E' stato pubblicato il libro di Giovanni Brussato "Energia verde? Prepariamoci a scavare".
Ci sono molte arti e scienze che uno studente non dovrebbe ignorare. Prima c'è la filosofia.
(Adattamento da: Agricola, De re metallica)
Giovanni Brussato è un inattuale. In un momento storico che ha visto nelle piazze italiane il trionfo, amplificato da mass media e social, degli Helzapoppin di grillini, gretine, sardine e quant'altro, Brussato ha deciso di fare una scelta basata sulla serietà ed il rigore metodologico, avvalendosi, per dimostrare le sue tesi, di pesi, misure e costi ed affrontando di petto un tema massimamente impopolare: l'inganno nascosto nella crescita infinita delle energie rinnovabili.
In realtà, non ci viene raccontato niente di nuovo. O meglio: niente di nuovo rispetto a quanto tutte le generazioni precedenti, da Adamo ed Eva fino all'altro ieri, sapevano perfettamente: il mondo ha dei limiti, la realtà non è plasmabile a volontà, il destino dell'uomo è tragico. Pensare di modificare nell'arco di pochi decenni l'esistenza dell'umanità così come si è venuta a configurare negli ultimi 300 anni, dalla scoperta della macchina a vapore ed il conseguente sfruttamento dei combustibili fossili, prevedendo di realizzare la "decarbonizzazione integrale" entro il 2050 non è prometeico: è irresponsabile e basta.
Senza tornare troppo indietro nel tempo, Benedetto Croce, il più fermo nemico del mito della giovinezza imperante e convinto assertore della maturità, ripeteva continuamente ai suoi discepoli che la vita è una cosa seria, un problema; un problema che spesso non ha soluzione. Questa lezione dei padri è stata dimenticata. Qualche volta riemerge anche oggi, ma in qualche posto lontano, con una guerra, una crisi economica, una carestia, che però non minacciano di modificare il nostro stile di vita materialista ed iper-consumistico. Proprio i ragazzi dell'Occidente decristianizzato, privati dei più elementari strumenti culturali per difendersi, rappresentano al meglio questa società improntata ai consumi più sfrenati, a cominciare da quelli energetici. Quelli che fingono di rigettarla lo fanno, come i loro nonni del '68, più per moda che per intimo convincimento. Forse proprio l'inattesa ricomparsa di una pandemia potrebbe contribuire, col tempo, ad instillare dei dubbi ed a richiamare ad un equilibrato realismo.
Leggendo gli articoli di Brussato non ho mai potuto evitare di scorgervi lo stesso attaccamento ai dati di fatto e l'accanita determinazione all'esattezza ed alla costante verifica delle cifre propri ad Alberto Ronchey. Quel Ronchey grande giornalista (e ministro della Cultura) demolitore di miti e per questo detestato e sfruculiato da generazioni intere di comunisti, da Fortebraccio a Michele Serra, che gli rimproveravano di contrapporre numeri e meschine considerazioni alla bellezza sfolgorante dell'Idea. Fortebraccio, precursore del pressapochismo imperante nelle piazze di oggi, non per niente, lo definiva ironicamente, nei suoi corsivi sulla prima pagina dell'Unità, "l'Ing. Ronchey".
Brussato, invece, ingegnere lo è davvero. Un ingegnere minerario veneziano (non a caso Venezia è diventata la Serenissima anche grazie all'abilità, alla preparazione e alla capacità di interpretare la realtà e prevedere il futuro dei suoi diplomatici) che ha eletto come buen retiro le colline attorno a Monzuno, nel primo Appennino bolognese. Qui si è subito trovato coinvolto nel contrasto ad un impianto eolico che rischiava si snaturare l'intera vallata ed ha contribuito alla resistenza apportando le sue competenze specifiche.
Era fatale la sua adesione alla Rete della Resistenza sui Crinali e la sua collaborazione al nostro sito web, con con una serie di articoli in cui esprimeva forti dubbi sulla facile percorribilità della transizione verde, poi riproposti da organi di informazione più istituzionali.
Leggi tutto: Un libro contro l'ideologia della crescita verde e una lezione di metodo