Pochi giorni fa si è svolta la prima riunione della Conferenza dei Servizi che entro 90 giorni dovrà chiudere il procedimento autorizzativo per l’impianto eolico denominato Badia del Vento. L'impianto eolico troverebbe collocazione sul versante toscano del Monte Loggio, appena al di sotto del crinale che segna il confine fra la Toscana e l’Emilia Romagna (Valmarecchia). Dopo tutte le bocciature dei precedenti progetti eolici in quella stessa zona a causa degli impatti non mitigabili, riviviamo per l'ennesima volta l'attacco a quello stesso crinale.

 

 

Piove qualche giorno in modo intenso e la montagna frana (maggio 2023). Un’operazione di carotaggio della società che dovrebbe provvedere al ripristino di strade, a seguito dei lavori per il metanodotto, fa esplodere una falda acquifera causando un cedimento del terreno con conseguente chiusura dell’edificio in cui hanno sede due delle poche attività della zona le quali danno lavoro ad almeno dieci famiglie (3 ottobre 2023 - Molino di Bascio).

La fragilità idrogeologica del nostro territorio è evidente. L’Appennino è un ecosistema delicato costituito da terra argillosa e da una estesa rete di falde acquifere rispetto a cui ogni evento o intervento straordinario costituisce una seria minaccia. La vegetazione è l’antico e primo garante indispensabile di un equilibrio davvero precario.

Pochi giorni fa si è svolta la prima riunione della Conferenza dei Servizi che entro 90 giorni dovrà chiudere il procedimento autorizzativo per l’impianto eolico denominato Badia del Vento che troverebbe collocazione sul versante toscano del Monte Loggio, appena al di sotto del crinale che segna il confine fra la Toscana e l’Emilia Romagna (Valmarecchia).

Alberto Bagnai: "La narrazione greenista - diciamo gretina - essendo basata su un falso ideologico - direi proprio su un falso ontologico - non può che essere assistita da balle. Da balle di una controvertibilità lapalissiana".

 

 

Nel video su Youtube che vi proponiamo qui sopra (guardatelo tutto, anche se il meglio arriva al minuto 6,00), il professor Alberto Bagnai ci dà una grande lezione sul perchè l'economia "green" è ormai morta (anche se non sepolta), come peraltro poteva essere facilmente previsto fin dall'inizio da chiunque, anche se nessuno dei suoi colleghi economisti, che fin dall'inizio avrebbero avuto l'obbligo istituzionale di denunciare l'immane truffa in corso, ha mai osato farlo (pubblicamente).

Queste forti dichiarazioni del professor Bagnai assumono un particolare rilievo perchè Alberto Bagnai, oltre che docente universitario, è pure parlamentare e, soprattutto, è il responsabile del "dipartimento economia" della Lega.

Dopo aver guardato il video della lezione del professor Bagnai al volante e dopo qualche ricerca in rete, ci corre l'obbligo di due considerazioni (e di qualche domanda retorica).

Prima considerazione.

Nel web abbiamo ritrovato, tra i molti altri, un suo post sul blog Goofynomics di un paio di mesi fa di cui non eravamo a conoscenza (e se non ne eravamo a conoscenza noi, che pure cerchiamo minuziosamente su tutta la rete qualche posizione eterodossa che sostenga i nostri dubbi contro l'eolico salvifico dovunque e a tutti i costi...): "Le narrazioni catastrofistiche e i loro limiti":

"Mi sembra del tutto evidente che dietro la strategia comunicativa gretina ci sia un pensiero: la volontà di invocare uno stato d'eccezione perenne, ma soprattutto l'intenzione di arroccarsi su un registro emozionale, tale da non ammettere repliche... I danni che una simile comunicazione può fare sulle menti più fragili e su quelle in formazione sono oggetto di specifiche indagini, su cui non ci soffermeremo... Fatto si è che la comunicazione catastrofistica, soprattutto quando a farla sono degli sfigati, è a forte rischio di backfire".

Perchè non eravamo informati di queste forti posizioni dell'onorevole Bagnai, che pure è ospite frequente dei programmi televisivi, essendo egli l'unico esponente leghista in grado di dire qualcosa di originale al di fuori delle più trite banalità recitate davanti alle telecamere dai suoi colleghi di partito? In Tv è forse vietato mettere in dubbio i dogmi della religione green? Si vuole evitare di ferire la sensibilità degli adoratori della nuova religione? C'è un tabù? O i motivi del muro di gomma sono altri e meno nobili?

