Prosegue la nostra inchiesta sul progetto di centrale eolica industriale "Monte Giogo di Villore" presentato dall'AGSM Verona, con otto pale ciascuna alta oltre 160 metri, da collocarsi al centro delle terre giottesche - frequentate assiduamente anche dal giovane Dante - sui crinali incontaminati tra Vicchio e Dicomano, in provincia di Firenze. Un progetto caotico, dove, oltre alla consueta mancanza di un bilancio energetico-ambientale, accade persino che iI valutato escluda i valutatori, sebbene nella Relazione Generale, per ben quindici volte (15!), AGSM enfatizzi le virtù del buon progettare. Lo strano caso del Comune di Marradi. Sarebbe lungo l'elenco delle lacune (come la mancata specificazione di quale turbina installare e quale sarà la potenza definitiva dell'impianto) del progetto di AGSM, che lo ha presentato come necessario (anzi urgente!, anzi vitale!!) per la salvezza del pianeta. E perciò, secondo AGSM, non si discute neppure che l'Appennino Settentrionale, la Toscana e la Romagna si debbano lasciar sovrastare, e sfregiare, dai suoi otto giganti di acciaio e vetroresina (più quelli che non nasconde di voler installare una volta arrivata lassù) per trasformare quel pezzo di montagna in un'area industriale tutta sua.
Panoramica della Colla di Villore
Abbiamo già rilevato qualche spunto umoristico contenuto nel progetto di centrale eolica industriale sui crinali di Vicchio e Dicomano, in provincia di Firenze, come quello di presupporre che tutte le umane attività, servizi pubblici compresi, debbano adeguarsi ai tempi e ai comodi (cioè ai profitti) di coloro che producono l'energia eolica, "pulita", cioè immacolata per definizione, e quindi priva d'ogni peccato.
A metà luglio si è chiusa la fase delle Consultazioni pubbliche per il progetto di centrale eolica “Monte Giogo di Villore”. E' quindi scaduto il termine per le osservazioni della cittadinanza e della società civile, e per i pareri scritti da Enti e Autorità della Conferenza dei Servizi: osservazioni e pareri (o “contributi”) che, fra le “Consultazioni concluse”, troviamo tutti qui.
Questi elaborati suggeriscono molte e significative considerazioni. Anche di carattere generale.
Un progetto caotico
Fino al 2 giugno compreso, i limiti alla circolazione delle persone hanno impedito ogni sopralluogo a quelli che, come noi della Rete della Resistenza sui Crinali, vivono fuori dai confini della Regione Toscana. Ma, per l'esame del progetto, un altro pesante ostacolo è il caos con cui è stato articolato.
Cos'è accaduto? In seguito al primo inoltro del 31.12.2019, come da procedura di legge, vari Enti, Regione Toscana compresa, hanno dovuto formulare molteplici richieste di colmare pesanti lacune progettuali. Il risultato è stata una proposta progettuale ambigua e caotica, perché AGSM, nella foga di rispettare i 30 giorni che per legge le erano dati (li ha rispettati?) per fornire le integrazioni al progetto, non si è curata di dar loro coerenza interna e organicità: sarebbe bastato riorganizzare le cartelle in cui collocare i singoli elaborati, eliminando quelli superati. Invece ne sono stati semplicemente aggiunti di nuovi, in buona parte alla rinfusa, senza integrarli con i rimanenti, senza appunto eliminare quelli superati o aggiornati (rimasti così in libera consultazione come se fossero validi e vincolanti), e, in diversi casi, senza neppure che gli elaborati sostitutivi contenessero la doverosa premessa di essere pubblicati ad aggiornamento o a sostituzione di altri.
Ad esempio, chiunque abbia voluto consultare lo Studio di Impatto Ambientale, ha cliccato sul link “SIA” della pagina web dedicata al progetto: e così si è trovato a prenderne per buona una versione superata, però rimasta pienamente disponibile alla consultazione. E magari neppure è mai venuto a conoscenza di una versione successiva, e quindi sostitutiva (e quindi... di riferimento), dello stesso SIA. Lo Studio di Impatto Ambientale “vero” era infatti reperibile (meglio forse sarebbe dire “nascosto”) sotto un link denominato “Int. Formali 3”, in una cartella “DVD3 pubb”, in una sotto-cartella “PDF”, a sua volta contenente una sotto-sotto-cartella “INT_19V042_SIA_Giogo_ParteII_III”. La limpidezza di una pozzanghera.
In mezzo a questo caos può anche essere accaduto che qualche osservante, o qualche Ente, abbia speso tempo nel rilevare, in buona fede, carenze progettuali già nel frattempo sanate.
In casi come questi, la “bussola” per la consultazione di progetti complessi dovrebbe trovarsi in un elaborato che è... l'elenco degli elaborati. Ma quello di AGSM è risultato di per se stesso fuorviante, poiché non solo NON è stato aggiornato dopo il 31.12.2019, ma neppure era esaustivo in origine: NON elencava quelli riferiti alle matrici ambientali, agli aspetti paesaggistici o agli impatti acustici. Neppure indicava la posizione della Sintesi Non Tecnica, prevista per legge come documento di primo orientamento per chi non abbia specifiche esperienze.
E' stata redatta? Sì, ok. Ma trovarla è un altro discorso.
Paradossalmente, il Computo Metrico Estimativo delle opere era invece presente due volte: quello ripresentato come integrativo (o sostitutivo, non si sa), è infatti identico a quello originario.
Il lato umoristico? Nella Relazione Generale, per quindici volte (15!) AGSM enfatizza la celebrazione del buon progettare, cioè del progetto “di qualità”.
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