"Gas e nickel soprattutto... sono la punta di un iceberg che sta diventando sempre più pericoloso non solo per l’economia reale – su cui aleggia lo spettro della stagflazione – ma anche per la stabilità dell’intero sistema finanziario."
L'articolo del giorno. Rassegna stampa per i resistenti sui crinali a cura di Alberto Cuppini.
Avete letto bene: la stabilità del sistema finanziario è in pericolo. Lo scrive il Sole 24 Ore di oggi nell'incipit dell'articolo di Sissi Bellomo, che nel sottotitolo riporta il (fondato) timore del London Metal Exchange per «default multipli» e «rischi sistemici».
Già avevamo notato, da perfetti outsider, che sul pannello di controllo dei mercati finanziari si stavano accendendo sempre più numerose lucine rosse lampeggianti.
Poi, il Financial Times aveva riportato il testo di una lettera del 9 marzo dell'Efet (European Federation of Energy Traders, ovvero i colossi del trading, delle utilities - tra cui Enel, Eni, A2A, Hera ed Erg - e del credito europeo) indirizzata a tutte le istituzioni monetarie europee, confidando in un intervento della mano pubblica per tappare le falle finanziarie da essi stessi cagionate. L'Efet scriveva che, sul mercato, "molti partecipanti si ritrovano in una situazione in cui la capacità di reperire liquidità addizionale è drasticamente ridotta o, in alcuni casi, esaurita". Che, in parole povere, vuol dire: "Stiamo tutti soffocando, perchè le garanzie per operare sono diventate insopportabilmente costose a causa dei movimenti dei prezzi troppo ampi. Aiutateci".
Non è nostro compito spiegare i motivi tecnici che hanno portato ad un passo dalla catastrofe sistemica dei mercati. Se lo volete sapere comperate il Sole di oggi oppure, meglio ancora, leggete il post di Giovanni Brussato sul blog della Rivista Energia. Basti dire che la causa scatenante il terremoto finanziario è stata individuata in una posizione ribassista che il colosso cinese dei metalli, la cinese Tsinghan, non riesce più a mantenere. I cinesi, ma anche i furbacchioni dell'Efet, non avevano letto il nostro post in cui mettevamo in guardia dai disastri che la transizione verde avrebbe arrecato, ed in particolare il nostro consiglio profetico di aprire posizioni al rialzo proprio sul nichel. L'Efet evidentemente confidava, non si sa se per spregiudicatezza o - peggio - per ingenuità, nelle magnifiche sorti e progressive delle "rinnovabili", così come erano state propalate da oltre un decennio dalla stampa mainstream (a cominciare dal Sole).
Adesso anche Enel, Eni, A2A, Hera, Erg e compagnia bella, dopo avere fatto in questi anni - e soprattutto negli ultimi mesi - profitti vergognosi a spesa di tutti gli italiani (coglioni) con la scemenza delle "rinnovabili", cominciano ad avere i primi dubbi di avere esagerato e che tutto il sistema possa saltare per aria. Loro compresi.
Saranno contente le nostre élite (tutte entusiaste sostenitrici della rivoluzione verde, che ha preso il posto di quella rossa da loro sognata ai bei tempi), che da giovani volevano rovesciare il sistema capitalistico e che si sono fatte strada, per arrivare in alto, con i discutibili metodi imparati nelle assemblee sessantottesche. Saranno meno contente quando si accorgeranno, controllando l'estratto conto, che le loro pensioni iper-galattiche - o le altre sinecure pubbliche - non arriveranno mai più.