Per inciso: sempre scorrendo il web abbiamo anche trovato un altro post dove Bagnai definisce gli aerogeneratori che infestano le montagne del suo collegio elettorale in Abruzzo "le orripilanti pale, per crocifiggere il paesaggio".

Seconda considerazione e ultima domanda retorica.

I crinali dell’Appennino toscano – come anche le colline della Maremma – rischiano di essere disseminati di impianti eolici di proporzioni gigantesche. Da alcune dichiarazioni comparse sulla stampa, emerge come la transizione energetica sia considerata da parte di chi governa la Regione Toscana una urgenza da un punto di vista esclusivamente tecnico, che quindi esclude ogni considerazione degli aspetti territoriali, sociali e culturali e che sottende, di fatto, una fuorviante distinzione tra ambiente e paesaggio. Da mesi associazioni, liberi cittadini e comitati hanno inviato al presidente della Regione Toscana richieste di incontro senza mai avere nessun tipo di risposta.

 

 

Firenze, 25 settembre 2023

 

L’Italia è stato il primo paese al mondo a porre in Costituzione, fra i principi fondamentali dello Stato, un articolo che recita: La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. Tutela l'ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell'interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali. (Articolo 9 della Costituzione, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale 27 dicembre 1947, n. 298, edizione straordinaria, come modificato dalla Legge Costituzionale 11 febbraio 2022, n. 1)

 

Gentile Presidente Giani,

 

Una buona notizia: il Tar della Toscana ha sospeso i lavori per l’installazione dell’impianto eolico Monte Giogo di Villore e Corella, sul crinale del Mugello, fissando il 19 dicembre per il giudizio di merito.

 

 

Il giorno 7 settembre il TAR Toscana ha trattato la nostra istanza, con la quale abbiamo chiesto la sospensione dei lavori di costruzione dell’impianto eolico Monte Giogo di Villore e Corella. Il presidente del TAR, riconoscendo che il ricorso affronta questioni di merito che necessitano di un esame completo, ha quindi fissato l’udienza per la trattazione del ricorso per il giorno 19 dicembre 2023.

Siamo davanti a un risultato importante perché dimostra come le questioni poste con il ricorso siano meritevoli di un approfondimento attento e come sia necessario mantenere inalterata la situazione dei luoghi sino a quella data.

Vedremo nei fatti se il gestore rispetterà le indicazioni emerse in udienza, attendendo l’esito definitivo del giudizio. Ciò eviterà non soltanto di distruggere ulteriormente i luoghi ma anche di avviare lavori che rischiano di non potere essere completati. Occorrerà vigilare affinché la sospensione sia rispettata e saremo pronti a rivolgerci di nuovo al TAR in caso di proseguimento e svolgimento di ulteriori interventi invasivi e rilevanti.

Alla luce di questa decisione sappiamo che il pericolo incombente sul crinale appenninico è solo un poco allontanato, non certo cancellato.

Anche in Tribunale abbiamo di fronte una controparte industriale (Agsm: ditta proponente) completamente affiancata dalla Regione Toscana, senza la minima sfumatura che distingua il soggetto pubblico da quello privato: e tutte e due, con il completo sostegno delle amministrazioni e dei sindaci di Dicomano e Vicchio, mostrano una determinazione accanita nel voler vincere questa partita che apre la via allo sfruttamento industriale della montagna e alla costruzione, come è stato tranquillamente affermato fin dall’inizio, di migliaia di impianti simili a quello che si vuole installare sul crinale del Mugello.

La decisione del collegio del TAR Toscana ha quindi di fatto, e per ora, fermato il tentativo delle due controparti affiancate e concordi nel negare fin dall’inizio validità al nostro ricorso, anche con argomenti cavillosi.

La decisione può anche significare che il collegio giudicante ha ricevuto a prima vista una impressione di non inammissibilità preventiva delle nostre argomentazioni di merito, che riguardano la difesa della natura e del paesaggio.

Questa battaglia che conduciamo in sede giudiziaria è solo una parte della lotta per la difesa del territorio e per una transizione energetica ed ecologica che non sia strumentalizzata da logiche solo di profitto e che rispetti il principio: prima di tutto non fare altri danni!

