A Poggio Tre Vescovi siamo intrappolati in un loop temporale, come nel film. Dopo tutte le bocciature dei precedenti progetti eolici a causa degli impatti non mitigabili, riviviamo per l'ennesima volta l'attacco a quello stesso crinale.

 

 

La Società BADIA TEDALDA EOLICO S.r.l. ha presentato istanza per l’avvio del procedimento di Valutazione di Impatto Ambientale del progetto “IMPIANTO EOLICO POGGIO TRE VESCOVI”, che prevede l’installazione di una centrale eolica industriale, costituita da 11 aerogeneratori di grande taglia, in Alta Valmarecchia, nel Comune toscano di Badia Tedalda (AR), a ridosso del confine con il Comune di Casteldelci (RN) e il Comune di Verghereto (FC), entrambi in Emilia Romagna.

Nell’area dell’Alta Valtiberina e della Valmarecchia (area appartenente allo storico Montefeltro), con al centro Badia Tedalda (AR), insistono diversi progetti eolici estremamente impattanti che, se fossero realizzati, porterebbero alla modifica irreversibile di questo territorio analogamente a certe aree del sud Italia e della Sardegna, violate e deturpate irrimediabilmente.

Infatti, alle undici pale di 180 m (come 11 grattacieli di 60 piani) del “Poggio Tre Vescovi” devono essere sommate le sette pale di pari altezza dell’impianto proposto dalla società FERA S.r.l denominato “Badia del Vento” che sarebbero issate senza soluzione di continuità nel crinale attiguo e che andrebbero a fondersi in un unico mega impianto eolico.

Il Comitato per la tutela del crinale mugellano Crinali Liberi (CTCM) ha redatto un appello per chiedere all'Assessore all'Ambiente e al Presidente della Regione Toscana, al Presidente della Regione Emilia-Romagna ed al Ministro dell'Ambiente il ritiro delle autorizzazioni e il blocco del proseguimento dei progetti di impianti eolici industriali sul crinale appenninico del Mugello e dell'Aretino. La richiesta di adesioni all'appello è urgentissima: il 1° giugno è arrivata agli enti interessati la SCILA di comunicazione di inizio lavori per il progetto di impianto eolico industriale Monte Giogo di Villore, che interesserà il territorio sul crinale dei Comuni di Vicchio e Dicomano (FI), presentato dalla AGSM Verona alla Regione Toscana.

 

 

Non è da oggi e nemmeno da pochi anni che combattiamo per avere le montagne e le colline libere da impianti eolici industriali, lottiamo contro i progetti che vedono come obiettivo da sacrificare gli Appennini, dal nord al sud Italia. Crediamo sia necessario prendersi cura del territorio dove viviamo, montano e collinare, dal nord al sud: per questo difendiamo gli Appennini. Difendere gli Appennini vuol dire prendersi cura della gran parte delle montagne e colline che costituiscono la colonna vertebrale del nostro bel Paese!

Le nostre ragioni sono le medesime dal nord al sud: difesa idrogeologica dei territori fragili a rischio frane e smottamenti; difesa della flora spontanea e della fauna selvatica, degli uccelli stanziali e quelli di passo, tutela dei boschi, dei prati e pascoli della montagna, tutela e valorizzazione della biodiversita’ vegetale e animale in Appennino; difesa delle popolazioni e delle aziende agricole che abitano e ricavano il proprio reddito sul territorio e in armonia con esso, prendendosene cura, senza metterne a rischio le risorse; tutela del paesaggio italiano. Questi sono i principi fondanti del movimento a cui tutti ci rifacciamo e sono anche i principi fortemente rappresentati e affermati nella Costituzione italiana, in quell’art. 9 di recente aggiornato e completato proprio al fine di rafforzare nei cittadini il senso di responsabilità verso l’ambiente in cui si vive. Non dovremmo avere bisogno di ricordarvelo. Dovreste essere Voi a ricordarlo a Noi.

