale di Modigliana, riunito in seduta ordinaria in data 18 luglio, appresa la notizia pubblicata sul sito del Ministero dell’Ambiente in cui viene avviata la procedura di valutazione di impatto ambientale da parte dell’impresa “SKI W AB Srl con sede in Milano”, dice no alla realizzazione di un impianto eolico con otto turbine e relative opere di connessione, da realizzare nei territori di Modigliana, Tredozio e Rocca San Casciano. L’area individuata inoltre, a seguito degli eventi franosi del maggio 2023, è stata interessata da una vasto fronte di frana che ha coinvolto anche l’intera viabilità provinciale e comunale... L’ipotesi progettuale di realizzazione di un impianto eolico rappresenta una grave alterazione paesaggistica, contraria alle linee di programmazione urbanistica del Comune di Modigliana. La procedura avviata è pertanto in pieno contrasto con i provvedimenti legati alla emergenza per la ricostruzione e con le linee indicate dalla Regione Emilia Romagna nell’ambito dei Piani Speciali per la ricostruzione. Il Consiglio Comunale esprime pertanto parere contrario a tale ipotesi progettuale e impegna l’Amministrazione Comunale ad opporsi, anche in sede legale, contro un progetto lesivo degli interessi della collettività e della tutela del territorio... Si chiede infine al Governo e al Parlamento di modificare la normativa in vigore che di fatto favorisce speculazioni finanziarie e immobiliari, potendo, sulla base di una iniziativa privata, avviare procedure di esproprio pur in spregio alla programmazione territoriale, agli interessi e alle volontà delle comunità locali."

 

Esattamente come denunciato poche settimane fa nell'ordine del giorno presentato dal consigliere PD Nadia Rossi, approvato all'unanimità dall'Assemblea della Regione Emilia Romagna.

Adesso arrivano le parole di condanna pure di Angelo Bonelli. Insomma: pochissimi sono rimasti a difendere l'eolico senza se e senza ma, come quei giapponesi restati per decenni a difendere gli isolotti nel Pacifico dopo la fine della guerra. Oltre ai nostri amici dell'Anev, resistono i soliti tre immarcescibili moschettieri dell'eolico bello e salvifico (in ubiqua rappresentanza della Trimurti ambientalista Legambiente, WWF e Greenpeace, ormai da molti anni sembiante di un'unica teofania eolica). Che ne pensano di cotanta pervicacia nell'impalare l'Italia i soci e gli attivisti di quelle altrimenti benemerite associazioni?

 

Alberto Cuppini

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L'articolo del giorno

Parchi eolici nell'Appenino

Mappa interattiva delle installazioni proposte ed esistenti