La zona industriale di Vicchio, in Mugello, venerdì è stata sommersa dall'alluvione della Sieve, nonostante gli amministratori locali di Vicchio avessero autorizzato la costruzione del colossale impianto eolico al Giogo di Villore con la penosa scusa di "salvare il pianeta" dai cambiamenti climatici. Non si tratta del contrappasso dantesco, ma, più semplicemente, di impenitente e prolungata mala amministrazione: la zona industriale di Bossoli è stata in gran parte costruita negli ultimi 30 anni in piena area alluvionale.
Video del CorriereTv dal titolo "Vicchio, fango e acqua nelle fabbriche fino a 1,70 metri".
"La zona industriale di Vicchio, in Mugello, venerdì è stata sommersa dall'alluvione della Sieve. In fabbriche e ditte artigianali acqua e fango sono arrivati anche a un metro e settanta di altezza. I danni sono ingenti. La zona industriale di Bossoli, in piena area alluvionale della Sieve (che qui già esondò nel 1991) è stata in gran parte costruita negli ultimi 30 anni".
Così il Corriere della Sera descriveva l'accaduto nel servizio di Giulio Gori, introducendo il video dal titolo "Vicchio, fango e acqua nelle fabbriche fino a 1,70 metri".
Eppure l'amministrazione comunale di Vicchio aveva accettato di sacrificare i propri crinali cari a Dante, esattamente là dove nacquero Giotto e il Beato Angelico, per concedere alla AGSM Verona di costruire un ciclopico impianto eolico "per salvare il pianeta" (niente meno) dal riscaldamento globale. "Se vogliamo davvero salvare il pianeta, dobbiamo anche avere il coraggio di cambiare un po' il paesaggio per proteggerlo" aveva affermato senza pudore alcuno l'assessore all'Ambiente della Regione Toscana Monia Monni.
La legge del contrappasso dantesco venerdì scorso ha punito l'hybris del Comune di Vicchio e della Regione Toscana. In realtà non di contrappasso dantesco si è trattato ma, molto più prosaicamente, delle conseguenze di atti concatenati di mala amministrazione, penosamente mascherata dalla peggior retorica climatista e culminata con l'autorizzazione alla devastazione eolica del Giogo di Villore, attualmente in corso di realizzazione.
Oggi - martedì 18 marzo - leggiamo, sempre sul Corriere, l'intervista realizzata da Mauro Bonciani al presidente dell'Ordine dei geologi della Toscana Riccardo Martelli, che alla domanda "Sembra necessario un cambio di passo su prevenzione e gestione del territorio: dove cominciare?" risponde:
"Mi ripeto, dalle risorse... Non c'è una soluzione unica. Bene le casse di espansione, come prima cosa, ma serve anche tutto ciò che contribuisce a trattenere l'acqua, tante piccole soluzioni che si possono adottare sia nelle città, che nelle aree agricole, rurali forestali".
Non si parla dunque di interventi miracolosi per cambiare il clima del pianeta piantando pale eoliche a casaccio per esorcizzare i pericoli, come facevano gli indigeni dell'isola di Pasqua con le statue Moai. E' al contrario l'affermazione dell'esigenza prioritaria e irrinunciabile della mitigazione e dell'adattamento ai cambiamenti nell'ottica della prevenzione e della gestione anno per anno, giorno per giorno del territorio. Tutto il resto a seguire, perchè il contrasto ai cambiamenti climatici durerà per generazioni; così come generazioni saranno necessarie per individuare fonti di energia davvero alternative agli idrocarburi fossili. Consigliamo intanto di reperire le prime risorse reclamate dal presidente Martelli dirottando i pubblici sussidi che dovrebbero essere concessi all'AGSM Verona per la produzione di energia eolica nel Comune di Vicchio.
Ma, per rispondere alla domanda del Corriere, "dove cominciare?", è necessario un preventivo, irrinunciabile "cambio di passo" di tutt'altra natura. I cittadini elettori di Vicchio devono smettere di concedere il proprio voto a chi autorizza le costruzioni nelle aree alluvionali e a chi, per elemosinare qualche miserabile euro di royalties, prostituisce il proprio territorio. Altrettanto dicasi per i cittadini di tutta la Toscana: Monia Monni non è arrivata al potere in Regione Toscana perchè portatavi dai carri armati di Putin. Qualcuno l'ha votata.
Alberto Cuppini