Gli eventi atmosferici di maggio 2023 e a seguire la risposta dei territori dell’Alto Mugello e quelli dell’Emilia-Romagna che dall’Appennino tosco-emiliano e tosco-romagnolo arrivano al mare Adriatico, non hanno fatto altro che confermare quanto fondati e indiscutibili siano i nostri timori e quanto cogenti ed urgenti siano i principi della Costituzione a cui ci riferiamo per garantire il futuro dei territori appenninici.

Dagli studi e dalle riflessioni che costituiscono e accompagnano le osservazioni inviate a più riprese da singoli cittadini e dalle Associazioni Ambientaliste e Culturali durante la Conferenza dei Servizi del PAUR - Progetto di impianto eolico industriale Monte Giogo di Villore, agli uffici della Regione Toscana preposti alla salvaguardia dell’ambiente e del territorio (Ufficio V.I.A.), si evince come il territorio appenninico abbia caratteristiche geomorfologiche che lo rendono particolarmente fragile sia dal punto di vista idrogeologico che della stabilità dei versanti. Questo territorio, come l’evidenza dei disastri occorsi a seguito delle piogge torrenziali di maggio ha chiaramente dimostrato, è veramente inidoneo a sopportare elevati carichi di antropizzazione, cementificazione, disboscamento e stravolgimento degli assetti naturali delle pendenze, dei versanti, che anzi, andrebbero messi in sicurezza e non certo condotti a maggior rischio di frane e smottamenti, come succederà andando a realizzare ulteriori impianti industriali eolici sui suoi preziosi crinali.

Mentre la dichiarazione dei leader del G7 di sabato al vertice di Hiroshima ha cambiato le priorità, su pressione proprio della Germania, per includere nuovamente gli investimenti nel settore del gas, a cui andrà addirittura il "sostegno pubblico", in Europa la "maggioranza Ursula" non c'è più ed al suo velleitario "Green deal" vengono assestati colpi sempre più vigorosi. I cittadini cominciano a ribellarsi ai diktat delle lobby green a Bruxelles: “la decarbonizzazione senza lasciare indietro nessuno” si appalesa ogni giorno che passa come uno sciocco slogan che non trova riscontro nell’applicazione di obblighi e divieti sempre più stringenti. Aumentano anche i segnali di possibili sconvolgimenti nella politica europea dopo le elezioni del prossimo anno.

 

 

Ben nascosto a pagina 5 della Staffetta Quotidiana di venerdì scorso avevamo scovato un articoletto di una quindicina di righe (quasi un'agenzia di stampa) che riportava una notizia, ignorata dai giornali generalisti, sufficiente da sola a cambiare il nostro mondo: L'UE e il cambio di prospettiva sulle rinnovabili.

Ecco l'introduzione:

Quando ho lanciato il Green Deal nel 2019 la priorità era sviluppare rapidamente le rinnovabili. Ora dobbiamo concentrarci anche sull'‘approvvigionamento' delle rinnovabili: come facciamo ad avere una capacità industriale sufficiente? Come ci assicuriamo l'accesso alla tecnologia e, ancora di più, ai materiali primi critici?”. Non poteva essere più chiara di così la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, intervenuta oggi durante la prima sessione del G7 in Giappone, nel delineare il percorso compiuto dalla Commissione da lei guidata sul tema delle rinnovabili. “Noi stiamo cambiando il nostro focus”.

Avete letto bene. La presidente della commissione, che ha escogitato l'utopistico "European Green Deal", ha detto proprio: "Stiamo cambiando il nostro focus sul tema delle rinnovabili", e lo ha detto durante il G7, ovvero la più solenne liturgia del Potere Globale. Un autentico autodafè, che in tempi non lontanissimi era la sfavillante (in tutti i sensi) cerimonia religiosa con cui la Santa Inquisizione proclamava e faceva eseguire la sentenza del condannato (in genere il rogo).