 

ITALIA NOSTRA e CAI Regione Toscana

  • Comitato Crinali Liberi
  • Dicomanocheverrà
  • Mugelloinmovimento
  • AttoPrimo
  • Rete Toscana per la Difesa del Verde Pubblico

Primo stop all'assalto eolico all'alta Valtiberina: la Sovrintendenza boccia l'impianto eolico "Badia del vento". Ma non dobbiamo cantar vittoria. Prima delle "semplificazioni" del governo Draghi il veto della Sovrintendenza sarebbe stato sufficiente a far rigettare il progetto. Ora non più: lo scorso anno, nell'analogo caso dell'impianto eolico al Giogo di Villore, il governo Draghi, per salvare il Pianeta, aveva ritenuto opportuno ignorare tale veto, dando ragione alla Regione Toscana contro la Sovrintendenza ed autorizzando quell'impianto. Ma la cosa per noi più importante è che, inaspettatamente, pochi mesi fa il governo Meloni (sempre per salvare il Pianeta, ovviamente) ha emulato il governo Draghi ed ha approvato l'impianto eolico di Orvieto. Proprio Giorgia Meloni osa dimenticare che, come da definizione di Benedetto Croce, "Il paesaggio è il volto amato della Patria"? Eppure pagine molto dolorose attendono a breve le forze politiche che hanno sposato l'ambientalismo dei deliri parareligiosi, colonizzato dal movimento della sinistra antisistema.

 

 

Primo stop all'assalto eolico all'alta Valtiberina, che attualmente rappresenta l'area di massima crisi dell'invasione eolica nell'alto Appennino.

Ne renda testimonianza, ben oltre ai post pubblicati sul sito web della Rete della Resistenza sui Crinali, la mole di osservazioni pervenute alla Regione Toscana contro il solo progetto "Badia del vento".

Rimandiamo per la cronaca della bocciatura di quel progetto agli articoli di stampa, cominciando da quello di Alberto Merendi sul Corriere di Romagna del 22 agosto dal titolo "Verghereto, Badia del vento": parere negativo della Soprintendenza al parco eolico", dove si riporta che

"La Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Siena, Arezzo e Grosseto ha espresso «parere negativo» alla realizzazione del parco eolico “Badia del vento”, in quanto «non compatibile col contesto di pregio dell’intera zona dell’alta Valtiberina così come riconosciuto dal Piano Paesaggistico della Regione Toscana»."

e proseguendo con quello di Andrea Cammarata su Il Resto del Carlino del 23 agosto intitolato "La Soprintendenza boccia gli impianti eolici", in cui si aggiunge un'altra fondamentale affermazione tratta dal parere della Sovrintendenza toscana:

"Il progetto è «sproporzionato rispetto al contesto paesaggistico»."

Ma oggi non vogliamo parlare di questo singolo caso di cronaca.

 

Italia Nostra sezioni Firenze e Valmarecchia, WWF sezioni di Rimini e Forlì-Cesena, Mountain Wilderness Italia, Club Alpino Regione Toscana, Associazione I Cammini di Francesco in Toscana, Gruppo di Intervento Giuridico, Associazione Culturale D’la dè Foss (Al di là del Fosso), Associazione Altura ed i Gruppi Crinali Bene Comune in Valmarecchia e Appennino Sostenibile in Toscana hanno presentato istanza al Ministero dell’Ambiente e alla Regione Toscana per impedire l’assalto scriteriato di pale eoliche in alta Valmarecchia e Valtiberina.

 

 

Siamo al limite dell’assurdo.

Sono ormai 9 i progetti di impianti eolici di taglia industriale presentati a catena, nell’arco di pochi mesi, la cui localizzazione ricadrebbe nell’area di grande interesse paesaggistico ed ambientale compresa fra alta Valtiberina e Valmarecchia (corrispondente allo storico Montefeltro).

 

 

Una situazione inaccettabile, sotto numerosi punti di vista.

In primis poiché si tratta di un attacco al territorio meramente speculativo, che porterebbe interessi economici solo per pochissimi, ossia per le ditte proponenti e per alcuni proprietari terrieri nonché per il  Comune di Badia Tedalda, peraltro soltanto nel caso fossero effettivamente corrisposte delle misure compensative, di fatto eventuali poiché previste da un accordo siglato dal comune stesso con alcune ditte proponenti al di fuori della Conferenza dei Servizi.

L'articolo del giorno

Parchi eolici nell'Appenino

Mappa interattiva delle installazioni proposte ed esistenti