Tabarelli: "Proprio mentre servirebbe un allentamento dei suoi obiettivi, la politica europea ne ribadisce e rafforza gli impegni. E' un'altra fuga dalla realtà del disastro energetico in cui ci siamo ficcati... E' un fallimento clamoroso della nostra politica". Dobbiamo per l'ennesima volta rilevare che il presidente di Nomisma Energia è l'unico economista italiano dell'energia che contesta con tanta determinazione la politica energetica europea ed in particolare il "Green Deal". Gli diamo atto del suo coraggio. Il professore bolognese sarebbe molto utile al presidente del Consiglio Meloni per combattere il conformismo della Sinistra tuttora imperante in Italia in materia di energia.
Martedì su La Stampa già in prima pagina veniva annunciato un articolo del professor Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia, il cui titolo iniziava con le parole "L'Ue sbaglia tutto".
Nella fattispecie Tabarelli parlava dell'accordo europeo sul tetto al prezzo del gas, destinato al fallimento perchè trascura l'elementare legge della domanda e dell'offerta: per abbassare i prezzi dell'energia (come di un qualsiasi altro bene), anzichè imporre prezzi d'imperio, basterebbe infatti aumentare l'offerta oppure diminuire la domanda, o, meglio ancora, fare entrambe le cose assieme. Non è però nostra intenzione impegolarci nella rissa da pollaio su questa puerile decisione dell'Ue, che rientra nella strategia del "facite ammuina" adottata per non andare al sodo del problema dello scoppio dei prezzi energetici in Europa e soprattutto per gettare una cortina fumogena sulle proprie responsabilità per avere sussidiato le fonti rinnovabili sia direttamente sia, nel contempo, penalizzando gli imprescindibili investimenti in quelle fossili. Torniamo perciò a bomba all'articolo di Tabarelli sulla Stampa, riportando di seguito le sue considerazioni finali (tutti i grassetti sono nostri):
"Per essere ancora più orgogliosa delle sue politiche energetiche, ma anche per non rinunciare a qualche altra distrazione, l'Europa domenica scorsa ha annunciato un'accelerazione dei vincoli sulle emissioni di CO2, uno dei pilastri del pacchetto Fit for 55, disegnato prima della crisi... Proprio mentre servirebbe un allentamento dei suoi obiettivi, la politica europea ne ribadisce e rafforza gli impegni. E' un'altra fuga dalla realtà del disastro energetico in cui ci siamo ficcati, con un inverno che comincia solo domani e che difficilmente supereremo senza interruzioni fisiche. E' un fallimento clamoroso della nostra politica, non colpa solo del presente Parlamento e della sua Commissione, tuttavia la loro incapacità di prenderne atto è grave quanto un prezzo oltre i 100 euro per megawattora."
Pochi giorni fa avevamo riportato un altro intervento eterodosso dello stesso Tabarelli, in contro-tendenza rispetto alla linea ottusamente filo europea di tutte le élite italiane.
Quando la crisi energetica si aggrava, Tabarelli diventa l'uomo più intervistato e più fotografato d'Italia. Significativo il suo iper attivismo sulla carta stampata dopo Ferragosto, da noi segnalato nell'Edicola RRC, quando sembrava che ci stessimo avviando alla fusione del nocciolo energetico alla base della nostra prosperità post bellica.