Presentato dalla FERA S.r.l. il progetto di un altro impianto eolico di grande taglia in Valtiberina. Questo è stato denominato “Passo di Frassineto”, dalla potenza di 29,4 MW e composto da 7 aerogeneratori. L'impianto in progetto, che si estende lungo il crinale che parte da Poggio dell’Aquila, attraversa il Passo di Frassineto e prosegue fino alle pendici di Poggio Sambuco, è previsto nei comuni di Pieve Santo Stefano e Badia Tedalda (AR), con lavori secondari anche nel comune di Sansepolcro (AR). Nell’area dell'alta Valtiberina insistono diversi progetti eolici estremamente impattanti che, se andassero in porto, porterebbero alla modifica irreversibile di questo territorio come purtroppo già accaduto in troppe aree del Sud Italia e della Sardegna, violate e deturpate irrimediabilmente. Infatti, alle pale alte complessivamente 180 metri del “Passo di Frassineto” andrebbero sommate le sette pale di pari altezza dell’impianto, proposto dalla stessa società FERA, denominato  “Badia del Vento”. A queste andrebbero aggiunte altre due pale previste per il Poggio dell’Aquila e la "Pala di Poggio dell’Aquila". E ancora, a breve dovrebbe essere pubblicato il nuovo progetto di “Poggio Tre Vescovi” con altre undici grandi pale. Non basta, perché altre 6 pale di grande taglia sono in arrivo a Sestino (AR): l’avvio dell’iter autorizzativo è appena stato pubblicato sul sito del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica.

 

 L'eremo di Cerbaiolo - Credit: Toscana Promozione Turistica

 

  • La FERA S.r.l. ha avanzato un progetto per la realizzazione di un impianto eolico industriale di grande taglia, composto da 7 turbine ubicato nei comuni di Pieve Santo Stefano e Badia Tedalda (AR) e lavori secondari anche nel comune di Sansepolcro (AR). Il progetto prevede, in aggiunta, opere accessorie necessarie alla connessione alla rete elettrica nazionale che avverrà mediante un cavidotto interrato di lunghezza pari a circa 15 Km. Sei delle sette turbine sono collocate nel territorio comunale di Pieve Santo Stefano (AR) e la settima nel comune di Badia Tedalda (AR).
  • Il progetto ricade nel territorio dei comuni di Pieve Santo Stefano e Badia Tedalda (AR) ma interessa a livello di impatti paesaggistici anche il territorio dei comuni di Caprese Michelangelo (AR), Sestino (AR), Verghereto (FC), Casteldelci (RN).

 

Ieri, venerdì 21 aprile, alle 18.30 (quindi oltre il limite massimo imposto per legge dei tre giorni) la Questura di Firenze ci ha NEGATO il permesso di effettuare il corteo previsto domani  sulla Strada Statale. Abbiamo trasformato così il nostro programma in un presidio a Dicomano, rispettando gli orari 9.30-18, e poi vedremo se e come riusciremo a spostarci a Vicchio. Invitiamo gli amici di comitati e associazioni che vogliono FARE UN INTERVENTO al microfono a ISCRIVERSI contattando il 3898183508. Saranno presenti numerosi media, locali e non.

 

 

Comitato per la Tutela dei Crinali Mugellani

 

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Domenica 23 aprile marcia da Dicomano a Vicchio. Ritrovo alle ore 9.30 in piazza della Repubblica a Dicomano (FI). Portate striscioni, cartelli, carretti, cani, cavalli, musica, strumenti, abbigliamento colorato e tutto quel che la fantasia vi aiuta ad escogitare per difendere l’integrità del crinale e dei boschi. No simboli di partito.

 

 

 

Comitato per la Tutela dei Crinali Mugellani

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L'articolo del giorno

Parchi eolici nell'Appenino

Mappa interattiva delle installazioni proposte ed esistenti